di Cristian Fiorentino
Le bellezze artistiche e architettoniche del borgo antico coriglianese sono preziose e rinomate a tutti. Ogni qualvolta c’è un evento e per l’occasione arrivano ospiti da fuori confine o turisti, l’apprezzamento per l’immenso patrimonio è considerevole.
Le chiese, la storia di San Francesco a Corigliano, il castello, vie, vinelle e tanto, tanto altro permettono a Corigliano di esprimere un’immagine tangibile e prestigiosa. E allora non si capisce mai bene perché non si voglia bene al proprio paese in maniera concreta ad iniziare dagli ambienti in cui si vive. Perché imbattersi in rifiuti e sterpaglie, così come successo di recente a tanti amanti e frequentatori del centro storico, non è certamente un buon sintomo.
Purtroppo, in tale contesto l’inciviltà la fa da padrona e basta osservare le foto, segnalate da alcuni cittadini che spesso amano percorrere i percorsi del borgo, per farsi un’idea dell’andazzo. Gli scatti riprodotti toccano viale Rimembranza e i piloni dell'antico acquedotto, voluto da San Francesco di Paola nei suoi anni a Corigliano per portare l’acqua dalla sorgente pre-montana a tutto il paese, annaffiati da spazzatura. E ancora la zona della chiesa di San Domenico e annesso convento ricoperta di vegetazione e altri scarti. Scorie segnalate anche presso i gradoni di S. Antonio, con la presenza di amianto e materiale di risulta.
Altra situazione non consona quella mostrata sul lato destro davanti l’ingresso principale dell’ospedale “G. Campagna” che indica un fondo sdrucciolevole e per giunta pericoloso per i pedoni che quotidianamente vi transitano. Tra gli altri, indicati un muretto pericolante in via A. Diaz di fronte palazzo Solazzi Castriota e anche il mal funzionamento delle luci che dal ponte Margherita costeggiano la strada che conduce in paese.
In tale ottica ambientale le nuove generazioni si possono educare ad iniziare dalla scuola con programmi mirati ma per gli adulti che ancora, nel 2025, si rendono protagonisti in negativo per gettare rifiuti ovunque il discorso è un po' più serio. Bisognerebbe vigilare, grazie alla tecnologia, su diversi siti del territorio, compresi quelli storici, per ovviare anche a chi getta un singolo fazzoletto, una carta o una cicca o materiali più consistenti. Non è difficile capire che nell’era tecnologica che viviamo, telecamere e foto-trappole possono essere un ottimo deterrente.
Chiunque, tuttavia, dovrebbe capire che voler bene al proprio paese significa anche tenerlo pulito. Avere cura della propria città è sintomo di civiltà ed educazione. Ed è pur vero che anche la macchina comunale, al di là degli sforzi prodotti, dovrebbe essere più vigile contro i trasgressori e più attenta ed efficiente in termini di ripristino delle zone invase da rifiuti o vegetazione.
Semplici amanti del centro storico coriglianese, residenti civili o turisti che ammirano le bellezze artistiche presenti e poi di contro si imbattono in scene come quelle presenti nelle foto, hanno il diritto poi di denunciare l’indice positivo ma anche quello avverso. Il recupero di un centro storico che molti invidiano come quello di Corigliano, passa in primis dall’aspetto civile e dalle buone abitudini dove ognuno deve recitare la sua parte, dai cittadini all’intero comparto politico, amministrativo ed esecutivo comunale: sia in termini di prevenzione, di educazione che di sanzioni laddove fosse necessario.