di Cristian Fiorentino
Lo scenario in cui ci si imbatte percorrendo le strade interne che da contrada San Francesco d’Assisi, sia da via Santo Stefano che da zona Cardame, conducono a contrada Brillia, allo scalo di Corigliano, è a dir poco avvilente.
Le due arterie che portano alla frazione, dove sono ubicati palazzetto e stadio, sono costellate dai soliti cumuli di rifiuti in ogni dove. L’andazzo degli “scaricatori seriali” di ogni genere di spazzatura, ormai in voga da anni, non si arresta in nessun modo e sembra che anche l’unica telecamera, presente nel punto più nevralgico e inquinato della stessa zona, non sia servita a farli desistere. Sperando sempre che la telecamera in questione sia funzionante per perseguire i soggetti che compiono tali reati ambientali, perché di tale si tratta, il trend del negativo fenomeno resta grave e sempre più in crescendo. Come testimoniano le foto sono presenti scorie di ogni tipo nonché ingombranti per un danno ambientale non da poco.
Ancora più mortificante la situazione all’esterno dello stadio. Oltre ai tanti rifiuti sparsi intorno all’ellisse esterna della struttura di gioco, c’è da segnalare un altro assurdo fenomeno già segnalato da questa testata nel mese di agosto 2024 (https://www.ilcoriglianese.it/index.php/societa/denunce/9079-stadio-citta-di-corigliano-contrada-brillia-e-zone-limitrofe-in-profondo-stato-di-abbandono ) . In corrispondenza, infatti, della biglietteria ospite si è creato, negli ultimi due anni, un mega stagno di acqua. Acquitrino in simmetria con il pozzo dell’acqua collocato all’interno dello stadio e perdita che ha generato questa sorta di laghetto dove, oltre a galleggiare spazzatura, al suo interno adesso si è creata una vera e propria vegetazione e palude. Possibile che in tutto questo tempo nessuno della macchina comunale si sia accorto di questo problema ponendovi rimedio?
Eppure, la stessa zona, essendo da mesi in corso il restyling dell’interno stadio, è frequentata da operai e addetti ai lavori frequentemente. Scenario che lascia esterefatti e indignati sportivi o semplici cittadini. Immagini allegate a questo articolo più che esaustive e più di mille riflessioni che si possano articolare. L’auspicio è che qualcuno tra primo cittadino, assessori, consiglieri, amministratori pubblici, delegati o responsabili prenda visione celermente di questo vero e proprio scempio correndo ai ripari. Si parla tanto di problema e spreco idrico e poi si deve constatare in una struttura pubblica una falla e uno spreco che si sarebbe potuto risolvere già da diverso tempo, evitando la creazione di stagno e palude.
Facile intuire anche il proliferare non solo di sterpaglie ma anche di animali. Frattanto, i lavori di rifacimento all’interno dello stadio “Città di Corigliano” sembrano proseguire. Sulla fine dei lavori e la consegna della struttura, però, non è dato sapere quando e dove. Il fondo del rettangolo di gioco sembra essere ultimato, almeno a vista, ma l’impianto del sintetico ancora non è presente. Oltre al sintetico, oltretutto, c’è da capire se il restyling interesserà altre aree, e se anche questi lavori sono iniziati o finiti.
Eppure, al di là dei proclami e della propaganda via social, restano diverse incognite come la pista d’atletica, utilizzata dall’associazione di atletica leggera che in questi anni ha raccolto anche ottimi risultati e podi nelle manifestazioni nazionali, e non da meno il ripristino delle torri d’illuminazione. Di sicuro c’è che lo stadio è chiuso da aprile 2023. Sono passate due stagioni calcistiche ma di riconsegnare la struttura ancora non se ne sa assolutamente nulla.
Per la prossima stagione sportiva, oltretutto, ad oggi le squadre in Prima Categoria sono due solo a Corigliano ed è difficile immaginare che entrambe possano giocare allo “Stefano Rizzo” di Rossano. L’affollatissimo stadio di viale Sant’Angelo, considerato che la Rossanese ne ha la priorità e vista la schiera di prime squadre e formazioni dei settori giovanili presenti, è da due anni che sta inglobando diverse formazioni calcistiche, tra allenamenti e gare ufficiali. In tale ottica, sono necessarie altre due considerazioni: i sacrifici reali che devono affrontare le singole società coriglianesi anche nello spostarsi in altra sede e il mancato sostegno di sportivi e tifosi al seguito che, per motivi diversi, non sempre hanno le possibilità di spostarsi per assistere alle gare. In tale contesto, inutile, invece, illudersi che qualcuno abbia preso in considerazione anche la possibilità di intitolare lo stadio a qualche illustre personalità coriglianese o qualche campione calcistico defunto e dai grandi meriti sportivi.
Dall’inaugurazione dello stadio, era il lontano 1996, ad oggi nessuna amministrazione, se non per qualche timidissimo tentativo, ha mai preso in esame questa opportunità di intitolare sia lo stadio che il palazzetto. I due centri sportivi vengono sempre denominati con il nome della contrada dove sono ubicati ossia semplicemente Brillia. Mortificante se si immagina che in tante città e paesi d’Italia i luoghi pubblici vengono sempre intitolati e in alcuni casi anche con nomi di brand internazionali, ai fini di marketing. Intanto, per la stagione appena conclusa due società coriglianesi hanno usufruito del campo sportivo “Valli Sant’Antonio”, in terra battuta nel centro storico di Corigliano, facendo di necessità virtù. E anche qui si pone l’interrogativo: essendo lo sport sociale ed aggregazione perché anche il “Valli S. Antonio” non può avere una ristrutturazione essendo tra l’altro l’unico centro sportivo del centro storico coriglianese.
Anche qui si è mai pensato di proporre dei progetti di recupero della struttura per renderla dignitosa e adoperabile sia in termini di terreno di gioco, di spogliatoi che di tribune? Chi ha frequentato quest’anno gli spalti, senza copertura o tettoie del campo di Corigliano paese, sa infatti, che oltre ad erbacce, le gradinate presentano “piante ornamentali e da frutta”, nate spontaneamente, con cui condividere i novanta minuti delle gare ma le cui radici stanno aprendo delle falle nel cemento. È lecito chiedersi se questo quadro di molteplici situazioni, alcune compassionevoli, sarà seriamente affrontato e preso a cuore a due mani per essere risolto o per lo meno pianificato. Considerato che la prossima stagione calcistica inizierà tra agosto e settembre, almeno per quel periodo, delle risposte dovranno essere date altrimenti le squadre coriglianesi dovranno traslocare. Dove? O allo “S. Rizzo” o addirittura in altri paesi limitrofi per le gare ufficiali, senza contare che dovranno rintracciare un campo di allenamento e ancora una volta giocare con un pubblico risicato. Situazioni che potrebbero voler dire far fronte ad altre spese e sacrifici da parte delle società dilettantistiche coriglianesi.