Categoria: cultura
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( Pubblicato sul quotidiano “il Giornale” del 25 Aprile 2020 )

Tutti sanno che "Piazzale Loreto", a Milano, prende il nome dalla Madonna di Loreto ma per la sinistra prevale il significato di “luogo della memoria”  di una "strage fascista", che in quel piazzale si consumò con la fucilazione, il 10 agosto 1944, di 15 partigiani, giustificando, così la successiva "barbara" esposizione di cadaveri, appesi per i piedi ed esposti al ludibrio di una folla inferocita,che l'onesto galantuomo Ferruccio Parri definì: MACELLERIA MESSICANA.

Ma i  fatti storici non nascono ma i come i funghi. Bisogna individuare, sempre, le cause occasionali e,quel che più conta,le cause remote, che  sono il vero "motore" della Storia. Sarebbe troppo riduttivo accontentarsi  del racconto partigiano e degli sciocchi fiancheggiatori: 15 partigiani fucilati, una ventina di fascisti esposti, tanto per...”pareggiare il conto”. Ma, a parte il sovrannumero (sovrappeso), i conti non tornano per un altro motivo. Vediamo come si generò quella spirale di odio e vendetta. Occorre fare un coraggioso passo indietro, correndo il rischio di dover indispettire i patetici "devoti" vetero-ex-fu-pseudo-cripto-para-filo-neo-comunisti. Fino all'otto Agosto del 1944, un corpulento sergente tedesco,Carl Kuhn, si recava,con una camionetta, in Viale Abruzzi, alla convergenza con Piazzale Loreto e distribuiva, ogni mattina, gratis, a donne e bambini, abbondanti  razioni di latte. E quelle donne e quei bambini, a quel sergentone, familiarmente soprannominato "el Carlun", erano infinitamente riconoscenti, data la grave carestia alimentare del momento. "Ma i comandi partigiani non sopportavano quell’affronto alla lotta partigiana che voleva i tedeschi dispensatori solo di morte. Bisognava porre fine a quella "mortificante" donazione. E vi posero fine. Col metodo caro alla lotta partigiana: L’atto terroristico. Risultato:  Il sergente, che riposava nel camion, rimase ferito. 7 i morti italiani, di cui tre, bambini. Altri 11 italiani, feriti. Così "imparavano", specie gli italiani, ad intrattenere rapporti, amichevoli e di gratitudine, coi "crucchi”. Costi quel che costi, anche la vita di 7 italiani innocenti, anche la vita di 15 ostaggi innocenti. E da quel giorno quel “Carlun" pose fine all’offensivo “rito” della distribuzione del latte. Ma  non crediate che i partigiani aspettassero il 28 Aprile del 1945 per consumare l’ulteriore vendetta con la macabra esposizione di quella truculenta MACELLERIA MESSICANA. Subito a ridosso della rappresaglia tedesca, il comando partigiano dell’Ossola, agli ordini di Cino Moscatelli, scatenò la vendetta partigiana ordinando la fucilazione di militi fascisti e tedeschi, da tempo prigionieri dei partigiani. E tanto per largheggiare non lesinò nel numero. Furono fucilati 30 militi fascisti e 15 soldati tedeschi, cioè nel rapporto di 3 a 1, misura che Moscatelli ritenne equa per bilanciare i 15 partigiani fucilati a piazzale Loreto. A questo punto sarebbe logico pensare che la partita fosse chiusa, anche se a tutto favore della sete di sangue partigiana. Ma così non fu. E il rivoltante epilogo fu la MACELLERIA MESSICANA di piazzale Loreto, ultimo atto di una tragica serie di stragi innescata con il cruento criminoso attentato di viale Abruzzo che mirava ad avvisare, tutti quegli inermi cittadini, del rischio che correvano nel farsi regalare...latte fresco. È proprio vero, la spirale dell’odio, nel suo crescendo, non conosce fine. A consuntivo di tutta la tragica vicenda, innescata dall’ininfluente, ai fini strategici, vile attentato di viale Abruzzi, il bilancio dei morti fu il seguente: -7 italiani morti per mano partigiana in viale Abruzzi, più 11 feriti; -15 civili (partigiani) fucilati come rappresaglia per mano nazifascista; -30 militi fascisti più 15 soldati tedeschi fucilati per vendetta partigiana; -20 gerarchi fascisti fucilati ed appesi per i piedi per dileggio partigiano. In totale 72  vittime sacrificali dovute a quell’iniziale attentato attuato nell’inutile, almeno ai fini strategici, intenzione di sminuire l’efficacia propagandistica derivante dalla distribuzione del latte. Tanto è costato un po’ di...latte.

Ernesto Scura