Categoria: Politica
Visite: 554

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca o colore dei vestiti, chi non rischia, chi non parla a chi non conosce…

” Sono i versi di Martha Medeiros, in Morte Devagar presi in prestito nientemeno che dal coordinatore ionico della Lega, Paolo Lamenza, per descrivere quello che è l’attuale scenario di Corigliano-Rossano e della terza città della Calabria che definisce «triste, pietoso, lagrimevole» dove «tutto lentamente muore…». Un’analisi impietosa quella dell’uomo del carroccio che dipinge, dalla sua prospettiva, l’attuale stato dell’Amministrazione comunale. «In tanti – scrive Lamenza – hanno sognato un cambio di rotta rispetto al passato, una macchina comunale efficiente e una squadra di assessori competenti. Infine, anche i più scettici, accettando il responso elettorale, non hanno potuto fare a meno di zittire ed attendere. A sei mesi dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, lo scenario della città unica, però, è triste, pietoso, lagrimevole e tutto lentamente muore. E l’analisi del coordinatore leghista parte da lontano: «nulla è cambiato rispetto alla fallimentare amministrazione Mascaro ed alla successiva fase commissariale, se non, come in una scacchiera, la traslazione di uffici senza una minima programmazione né una chiara ed utile logica». Il leitmotiv è sempre lo stesso: l’incapacità di programmazione e visione per governare al meglio questo territorio. A partire proprio dalla macchina comunale, da quell’elefante burocratico dove «nulla è mutato… eppure – precisa caustico Lamenza – lo stesso sindaco aveva messo in primo piano la riorganizzazione interna». E poi giù con la sequela delle centinaia di vertenze ancora inesorabilmente aperte nel territorio e per le quali l’esecutivo cittadino, sempre a detta del coordinatore della Lega, non avrebbe nessuna proposta. Su tutte, la vertenza sanitaria «nessuno – dice ancora Lamenza – ha verificato la fattibilità di un “hub and spoke”». Questo e tanti altri problemi, questioni, vertenze aperte: dalla sanità, appunto, al verde pubblico per finire ai servizi al cittadino e alla incessante richiesta di lavoro. Tutte questioni inserite in quel «il libro dei sogni del sindaco Stasi, del “capitano degli alieni”» che si sarebbero dovute «rivoltare come un calzino» le sorti di una città «cronicamente malata». «Queste le promesse – scrive il coordinatore della Lega – di chi ad oggi, purtroppo continua a dormire senza volere essere disturbato». E poi la chiosa sullo stato dei servizi della città. «Tante mamme ed insegnanti al 5 dicembre aspettano ancora l’accensione delle caldaie che in alcuni plessi scolastici ancora non è avvenuto. I cittadini sono stanchi di danneggiare le loro autovetture il quanto il manto stradale, diventato ormai un colabrodo, rappresenta un grave pericolo per se e per gli altri. Nelle contrade tutti aspettano si dia mano alla pulizia di canaloni di raccolte delle acque prima che il maltempo possa procurare danni a uomini e cose. Il decoro urbano, poi, tanto osannato dal “Capitano degli alieni” non ha precedenti; nelle contrade, ormai abbandonate al proprio destino».