
di Giacinto De Pasquale
Oggi doverosamente colmiamo, da parte nostra, una grande deficienza informativa. Era almeno dal 2023 che dovevamo parlarne, ma per tutta una serie di coincidenze negative, ne parliamo oggi.
Se pur con notevole ritardo, ne parliamo con la gioia nel cuore, perché il nostro personaggio è uno di quelli che, grazie al suo lavoro appassionato e competente, ha fatto meritatamente carriera all’interno del sindacato italiano più grande e importante: la Cgil. Stiamo parlando di un figlio di Corigliano: Primo Sacchetti. Emigrato a soli 23 anni, occupato in un’azienda metalmeccanica in Emilia Romagna, delegato di fabbrica, poi funzionario e dirigente della FIOM Cgil della sua regione. Sacchetti nel novembre del 2022 (da qui il nostro colpevole ritardo) ha mandato in libreria il volume dal titolo "La Scalata dell'Everest in Ciabatte", edito da Futura Editrice.

Si tratta del diario fedele dei 100 giorni che Sacchetti ha vissuto, quale sindacalista della Fiom-Cgil al fianco delle lavoratrici e i lavoratori della ormai "ex" Saga Coffee, lo stabilimento di Gaggio Montano (in provincia di Bologna) a rischio chiusura. Tutto iniziò esattamente il 4 novembre del 2021, con l'annuncio dell'azienda che occupava 220 addetti, prevalentemente donne. Seguì un presidio davanti ai cancelli che durò tre mesi, giorno e notte, al freddo dell'Appennino. A dare man forte alla battaglia, fino al rilevamento da parte di un gruppo brianzolo, a fine febbraio, arrivarono, tra gli altri, il sindaco, Matteo Lepore, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l'assessore regionale al lavoro, Vincenzo Colla, il segretario generale Cgil, Maurizio Landini e la segretaria Fiom, Francesca Re David (ora nella segreteria nazionale Cgil), l'allora ministro del lavoro, Andrea Orlando e il cardinale Matteo Zuppi con la battaglia che diventò un caso nazionale. Poi la firma dell'accordo. Un lavoro prezioso che rivela quanto i social, spesso al centro di accese discussioni e fortemente criticati, in quel contesto hanno consentito a Primo ed alla vertenza di quelle donne e di quegli uomini, di uscire dai cancelli e raggiungere velocemente una platea ben più vasta, far parlare della gravità della situazione di quella isolata e remota realtà dell’Appennino. L’interesse e le collaborazioni sinergiche delle istituzioni locali e regionali, della politica, della chiesa e di tanta gente comune, hanno dato maggiore forza all’azione sindacale che, dopo 100 giorni, con un nuovo gruppo che rileva l’azienda, giunge a far scrivere il lieto fine della storia con la ricollocazione di tutte le lavoratrici e dei lavoratori. Nella introduzione al libro, Maurizio Landini segretario generale della Cgil, sostiene che “Quella di Primo Sacchetti è una testimonianza importante: ci racconta, giorno dopo giorno, l’evolversi di una lunga lotta per impedire la chiusura e lo spostamento – deciso dalla multinazionale Evoca – della SaGA Cofee di Gaggio Montano, nel cuore dell’Appennino bolognese. Una vertenza indubbiamente difficile; ed è lo stesso Primo Sacchetti a dirlo con grande semplicità e, al tempo stesso, con grande efficacia: “dobbiamo attrezzarci ad una scalata dell’Everest in ciabatte”. È con questa consapevolezza – scrive ancora Landini – che si decide di organizzare il presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica. Cresce così la consapevolezza di andare oltre i cancelli della fabbrica e di coinvolgere le istituzioni locali a tutti i livelli”. Le motivazioni che sono alla base di questo libro le spiega l’autore nella presentazione al volume: “Io desideravo lasciare una testimonianza, ma anche la consapevolezza, o meglio, l’auspicio che una simile esperienza possa essere d’aiuto a qualcuno in futuro; magari proprio a qualche compagno della Fiom cui dovesse capitare la cattiva sorte di seguire una multinazionale intenzionata a delocalizzare, perché è di questo che stiamo parlando: di una multinazionale, Evoca, che a un certo punto decide di chiudere il sito di Gaggio per spostare altrove la produzione. Sia chiaro, - spiega ancora Primo Sacchetti – io non voglio e non posso insegnare nulla a nessuno, ma il racconto onesto e trasparente di un’esperienza sindacale che diventa esperienza di vita (un’esperienza di vita per me straordinaria) credo possa essere interessante sia nel bene che nel male, sia per ciò che siamo riusciti a fare tutti insieme, che per le difficoltà incontrate durante il percorso”. Certamente, come lo stesso Sacchetti spiega nel libro, il suo ruolo futuro non sarà quello di scrittore, ma continuerà ad essere quello di sindacalista, con ancora maggiore esperienza di lotte sulle spalle. Ed anche se lui vive e lavora in Emilia Romagna, sappiamo che, non appena gli è possibile, scende qui a Corigliano. Noi riteniamo che in un futuro alquanto prossimo, magari nel corso di un incontro pubblico, Primo Sacchetti possa mettere a disposizione del nostro territorio la sua vasta ed importante esperienza sindacale.



