Fonte: www.coriglianocal.it

di Giovanni Scorzafave

onore a tutti i miei concittadini che hanno combattuto per la Patria.

 Frammenti del 1916

 Gennaio 1916

L'anno inizia con la speranza da parte dei nostri concittadini che la guerra non duri molto. Intanto si continua a morire. Per le ferite riportate in combattimento muoiono Leonardo Romanelli, di anni 24, Vincenzo Piluso di anni 21 e Francesco Turiace di anni 23.

 Prestito Nazionale

Corigliano ha anche questa volta risposto magnificamente all’appello della Patria, sottoscrivendo per circa trecentomila lire al prestito della Vittoria.

E se si tiene calcolo delle sottoscrizioni ai prestiti precedenti, si ha un complessivo di più che mezzo milione.

Fra le più cospicue sottoscrizioni all’ultimo prestito va registrata quella del Barone Guido Compagna per lire trentamila e fra le precedenti sono notevoli quelle dei signori Milano Giuseppe, De Tommasi Angelo, Attanasio Attanasio ed altri.

Le nostre espressioni di vivissimo plauso ai generosi

 Comitato di preparazione civile

Noi, che, a suo tempo, rilevammo e criticammo la stasi da cui era affetto, sentiamo il dovere di tributare una sincera parola di lode pel cambiamento …. di sistema.

Ci consta infatti che, mentre esso ha discusse ed accolte non poche domande di sussidi a famiglie di richiamati, che non godono di quello governativo, ha pure provveduto alla confezione degli indumenti di lana ai militari che si trovano al fronte nei luoghi alpestri. 

Per tale confezione hanno prestato l’opera loro le egregie Signore e Signorine del comitato ed altre ancora. Ad esse tutte giungano le nostre più vive espressioni di lode e i ringraziamenti dei nostri baldi soldati che con tanto entusiasmo, col sacrificio delle loro giovani esistenze, preparano la gloriosa fortuna della nuova Italia!

Elenco dei nostri concittadini caduti per la Patria nel Gennaio del 1916 :

 Romanello Leonardo di Giuseppe, soldato 54° battaglione bersaglieri, nato il 30 giugno 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 1° gennaio 1916 nella 29.ma sezione di sanità per ferite riportate in combattimento.

 Piluso Vincenzo di Domenico, soldato 129° reggimento fanteria, nato il 20 giugno 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 25 gennaio 1916 sul Monte San Michele in combattimento.

 Turiace Francesco di Giovanni, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 18 giugno 1893 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 27 gennaio 1916 a Nocera Inferiore per malattia

 Febbraio 1916

Elenco dei nostri concittadini caduti per la Patria nel Febbraio del 1916:

 Gammetta Antonio di Giuseppe, soldato 19° reggimento fanteria, nato il 8 maggio 1889 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 9 febbraio 1916 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento

  Morrone Francesco di Salvatore, soldato 59° reggimento fanteria, nato il 11 gennaio 1889 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 23 febbraio 1916 in Albania per ferite riportate in combattimento

 Marzo 1916

La cronaca del Popolano di questo mese e le lettere (censurate) dei nostri soldati sono una testimonianza delle grandi difficoltà che attanagliano la mia Città 


Una proposta del “Il Popolano”

Dal momento che una disposizione che una disposizione prefettizia ha proibito ogni festa religiosa per evitare agglomeramenti di persone in questi tempi eccezionali, non sarebbe il caso di riunire tutte le somme che alle feste dovrebbero essere devolute, per venire in aiuto alle famiglie dei richiamati?

Lanciamo l’idea, nella speranza che qualche volenteroso voglia davvero utilizzarla.

 

Lettere dal Fronte

29 marzo 1916

Carissimo cognato,

ieri mattina, lunedì, una squadriglia di aeroplani nemici si è spinta fino a noi per esplorazione e chi sa che danni avrebbe arrecati, se una violenta azione dei nostri bravi artiglieri non li avesse abbattuti.

Figurati! Ci hanno svegliati prestissimo. L’orizzonte era solcato da lingue di fuoco impressionanti e l’aria rimbombava dei colpi assordanti delle Artiglierie antiaeree. Uno spettacolo assolutamente indescrivibile!

Più tardi ho appreso che due velivoli nemici erano caduti. Il capo squadriglia austriaco s’era suicidato cadendo.

Benedetto lunedì! Abbiamo festeggiato la vittoria, brindando alla salute dei solerti tiratori ed alla prossima finale vittoria.

Ti abbraccio

Tuo cognato

Demetrio

<> 

31 marzo 1916

Caro don Ciccio,

ricevo di rado il simpatico Popolano. Come va? Qui tutto procede benissimo e non c’è giorno che non si atterri qualche velivolo nemico. Ebbi la soddisfazione di vederne uno che cadde presso il nostro accampamento. Era carico di bombe, di cui, per fortuna, non scoppiò nessuna. Conteneva anche una mitragliatrice e due ufficiali: un tenente ferito ed il maggiore, comandante il raid, morto. Figuratevi l’ospitalità di cui furono onorati!

Saluti

Umile

<> 

31 marzo 1916

Mio caro don Ciccio,

sotto il battesimo del fuoco mi rammento di voi e del mio bel paese. Non vi so dire quanto io sia contento di trovarmi in mezzo a tanti valorosi figli d’Italia! E m’è caro, così lontano, il ricordo dei concittadini e della famiglia.

Con stima 

Caporale G. Nocito

Un nostro concittadino caduto nel Marzo 1916:



Citino Francesco di Antonio, soldato 51° reggimento fanteria, nato il 4 maggio 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 10 marzo 1916 sul Monte Piana in seguito a caduta di valanga

 

Aprile 1916

Nel mese di aprile del 1916 cade un nostro concittadino:



Orlando Francesco Salvatore di Giovanni, soldato 11° reggimento fanteria, nato il 6 giugno 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 14 aprile 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento

 

Maggio 1916

Un anno di guerra. Sono 36 le famiglie coriglianesi che non vedranno più i loro familiari partiti per la guerra. Tra questi eroi morti per la Patria ci sono ragazzi appena ventenni. Così il Popolano racconta questi giorni.

 

Festa patriottica

Il 24 maggio, per invito di S.E. il Ministero della P.I., in tutte le scuole d’Italia commemorarono la nostra entrata in guerra.

A Corigliano la festa ebbe luogo nel locale delle scuole maschili, dove gli alunni riuniti ascolteranno con vivo interesse la parola dei maestri Vincenzo Tieri e Raffaele Amato. Il maestro Tieri illustrò le cause e lo svolgimento della guerra europea, dal delitto di Sarajevo alla partecipazione italiana, rilevando, con molto calore patriottico, le sante e giuste ragioni che determinarono la nostra entrata in guerra contro il secolare nemico. Il maestro Amato, pigliando le mosse dalla dichiarazione della guerra contro l’Austria, parlò con vivo fervore dell’opera dei nostri soldati ed indicò agli alunni i doveri che ciascun italiano ha verso la Patria nel tragico momento attuale.

Tutt’e due i discorsi furono entusiasticamente applauditi e provocarono una ammire-vole ovazione all’Italia ed all’esercito. 

Noi, plaudendo agli iniziatori della simpatica festa, ci congratuliamo cordialmente con i giovani Tieri ed Amato, i quali, da buoni educatori, contribuiscono validamente a tenere alto il morale della nostra popolazione

 

Un valoroso coriglianese

Luigi Manna di Giovanni della classe del 1891 è stato ferito per ben tre volte: 1.volta il 19 luglio 1915 sul Col di Lana da una pallottola di shrapnell; la 2. volta il 16 novembre dello stesso anno ad Ormello da una scheggia di granata; la 3. volta il 24 aprile 1916 a Dogonero. Ha sei fascette; per le Campagne Libiche, Avezzano e la Campagna attuale; ha avuto una medaglia d'argento al valore ed un'altra medaglia d'argento serba e la croce di guerra. Porta il distintivo per le fatiche di guerra con tre stellette. Sarebbe superfluo, stonerebbe addirittura, una lode al valore di questo giovane milite che ha onorato la natia Corigliano col suo eroismo.

Infatti sono per se stessi troppo eloquenti e noi perciò lasciamo ad essi di tessere la più bella e ambita lode a chi l'ha compiuti.

 

L'elenco dei nostri concittadini caduti per la Patria nel maggio 1916 :

 

Buono Francesco di Giovanni, soldato 19° reggimento fanteria, nato il 23 aprile 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 14 maggio 1916 su San Martino del Carso in combattimento

Spina Giuseppe di Domenico, soldato 64° reggimento fanteria, nato il 1 maggio 1894 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 15 maggio 1916 sul Campomolon in combattimento

 

Ceraso Antonio di Domenico, soldato 64° reggimento fanteria, nato il 18 settembre 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 19 maggio 1916 sul Coston d’Arsiero per ferite riportate in combattimento

  

Rango Luigi di Pasquale, soldato 59° reggimento fanteria, nato il 20 giugno 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 26 maggio 1916 in combattimento

 

Giugno 1916

 

Questo mese è un altro mese drammatico per i nostri concittadini. Oltre ai dispersi per le navi affondate, ai morti sui campi di battaglia, ben due nostri eroi muoiono in seguito ad azione di gas asfissianti. È il 29 giugno 1916. Uno dei giorni più crudeli della prima guerra mondiale, perché in questo giorno gli austro-ungarici usano per la prima volta i gas asfissianti. Alle 5 e 15 del mattino di questo crudele giorno vengono aperte, dai nostri nemici, 6.000 bombole contenenti una miscela di cloro e fosgene. I gas trovano i soldati italiani completamente impreparati e ne uccidono a migliaia. Da questi gas viene investita anche la 72.ma batteria bombardiere del nostro concittadino, appena ventunenne, Cosentino Pasquale, che muore il giorno dopo nell’ospedaletto da campo n° 224, e il 30° reggimento fanteria di un altro nostro concittadino, Cosenza Pasquale, che muore sul campo. Altri resteranno invalidi. È il costo di una guerra decisamente crudele. Segue la cronaca di questi giorni del Popolano

 

Pierino Cimino

Innsbruck 1° giugno 1916

Mamma carissima, ieri scrissi a papà e, come dicevo, sto benissimo. Non vi posso dare per ora l’indirizzo; ve lo manderò la volta ventura; ma vi prevengo che non potrò scrivere più di due volte al mese. Per ora sono all’ospedale di Innsbruk, dove resterò quattro o cinque giorni. Non mi scrivete, perché temo che non mi pervenga la lettera.

Di Giovannino desidero notizie.

Vi bacio affettuosamente tutti, nella speranza di rivederci presto.

Aff.mo Pierino

 

Così l’ansia febbrile della lunga aspettazione è finita ed il grigio succedersi delle domande sconsolate ha ceduto il posto al sorriso della speranza nella casa del dott. Antonio Cimino.

Chi abbia vissuto quei momenti di trepidazione angosciosa non può non sentire un grande senso di sollievo nel leggere la lettera del caro lontano. Perché Pierino Cimino aveva donato la sua fiera giovinezza all’avvenire della Patria con quello slancio spensierato e sublime, che fa dell’uomo il soldato e del soldato l’eroe.

Laureatosi in Scienze agrarie nel maggio del 1915, fu chiamato a prestare il servizio militare, ed uscì dopo due mesi dalla Scuola di Modena col grado di Sottotenente. Fu quindi destinato a raggiungere l’eroico 156° Reggimento Fanteria su l’Isonzo, dove nell’ottobre prese parte a cinque assalti sul San Michele, riuscendo vittoriosissimo con altri pochi colleghi che assieme a lui conducevano il primo battaglione.

Dotato di coraggio e di fede nell’avvenire radioso dell’Italia, egli fu sempre tra i primi nell’assalire il nemico e nel difendere l’onore delle armi italiane. E il sereno entusiasmo giovanile con cui donava il suo braccio alla Patria traboccava nelle frequenti lettere dirette alla famiglia.

Poi venne la nube grigia, greve, inquietante. Di Pierino non si ebbero notizie per qualche mese.

Ch’era successo?

Su l’orlo del dubbio tremendo un dolore paterno ed uno straziante grido di madre trovarono eco nell’ansioso interessamento della cittadinanza intera. E non vi fu chi trascurasse un sol giorno di chiedere notizie del caro Pierino.

Secondo quello che ora si riferisce dal suo attendere e da alcuni ufficiali, egli era partito verso gli ultimi giorni dello scorso maggio per il fronte trentino, assieme ad alcuni colleghi, che, colti da qualche pattuglia austriaca, furono fatti segni ad una scarica terribile di fucilate. Egli, ferito al fianco destro ed alla gamba sinistra, dopo aver resistito eroicamente a l’assalto, esaurì i mezzi di difesa e il 26 maggio fu fatto prigioniero col suo maggiore, di cui egli era l’aiutante.

Al suo ritorno, egli ci dirà l’odissea di sofferenze di cui sarà intessuta la sua vita di prigioniero. 

Per ora noi partecipiamo cordialmente al gaudio della famiglia Cimino e ci auguriamo di riabbracciare presto il carissimo Pierino, del cui valore la città di Corigliano e la Patria gli serberanno perenne ed affettuosa gratitudine.

 

Per la vittoria russa

Non è descrivibile l’entusiasmo che l’annunzio della recente importantissima vittoria dei Russi ha destato nella nostra popolazione. Una folla di popolo si riunì dinnanzi all’Ufficio postale, gridando «Viva la Russia! Viva gli alleati» e da tutte le finestre del paese sventolarono bandiere tricolori.

Noi siamo tanto più lieti del fatto, in quanto questo serve a rialzare il morale degli sfiduciati; i quali, improvvisandosi piccoli Cadorna e Joffre credono di poter dare i loro giudizi da … jettatori ad ogni piccola notizia poco soddisfacente. Ed inneggiamo, con lieto animo, alla strepitosa vittoria russa, che serve, senza dubbio, ad affrettare la vittoria degli alleati.

 

Profughi

È ormai certo che circa cento profughi saranno quanto prima nostri ospiti. Essi saranno alloggiati nel convento dei Cappuccini e naturalmente si tratterranno fra di noi per tutto il periodo della guerra.

Si preparano entusiastiche e patriottiche accoglienze.

 

Auguri

Al valoroso nostro amico, Capitano Gaetano Fino, che per la terza volta è stato ferito sul campo dell’onore, inviamo i più cordiali auguri di prossima completa guarigione.

 

A Giugno del 1916 cadono ben 10 nostri valorosi concittadini: 

 

Lavorato Francesco di Giovanni, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 31 marzo 1894 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 1° giugno 1916 a Monte Maio in combattimento

 

Lavorato Gerardo di Fedele, soldato 14° reggimento bersaglieri, nato il 20 settembre 1882 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 4 giugno 1916 a Monte Maio sul campo per ferite riportate in combattimento

 

Staino Francesco di Giovanni, soldato 277° battaglione M. T., nato il 27 settembre 1879 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 6 giugno 1916 a Spezzano Piccolo per malattia

 

Buonofiglio Francesco di Pasquale, soldato 55° reggimento fanteria, nato il 25 settembre 1893 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, scomparso l’ 8 giugno 1916 in seguito ad affondamento di nave

 

Mazzaferri Natale di Antonio, soldato 55° reggimento fanteria, nato il 1° gennaio 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, scomparso l’8 giugno 1916 in seguito ad affondamento di nave

 

De Bernardis Antonino di Giacomo, soldato 218° reggimento fanteria, nato il 31 maggio 1893 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 13 giugno 1916 su Monte Pasubio per ferite riportate in combattimento.

 

Schiavello Francesco di Giacomo, soldato 8° reggimento bersaglieri, nato il 29 aprile 1894 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 15 giugno 1916 su campo per ferite riportate in combattimento.

 

Cosenza Francesco di Pietro, soldato 30° reggimento fanteria, nato il 24 novembre 1887 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 29 giugno 1916 su Monte San Martino in seguito ad azione di gas asfissianti.

 

Meligeni Pietro Paolo di Giuseppe, soldato 22° reggimento fanteria, nato il 3 luglio 1893 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 29 giugno 1916 su campo per ferite riportate in combattimento. 

 

Cosentino Pasquale di Leonardo, soldato 72° batteria bombardieri, nato il 14 aprile 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 30 giugno 1916 nell’ospedaletto da campo n° 224 in seguito ad azione di gas asfissianti.

 

Luglio 1916

Siamo in piena guerra. Oramai sono molti, varie decine, i nostri concittadini eroi morti per la Patria. Sul Monte Pasubio, uno dei cardini del fronte italiano, in questo mese si registrano battaglie aspre e cruenti, che fanno molti morti. Tra questi, alcuni nostri concittadini, il cui elenco è di seguito. Ritornano per brevi periodi di convalescenza a Corigliano il glorioso tenente Alfredo Tricarico e il capitano medico Domenico Fino, mentre il capitano Francesco Leonetti viene a visitare la propria famiglia.

 

Il Tenente Alfredo Tricarico

Si trova tra di noi il tenente Alfredo Tricarico, il quale, per la seconda volta ferito, è reduce dal fronte per un breve periodo di convalescenza.

Egli presta servizio fin dai primi mesi di guerra e s’è distinto in varie circostanze, tanto da meritare in breve periodo la promozione a tenente effettivo. A quanto ora ci si riferisce, egli ha intenzione di continuare la carriera militare, che noi gli auguriamo rapida e brillantissima.

 

Il Capitano Leonetti

È stato tra noi per qualche giorno il Capitano Francesco Leonetti, che è venuto a visitare la famiglia.

A lui giunga il nostro saluto cordiale

 

Il Capitano medico Fino

È da qualche tempo tra di noi il Capitano medico dott. Domenico Fino, il quale si trova in licenza. Egli, chiamato a prestare la sua opera di medico fin dai principi della guerra, accorse con molto entusiasmo a compiere il proprio dovere, presso le prime linee di combattimento. E con sempre vivo fervore avrebbe continuata la sua opera umanitaria e consolatrice, se una disgrazia non lo avesse messo nella triste impossibilità di restare sotto le armi. Durante un servizio a lui affidato al fronte, un autocarro gli passò sul corpo, producendogli un danno non lieve a tutta la regione addominale.

Benché il caso sia dei più gravi, si spera che la guarigione possa essere completa. Ed è questo che noi gli auguriamo di tutto cuore.

Luglio 1916, otto nostri concittadini cadono sul campo di battaglia:

 

Pane Giovanni di Salvatore, soldato 218° reggimento fanteria, nato il 17 dicembre 1885 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 1° luglio 1916 su Monte Pasubio per ferite riportate in combattimento.

 

Bruno Francesco Saverio di Andrea, caporale 219° reggimento fanteria, nato il 9 maggio 1891 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 2 luglio 1916 in combattimento.

 

De Nardo Vincenzo di Bruno, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 28 settembre 1896 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 2 luglio 1916 su Monte Pasubio in combattimento.

 

La Neve Luigi di Francesco, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 24 settembre 1891 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 2 luglio 1916 su Monte Pasubio per ferite riportate in combattimento.

 

Romano Cosimo di Francesco, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 1° maggio 1886 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 2 luglio 1916 su Monte Pasubio in combattimento.

 

Cassano Antonio di Leonardo, soldato 4° reggimento fanteria, nato il 23 gennaio 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 4 luglio 1916 in Val d’Assa per ferite riportate in combattimento.

 

Presa Luciano di Giuseppe, soldato 112° reggimento fanteria, nato il 13 novembre 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 5 luglio 1916 nell’ospedaletto da campo n° 160 per ferite riportate in combattimento.

  

Fusaro Francesco Salvatore di Santo, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 23 luglio 1880 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 20 luglio 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Agosto 1916

Dopo tanti morti sui campi di battaglia, l’8 agosto del 1916 le truppe italiane, con un ulteriore gran tributo di sangue, liberano Gorizia. È un giorno di festa che galvanizza l’opinione pubblica. Anche a Corigliano si festeggia. Una manifestazione patriottica invade le vie della Città. Di seguito la cronaca del Popolano per farvi rivivere quei giorni particolari dei nostri antenati.



Lettere dal fronte

Zona di guerra, 7 agosto 1916

Carissimo papà,

Scrivo ancora dalla trincea ed in giorni pericolosi ma sublimi, poiché ci si avvicina alla vittoria finale.

Leggendo i giornali, vi potete fare un’idea di quello che mi succede.

Da ogni parte il nemico viene stretto, attanagliato, sconfitto. Sono tre giorni che si lavora, ma il lavoro non ci stanca, perché si ha una meta da raggiungere. Lo spettacolo che offriva oggi il nostro fronte era meraviglioso, per quanto rappresentasse il quadro più spaventevole di morte per i nostri nemici.

E’ dalle dieci di questa mattina che le nostre bombe, da quelle da 16 chilogrammi a quelle da 95, scuotano, squartano, annientano le trincee nemiche. A migliaia, noncuranti del fuoco avversario ne abbiamo lanciate, fino a temere lo scoppio dei nostri cannoncini. La nostra artiglieria ha completata l’opera di distruzione e ad una cert’ora le fanterie si lanciarono all’assalto.

Mai come oggi mi ero formata una vera idea della guerra, perché mia come oggi avevo visto delle intere masse compatte di uomini arrampicarsi sul monte che è stato fino a poche ore fa la nostra dannazione, e, col grido fatidico di Savoia sulle labbra, conquistarlo in pochi momenti, sbaragliando il nemico.

L’Italia può andare altera dei suoi figli poiché qui non c’è uomo che non sia disposto a sacrificare tutto pur di arrivare alla vittoria. E la vittoria l’avremo.

Domani, dopodomani, per un po’ di tempo ne avremo ancora, fino a che il nemico sarà completamente disfatto.

Le fatiche della guerra, coronate dalla vittoria, sono nulla. Sembra che una forza a noi sconosciuta, ci spinga al lavoro, dandoci quella gagliardia di cui si ha tanto bisogno per la santa lotta. E, vedete, son due notti che non ho dormito, se non un paio d’ore, eppure non mi sento stanco. Domani sarà lo stesso poiché il bombardamento continuerà e vi saranno altri assalti; ebbene niente ci preoccupa. Noi abbiamo ormai un solo miraggio, quello della vittoria, e per esso tutto sacrificheremo.

Vi raccomando di star tranquilli ed attendere con me al più presto la gran notizia che ci darà la pace con la vittoria finale. Bacio tutti.

Eugenio Alice

<> 

Zona di guerra, 8 agosto 1916

Viva l’Italia! Gorizia è nostra finalmente, ed il nemico, sconfitto, scappa.

Tutto ciò che qui succede, la lotta che qui si combatte ha del titanico, e se avrò la fortuna di assistere alla vittoria completa, potrò andare altero di aver fatto qualche cosa anch’io per la più grande Italia. Baci ed abbracci.

Eugenio

<> 

Zona di guerra 8-8-915

Caro Don Ciccio.

Perché occupatissimo non ho scritto al primo numero ricevuto. Pochi giorni or sono di ritorno da un viaggetto su per le balze ho trovato un secondo numero del vostro sempre carissimo Popolano. Quanto fa piacere ricevere quel caro giornale che mi fa vivere una buona mezz’ora in mezzo al mio caro ambiente. Mi sembra di essere in mezzo a tutti voialtri nella nostra Corigliano, dalla quale tante centinaia di chilometri mi separano. E non mi stancherei mai di leggere e di rileggere, se il sacro dovere non mi chiamasse altrove. E la mia divisa è il dovere verso la patria anzitutto. L’antepongo a tutti gli affetti e a tutti i pensieri, e sempre pronto a qualunque impresa pur di essere necessario e di giovamento alla santa causa. É col cuore esultante che vi scrivo questa mia, per le brillanti vittorie che si sono ottenute, ed io e i miei compagni tutti dal primo all’ultimo abbiamo salutato col massimo delirio la caduta di Gorizia, dispiacenti solo di non aver avuto l’alto onore di partecipare a tanta vittoria. Saluti carissimi dal

Vostro

 

Cesare Amato

<> 

Zona di guerra, 12 agosto 1916

Carissimo papà,

speravo ricevere una vostra lettera, ma anche quella di mamma mi ha tranquillizzato sulla salute di tutti.

Non posso scrivere a lungo perché non ho assolutamente tempo.

Qui si va avanti di gran corsa. Si fanno dei chilometri senza poter raggiungere il nemico. E’ da credersi che avevamo di fronte dei corridori, poiché sono tre giorni che non si sa dove il nemico sia arrivato e si va avanti, sempre avanti con grande entusiasmo.

La vita faticosa, la mancanza di sonno son cose da nulla. Non si mangia pur di poter conquistare terreno. Sono i giorni più belli della mia vita.

I bombardieri hanno spaventato il nemico e meravigliate tutte le altre armi. Non c’è un generale che non abbia encomiata la nostra arma. I nostri tiri hanno squartato le trincee, riducendo il nemico nell’impossibilità di difendersi.

Ieri un maggiore d’artiglieria mi rivolgeva queste parole: «Può star contento di star nei bombardamenti, perché questa volta hanno fatto più le bombarde che le artiglierie»

Vorrei scrivere più a lungo, ma non posso. Scrivo sulle ginocchia. State tranquilli ché tutto andrà bene.

Eugenio 

 

Dimostrazione patriottica

È assolutamente indescrivibile l’entusiasmo destato nella nostra popolazione dall’annunzio della caduta di Gorizia.

Alle prime notizie fu un accorrere premuroso e ansioso all’ufficio postale, donde era partita la voce. Quindi il paese fu subito imbandierato fra le grida acclamanti dei cittadini.

Intanto veniva distribuito, in ricca edizione tricolore, un supplemento del Popolano, recante le seguenti patriottiche parole:

«Gorizia è caduta. Il baluardo ritenuto assolutamente inespugnabile e intangibile, la fortezza colossale che la tracotanza austriaca ergeva come una sfida superba contro l’Italia trepidante e ansimante sa la via della vittoria; l’ostacolo insormontabile, contro cui si spuntava ogni sforzo titanico del valore romano; la porta di Trieste; la soglia della vittoria; l’altare superbo che accoglie il primo sacrificio cruento della prossima pace: Gorizia nostra. Gorizia di Roma. Gorizia italiana, pegno di trionfo immancabile e ulivo di pace arridente, non è più che un soglio sontuoso da cui la Madre Italia porge le braccia liberatrici all’ansiosa figlia redenta.

Gorizia è caduta; la via di Trieste è aperta.

Chi pensi alle ansie ed alle trepidazioni che han preceduta questa strepitosa vittoria italiana, chi ricordi la lotta terribile sostenuta per un anno sotto le insidie infernali acquattate tra i picchi, gli spalti, le fosse, le trincee, i reticolati nemici, chi riveda il volto scoraggiato di quelli che ritenevano la presa di Gorizia un folle segno irrealizzabile non può oggi non esultare di giusto entusiastico legittimo orgoglio alla lieta inattesa sospirata vittoria italiana.

Abbasso i dubbiosi! Abbasso gli scoraggiati! Abbasso i jettatori!

Quella Gorizia che fu il sospiro anelante di cittadini e di soldati, di governanti e di re, di martiri e di eroi, quella Gorizia giganteggiante su l’Alpe contesa e rosseggiante su l’infocato cielo della vittoria, è vinta, è caduta, è soggiogata. Vi si asside, regina e dominatrice invincibile, l’Italia grande, intorno a cui aleggia, invisibile spirito beneaugurante, l’anima di Guglielmo Oberdan, che dalla fortezza espugnata sorride al cielo di Trieste, su cui al posto del nero profilo di un patibolo infame, occhieggiano le maglie sanguinanti di una catena spezzata.

Cittadini di Corigliano, italiani di Corigliano, la caduta di Gorizia merita la più bella celebrazione. Oggi, alle 5 in Piazza Vittorio Emanuele dovremo essere tutti, di ogni classe, di ogni partito, di ogni ceto, per gridare il nostro entusiasmo a questo sole trionfale, che spunta radioso dall’altitudine di Gorizia caduta, accompagna l’esercito d’Italia su per l’erta via della Vittoria e della Pace!

Viva l’Italia»

All’appello lanciato, con patriottico fervore, dal Popolano, rispose degnamente tutta la popolazione, la quale fin dalle prime ore del pomeriggio cominciò ad affluire in Piazza V.E. dove le prime bandiere e le prime grida davano alla folla fremiti irresistibili di entusiasmo.

Alle cinque, una lieta sorpresa; la nuova banda cittadina, composta tutta di giovani allievi, sotto la direzione del nostro direttore Dragosei, usciva per la prima volta per festeggiare degnamente la presa di Gorizia. Quindi la folla scese in Piazza del Popolo, dove il più vivo entusiasmo e le più belle sonate patriottiche celebrarono allegramente la vittoria italiana.

La festa ebbe un epilogo originale. Un soldato ferito partecipante alla dimostrazione ebbe la curiosa idea di lanciare un pomidoro sul viso di un tale, che si dice faccia professione di austrofila. Qualcuno sosteneva che la mattina egli avesse stracciato dinanzi al soldato ferito qualcuno dei manifestini pubblicati dal Popolano e che il soldato, indignandosi gravemente per l’atto quanto mai balordo ed antipatriottico, avesse detto al voluto austrofilo: «Bada di non farti vedere quest’oggi alla dimostrazione, se no ti piglio a pomidori» 

Ma l’uno non aveva raccolta la minaccia e l’altro s’era vendicato.

 

Il Sottotenente Noce

È stato a Corigliano un solo giorno per salutare i numerosissimi amici e conoscenti il nostro egregio e stimatissimo amico Sottotenente Pasquale Noce.

Egli presta da circa un anno il servizio militare in qualità di ufficiale medico, ed attualmente si trova in una stazione di convalescenti nella zona di guerra, dove presta le sue sapienti ed amorevoli cure a soldati ed ufficiali feriti.

Il Sottotenente dottor Noce è subito ripartito per la sua attuale residenza festeggiatissimo da tutti gli amici.

Lo accompagni il nostro cordiale saluto beneaugurale.

 

Passaggio di prigionieri

È stato segnalato alla nostra stazione ferroviaria il passaggio di un treno di prigionieri austriaci, tra cui ufficiali dello Stato Maggiore.

Alla Stazione si trovavano moltissimi cittadini. Ma fu mantenuta la più grande calma.

A proposito di prigionieri, sappiamo che il nostro egregio Sindaco ha sollecitato l’invio di quelli che saranno ospitati da Corigliano e ci auguriamo che la loro venuta non sia rimandata alle calende greche.

 

Agosto 1916, l'elenco dei nostri valorosi concittadini caduti in guerra:

 

Salvatore Giovanni Francesco di Domenico, soldato 70° reggimento fanteria, nato il 15 luglio 1886 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 4 agosto 1916 nel 238° reparto someggiato di sanità per ferite riportate in combattimento.

 

Ferraro Giuseppe di Antonio Nicola, soldato 57° reggimento fanteria, nato il 19 agosto 1885 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 6 agosto 1916 a Gorizia in combattimento.

 

Ulisse Giuseppe di Leonardo, soldato 19° reggimento fanteria, nato il 23 maggio 1889 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 7 agosto 1916 nella 22.ma sezione di sanità per ferite.

 

Amodeo Antonio di Natale, soldato 156° reggimento fanteria, nato il 4 gennaio 1894 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 10 agosto 1916 a Monfalcone per ferite riportate in combattimento.

  

Grispo Francesco di Pietro paolo, soldato 19° reggimento fanteria, nato il 21 marzo 1890 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 11 agosto 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Settembre 1916

In questo mese partono per la guerra i nostri ragazzi appena diciannovenni. La Patria ha bisogno di loro per la vittoria finale. È la dura legge della guerra. Sui campi di battaglia continuano a morire numerosi nostri concittadini, tra questi il decorato di medaglia di bronzo: Straface Leonardo. La cronaca si occupa anche delle gesta dell’eroe Francesco Berardi, nostro concittadino. Nel Frattempo a Corigliano, come in tante altre città d’Italia, si organizzano i cosiddetti Ricreatori-Asilo per i figli dei combattenti. È un’iniziativa pregevole per i più bisognosi che godranno di refezioni e di corsi d’insegnamento gratuiti. Ecco gli articoli del Popolano 

 

Un eroe coriglianese

Berardi Francesco di Gerardo, che è un robusto ed entusiasta figlio di Corigliano, risiedeva da più anni in America, donde volle subito ritornare appena l’Italia dichiarò la guerra all’Austria. E, partito per il fronte con i galloni di caporale, volle volontariamente servirsi di alcuni tubi di gelatina per far saltare dei reticolati nemici. L’impresa rischiosa ebbe i più felici risultati e l’intrepido caporale riscosse le lodi dei superiori, che gli regalarono una sommetta di danaro, concedendogli un breve periodo di licenza.

Il Berardi avrà la medaglia al valore, per proposta dei suoi superiori.

Congratulazioni ed auguri

 

Ricreatorio-Asilo per i figli dei richiamati.

Per lodevole iniziativa dell’Ispettore scolastico sig. Adolfo Costa, secondato da questo Vice Ispettore sig. Dragosei, dal nostro Sindaco Fino e da alcuni insegnanti, è stato aperto nella nostra città un ricreatorio-asilo per i figli poveri dei richiamati, che godranno una refezione gratuita e l’assistenza di quegli insegnanti che si sono volontariamente offerti a prestare la loro opera.

La direzione amministrativa dell’ottima istituzione è stata dall’Ispettore Costa affidata all’insegnante Vincenzo Tieri. La direttrice dell’Asilo infantile sig.na Diana, la sorella di lei, la maestra Tocci, l’allieva maestra sig.na Evelina Amato ed il maestro Spezzano provvederanno all’assistenza dei fanciulli inscritti.

Sappiamo che il Comune ha già garantito un buon sussidio e ci auguriamo che altri ne vengano dall’Amministrazione provinciale scolastica e dal Governo. 

Il ricreatorio ha sede nel locale dell’Asilo Infantile.

 

La partenza del ‘97

La partenza delle reclute del 1897 è avvenuta nei giorni 21 e 22 settembre fra il più vivo entusiasmo. Senza dubbio a tale entusiasmo han contribuito le notizie delle ultime vittorie delle nostre armi, che precludono alla grande e meravigliosa vittoria finale. 

Ai nuovi soldati il nostro plauso e i nostri auguri

Settembre 1916, l'elenco dei nostri valorosi concittadini caduti per la Patria:

 

Lagano Cosimo Santo di Nicola, soldato 98° reggimento fanteria, nato il 17 novembre 1894 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 1° settembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Straface Leonardo, soldato 59° reggimento fanteria, nato il 2 gennaio 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 2 settembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento. Decorato di medaglia di bronzo al Valore Militare.

 

La Rocca Francesco di Pietro Paolo, soldato 59° reggimento fanteria, nato il 29 ottobre 1890 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 6 settembre 1916 nell’ospedaletto da campo n° 62 per ferite riportate in combattimento.

 

Castelluccio Pietro di Francesco, soldato 161° reggimento fanteria, nato il 18 febbraio 1885 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 12 settembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Ferrari Francesco di Salvatore, soldato 89° reggimento fanteria, nato il 4 maggio 1891 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 14 settembre 1916 a Villa Nova per ferite riportate in combattimento.

 

Marinaro Antonio di Luigi, soldato 19° reggimento fanteria, nato il 27 febbraio 1890 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 18 settembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Cozza Francesco di Alfonso, soldato 219° reggimento fanteria, nato il 11 agosto 1891 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso il 23 settembre 1916 sul Monte Cimone in combattimento.

 

Ottobre 1916

Tra il 10 e il 12 ottobre del 1916 si hanno circa 40.500 perdite tra gli austriaci e 24.500 tra gli italiani, tra questi il coriglianese Giorgio De Pasquale di Luigi, della classe 1886, disperso in combattimento. La guerra non solo è dura, ma ha pure dei costi. Ecco allora che si chiedono ai cittadini italiani i rottami di ferro che possono sembrare inutili, affinché la Patria possa trasformare i rottami in potenti armi contro il nemico. Corigliano, come sempre, dà un grande contributo a questa richiesta dello Stato. Da notare che in questo periodo vengono premiate anche le donne che sostituiscono gli uomini nella conduzione dei poderi. Segue la cronaca del Popolano

 

Per le donne addette ai lavori agricoli

In attuazione delle disposizioni contenute nel Decreto ministeriale 1° giugno 916, l’on. Ministero di Agricoltura ha sollecitato le proposte per l’assegnazione di premi alle donne che avranno sostituito gli uomini nella conduzione dei poderi o nella esecuzione dei lavori agricoli, ed ancora a quelle aziende ed organizzazioni che si saranno singolarmente distinte per l’utilizzazione della mano d’opera femminile nei lavori agricoli.

La redazione delle proposte per le donne della provincia di Cosenza è stata affidata al prof. Giovanni Salerno, direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Castrovillari.

I premi consisteranno in diplomi accompagnati da medaglie, oppure in diplomi e medaglie, a cui si aggiungeranno piccole somme di danaro.

Ogni singola proposta di premio dovrà avere la sua motivazione. 

All’uopo il prof. Salerno ha diramato una circolare, in cui chiede l’aiuto efficace di persone volenterose o di comitati locali espressamente costituiti per tale scopo o dei pubblici funzionari, che facciano un’accurata e coscienziosa inchiesta e gli segnalino quelle donne di loro personale conoscenza che più si sono distinte nei lavori agricoli, comunicandogli con sintetica relazione l’opera benemerita compiuta da ciascuna di esse.

 

Il tenente Pasquale Marino.

È stato tra di noi il tenente Pasquale Marino, il quale, combattendo alcuni mesi or sono, era stato ferito alla parte destra del petto. Egli è un valoroso figlio di Corigliano ed ha dal principio della guerra difeso strenuamente l’onore e la salvezza d’Italia. Promosso, ancora giovanissimo, tenente aiutante maggiore, diede prova di romano valore e si guadagnò la stima e la fiducia di tutti i superiori.

Ora è quasi completamente guarito e si prepara a continuare la sua opera gloriosa, che gli auguriamo feconda di nuove promozioni.

 

Il capitano medico Tricarico

Il dott. Nicola Tricarico, nostro egregio e stimatissimo amico, è stato recentemente promosso capitano aiutante maggiore ed è venuto tra noi per una breve licenza. La rapida promozione è dovuta ai suoi non pochi meriti militari e professionali ed è giusto premio allo zelo energico e sapiente con cui egli attende al suo delicato e non facile compito.

Noi non possiamo che goderne. E, registrando la lieta notizia, ci è caro congratularci cordialmente con l’ottimo amico ed augurargli prossime maggiori vittorie.

 

Per il sottotenente Giuseppe Tricarico.

Il piombo austriaco non ha risparmiato il nostro amico e collaboratore prof. Giuseppe Tricarico, il quale, nominato sottotenente di artiglieria, era andato al fronte con l’ansia virile e ardimentosa di contribuire materialmente alla formazione della quarta Italia.

Nell’ospedale militare, dove egli attualmente si trova, lo raggiunga il nostro fervido e affettuoso augurio di perfetta e sollecita guarigione

 

Raccolta di rottami di metallo

Dal Ministro Comandini è stato rivolto un caldo appello ai Prefetti ed ai Comitati civili, perché sia fatta una raccolta di rottami di metallo che costituiscono la materia prima per la fabbricazione del materiale bellico, e dei quali è stato disciplinato il commercio nell’interno del paese.

I rottami potranno essere regalati ai comitati di assistenza civile, i quali, a loro volta, li venderanno, ai prezzi già fissati dall’Amministrazione della guerra, alle autorità militari. 

L’operazione, dunque, di coloro che volessero offrire la propria quantità di rottami sarebbe ugualmente utile e patriottica.

Ottobre 1916, l'elenco dei nostri valorosi concittadini caduti per la Patria:

 

De Pasquale Giorgio di Luigi, soldato 70° reggimento fanteria, nato il 27 settembre 1886 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, disperso l’11 ottobre 1916 sul Monte Fior in combattimento.

 

Fossetto Gennaro di Vincenzo, soldato 16.ma compagnia mitraglieri Fiat, nato il 6 marzo 1890 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 18 ottobre 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

 

Novembre 1916

Nell'autunno del 1916, per avanzare di pochi metri, le truppe italiane, nel freddo e nella neve, subiscono gravissime perdite. Alcuni reparti, massacrati perché mandati allo sbaraglio, si ammutinano. Il generale Cadorna, severo e spietato, stronca con feroce decisione i casi di ribellione, adottando, per la prima volta, il sistema delle decimazioni. Nei reparti da punire viene preso a sorte un soldato su 10 e quindi fucilato. Di tutto questo non si parla mai nelle lettere inviate dai combattenti alle proprie famiglie, perché la censura non lo permette. Ecco, infatti, la seguente lettera di Salvatore Rugna, che è una testimonianza di quanto appena da me affermato.

 

Lettera dal Fronte

Caro don Ciccio,

vi ringrazio del Popolano che ho puntualmente ricevuto e letto con molto interesse. Qui procede tutto benissimo e il giorno ... [censura] ... le nostre artiglierie ... [censura] ... producevano danni gravissimi ai nemici, i quali ... [censura] ... Perciò la vittoria non può mancare e noi la attendiamo fiduciosi, con la speranza di riabbracciare presto la famiglia e gli amici.

Tanti ossequi

dev.mo Salvatore Rugna

 

Lettera dall'Austria

Siamo lietissimi di poter pubblicare la patriottica lettera del nostro amico dott. Pierino Cimino, che, come tutti sanno, fu fatto prigioniero dall'Austria in una delle recenti avanzate italiane. È interessante che la lettera sia in alcuni punti cancellata dalla censura austriaca, alla quale certo non debbono aver fatto gradita impressione il coraggioso patriottismo e la ferma fiducia nella vittoria, di questo giovine e valoroso figlio di Corigliano. 

Mauthausen, 12-11-916

Carissimo Dragosei,

Ricevo una lettera di papà, dalla quale apprendo che vi siete particolarmente interessato di me pel caso, sfortunato, toccatomi, inserendo nel v. periodico delle righe al mio riguardo. Io, in verità, non posso immaginare che cosa di meritato abbiate potuto dire in quelle righe, né quale straordinarietà di caso v'abbia indotto a ciò, polche mi sembra tanto naturale e comune quanto a me è successo da non meritare, quasi, essere rilevato. Sono, anzi, dispiacente non aver potuto fare molto, ma molto di più e per meglio soddisfare ai santi doveri di cittadino e soldato, e per sentirmi maggiormente orgoglioso di appartenere alla forte razza Bruzia, che seppe così bene affermarsi in questa guerra [censura austriaca]....

Con ciò non intendo affatto sottrarmi al sentimento di riconoscenza di cui mi sento doveroso verso di voi, vecchio amico personale e di famiglia, e verso quei gentili lettori che non restarono indifferenti all'annunzio.

Sento pertanto il dovere di porgervi i miei più sentiti ringraziamenti pel pensiero estremamente gentile, ringraziamenti che vi prego comunicare a quei gentili lettori del v. periodico che presero a cuore i l caso mio.

Giunganvi graditi i miei più sinceri saluti nell'augurio di rivederci..." [censura austriaca]...

Aff.mo

Cimimo Dott. Pietro

Novembre 1916, l'elenco dei nostri valorosi concittadini caduti per la Patria:

 

Giordanelli Andrea di Antonio, soldato 139° reggimento fanteria, nato il 14 gennaio 1881 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 1° novembre 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

 

Fabbricatore Francesco di Domenico, soldato 6° reggimento bersaglieri, nato il 18 settembre 1896 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 2 novembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Lopez Giovanni di Antonio, soldato 78° reggimento fanteria, nato il 30 gennaio 1890 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 3 novembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Visciglia Francesco di Onofrio, soldato 8° reggimento bersaglieri, nato il 30 dicembre 1892 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 10 novembre 1916 nell’ospedaletto da campo n° 201 per ferite riportate in combattimento.

 

Mannaro Oreste di Francesco, soldato 225° reggimento fanteria, nato il 3 febbraio 1881 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 30 novembre 1916 sul campo per ferite riportate in combattimento.

 

Dicembre 2016

Alla fine del 1916, il bilancio dei nostri concittadini morti per la Patria è pesantissimo, ed è altrettanto pesante quello relativo ai nostri concittadini dispersi. Tra questi molti giovani non ancora ventenni. La guerra, oltre ai morti, crea una grande crisi economica, e così, in questo mese, si riunisce, in una seduta straordinario, il nostro Consiglio Comunale per un ordine prefettizio. Di seguito la cronaca del Popolano.

 

Al Municipio

Seduta straordinaria del 26 dicembre 1916

Sotto la presidenza del Sindaco, avv. V.Fino, si sono riuniti i consiglieri signori: Sangregorio, Romanelli, Maradea, Terzi, Polino, Dragosei, Mingrone, Ciollaro, Cimino, Gerace, Quintieri, De Novellis, Amato e Pisani.

Aperta la seduta, il Consigliere Sangregorio propone che si chiedano al Governo dei prigionieri da utilizzarsi nei lavori di bonifica dei torrenti Fiumarella, Malfrancati, Coscile e del Crati, nonché nei lavori montani e per la strada Montagna. Il Consiglio si associa.

Il Presidente fa quindi notare che la convocazione straordinaria del Consiglio è dovuta ad un ordine prefettizio, perché, ai sensi della legge Comunale e provinciale, si proceda o meno all’applicazione del contributo straordinario per l’assistenza civile e, nell’affermativa, si indichi la misura del contributo nella proporzione di cui nella legge 31 agosto 1916 N° 1020 e nelle circolari del Prefetto del 25 ottobre e 27 novembre scorsi.

Il Consiglio ad unanimità propone di imporre la sovra imposta nella seguente misura:

per quelli che pagano da           10 a 25.,………......2,50

       «          «        «              25 a 50.……..….…..3,50

       «          «        «              51 a 200…….….…...3,50

       «          «        «              201 a 500…….….....7,50

       «          «        «              501 a 1000………....7,50

       «          «        «              101 a 2000………...12,50

       «          «        «              2001 in più………...15,00 

In ultimo si procede alla nomina della Commissione elettorale. Non potendo nominarsi coloro che che ne fanno attualmente parte, si eleggono: Pisani V., Impagliazzo Agostino, Ciollaro S., De Novellis G., come titolari; e Sangregorio, Maradea, e Torchiaro come supplenti.

L'anno 1916 termina con un'altra morte di un nostro concittadino valoroso:

 

Garasto Giovanni di Francesco, soldato 81° reggimento fanteria, nato il 3 maggio 1895 a Corigliano Calabro, distretto militare di Castrovillari, morto il 13 dicembre 1916 sul Monte Piana in seguito a caduta di valanga.

 

Anno 1916

Nel 1916 ben 49 nostri concittadini cadono sui campi di battaglia per la Patria, e in particolare per la conquista di Gorizia.

 

Crediti