
di Cristian Fiorentino
Miglior occasione non poteva esserci per omaggiare la Solennità di San Pio da Pietrelcina. Nel pomeriggio dello scorso 23 settembre, infatti, e nella data in cui la Chiesa commemora Padre Pio, tra i Santi più amati e conosciuti al mondo, due i momenti religiosi vissuti presso il nosocomio del centro storico coriglianese.
All’ingresso dell’ospedale “Guido Compagna” di Corigliano, in effetti, dopo un prodigioso e minuzioso restyling e la reintegrazione della storica statua di Padre Pio, devoti, religiosi, personale sanitario e benefattori hanno compartecipato ad un commovente evento. Simulacro del “Frate con le Stimmate” lo scorso febbraio seriamente danneggiato da una tempesta di vento e spezzato in più segmenti.

La ristrutturazione del monumento di S. Pio è stata espletata gratuitamente con straordinaria oculatezza ma soprattutto grazie ad una grande venerazione dal maestro restauratore Peppino Risafi. Dopo la ricollocazione dell’effigie, avvenuta lo scorso 13 settembre, martedì scorso 23 settembre è avvenuto prima lo svelamento e poi la benedizione della statua tra momenti di preghiera, applausi e fuochi pirotecnici. Riti adempiuti dal cappellano dell’ospedale Don Agostino Stasi accompagnato per questo speciale avvenimento da Don Santo Aquilino, storico cappellano del nosocomio, Don Vincenzo Ferraro, assistente spirituale diocesano dei “Gruppi di Preghiera di Padre Pio”, e Don Gianni Filippelli, cappellano del presidio ospedaliero di Rossano “Giannattasio”.

Sacerdoti che subito dopo hanno officiato nella limitrofa e accogliente chiesa di Sant’Anna la Celebrazione Eucaristica, per l’occorrenza gremita al suo interno e sullo spiazzale. Vista la nutrita presenza di partecipanti si è deciso di spostare, in effetti, la funzione della Santa Messa in un primo momento stabilita nella cappellina di “San Giuseppe Moscati”. Sacra Funzione assistita dai ministranti e armonizzata dallo straordinario coro della parrocchia “San Giovanni XXIII”. Evento presenziato, tra gli altri, dalle varie anime caritatevoli che hanno reso possibile il restauro, la direttrice sanitaria Maria Pompea Bernardi e il presidente dell’ordine dei medici Agata Mollica, nonché dai tanti medici della stessa struttura nosocomiale.

Diverse anche le associazioni che hanno preso parte alla manifestazione tra Avo, Unitalsi, Azzurra, Sant'Egidio, i gruppi di preghiera Padre Pio, Rotary e Kiwanis. Tra i benefattori che hanno sostenuto con grande devozione l’opera compiuta: l’artista Peppino Risafi che ha ridato vita al simulacro di S. Pio, la famiglia Rinaldi che ha donato il materiale necessario per il restyling e Vincenzo Lasso che ha curato gli addobbi floreali. Nella sua peculiare omelia Don A. Stasi, invece, ha saputo cogliere diversi passaggi di questa storia evidenziando: «Oggi siamo chiamati ad esultare per vivere insieme un Grande momento di Grazia. E non a caso la Parola di Dio ci viene incontro in maniera particolare.

La prima Lettura parla della ricostruzione del tempio perché all’epoca era stato distrutto ma Dio fece ritornare il Suo popolo Santo a Gerusalemme per riedificare la sua Casa. Un po' quello che è successo al nostro ospedale affinché avesse una propria eco. L’evento di oggi interessa tutta la città e anche oltre, visto che passando nei reparti incrocio persone di tanti paesi e non solo del nostro territorio. Oltretutto, quando stai bene nell’animo la guarigione fisica può essere accelerata e sostenuta. L’integrità della persona passa da anima e corpo alla Fede che ha da dire qualcosa ad un luogo importante come questo. Abbiamo sentito tanto nei mesi scorsi e in ospedale la mancanza della statua di San Pio da Pietrelcina.

Causa un brutto temporale che ha spazzato via il busto, siamo stati privati di questo punto di riferimento: oggi è tornato a risplendere. Un'effige con un volto sereno, pacifico e pacificante. E come nella prima lettura tutta accade a marzo dove si presenta a noi Peppino Risafi prendendo l’incarico di rigenerare la statua di San Pio. Ma le similitudini sono anche nella numerologia: sono serviti 6 anni per la ricostruzione del tempio e a noi 6 mesi per rimettere la statua alla pubblica venerazione. La proclamazione della Parola di Dio, in cui siamo chiamati ad avere fiducia perché in qualche modo ci parla, attraversa la Storia e abbraccia la realtà. Quando noi avevamo pensato ad una raccolta fondi per una nuova statua, la Provvidenza, una sera, ci ha inviato Peppino Risafi che con grande semplicità si è messo a disposizione. Dalla prima ricognizione sembrava una missione impossibile ma oggi rappresenta un miracolo riaverla al suo posto, ancora più risplendente di prima, grazie all’opera di P. Risafi. Per le maestranze dobbiamo, altresì, ringraziare la famiglia Rinaldi che ha offerto un importante contributo alla realizzazione di questa realizzazione.

Opera che riguarda tutti e che si riallaccia all’opera più grande che ha compiuto Padre Pio ossia l’ospedale “Casa Sollievo”: segno della Verità che San Pio è stato, è e sarà e che rappresenta la Santità di Dio verso gli ultimi. Nella statua S. Pio tiene in mano un crocifisso che un ulteriore tocco di stile ripristinato e che afferma la Spiritualità della Croce come “Servi della Sofferenza”, diffusasi grazie alla sua Professione di Fede. In Padre Pio ritroviamo l’importanza della Croce che può essere molte volte scandalo ma tante altre volte occasione di Grazia e di incontro con la Presenza di Dio. Croce che, se vissuta insieme a Gesù è consolazione, Pace e anche Gioia dove si può cogliere la profondità di Dio per ognuno di noi. Anche questo evento, per cui chiediamo Grazie, lo ha voluto Dio ma anche gli uomini, esattamente come nella prima Lettura dove i costruttori costruivano con coraggio e con entusiasmo il tempio perché seguivano la volontà di Dio e dei governanti. Quando queste due volontà si incrociano si vedono meraviglie. Dio ha toccato il cuore di Peppino Risafi, in questa circostanza, ma anche il nostro cuore e di tanti pazienti ricoverati molto devoti a S. Pio. La Parola di oggi illumina ed è Salvezza e speriamo anche noi di essere “Familiari di Gesù e Figli di Dio nel nostro Signore”». Prima della benedizione, lo stesso Don A. Stasi, tra uno scroscio di applausi continui, ha ringraziato veramente tutte le componenti che hanno permesso questo “Evento Miracoloso”. A margine della liturgia, vissuti altri emozionanti istanti, ad iniziare dalla riconoscenza della direttrice sanitaria M. P. Bernardi al restauratore Peppino Risafi. Artista che ha spiegato le varie fasi di ripristino della statua raccontando soprattutto un sogno premonitore di un paio di anni fa, in cui Padre Pio gli chiedeva che “Un giorno gli sarebbe servito il suo aiuto”. Ebbene, avendo scoperto fortuitamente l’accaduto alla statua, il buon Peppino ha capito che quel giorno era arrivato e si è proposto subito per la risistemazione dell’amata effigie accettando una sfida che da impossibile è divenuta realtà concreta. Opera, inoltre, devoluta in memoria del papà Vincenzo Risafi, infermiere tecnico di radiologia ed analisi presso lo stesso ospedale di Corigliano, assumendo così un valore affettivo e sociale ancora più sintomatico. Ricordata anche la famiglia Terzi che volle donare e posare nel 1998 la statua di S. Pio al varco principale dell’ospedale “G. Compagna”. In coda, la stessa direttrice M. P. Bernardi e il cappellano A. Stasi hanno voluto omaggiare con una targa ricordo P. Risafi. Delle statuette di San Giuseppe Moscati sono stati invece donate alla stessa direttrice, alla famiglia Rinaldi e a Salvatore Risafi. Donati, invece, tre arazzi: due “Tavole della Concordanze del Codice Purpureo” alla direttrice, al vice direttore primario Carlo Cimino e l’arazzo della “Madonna Achiropita” al pres. dell’ordine dei medici A. Mollica. Proiettato anche un video, come omaggio all'impegno, con alcune delle fasi della lavorazione della statua. Coinvolgente anche la riflessione di Alessandra Rinaldi sul rapporto che connette da sempre San Pio alla propria famiglia. A corredo dell’intera manifestazione, offerto anche un buffet con immancabile taglio della torta a tema. Pomeriggio trascorso con grande slancio devozionale ma costellato da commozione, ricordo e Segni da custodire in quella Speranza Cristiana evocata più volte sulla traccia dell’eredità di Padre Pio.



