di Giacinto De Pasquale

Questa “infuocata” domenica di giugno è stata segnata da una notizia dolorosa: è scomparso Rocco Logozzo. 72 anni, sposato con Anna, dalla quale ha avuto tre figli Raffaele, Francesca e Piero.

Nel primo pomeriggio è giunta la straziante notizia, Rocco l’amico con il quale ho condiviso intensi momenti di amicizia vera e passione per il giornalismo sportivo, non era più tra noi.

Una notizia che non t’aspetti, ma che una volta giunta ti lascia senza parole e con tanta amarezza dentro, fino alle lacrime.

Rocco l’ho conosciuto agli inizi degli anni ’70 quando giovanissimo impiegato della Regione Calabria venne qui a Corigliano dal suo paese natio, Bovalino in provincia di Reggio Calabria.

Giovanissimo bibliotecario venne ad alloggiare presso l’Albergo De Pasquale, poi conobbe la futura moglie Anna.

Rocco, uomo di cultura, forbito nel parlare, mai sopra le righe, mostrò sin da subito la passione per il giornalismo sportivo.

Abbiamo vissuto fianco a fianco la storia del calcio coriglianese per tutti gli anni ottanta e novanta, fino ai primi anni del terzo millennio.

Ecco perché oggi il mondo dello sport e del giornalismo coriglianese piangono la scomparsa di Rocco.

“Rocco a te la linea”, quante volte caro amico mio ho pronunciato queste parole e tu sempre pronto a “prendere la linea” per descrivere in modo professionale, attento, scrupoloso e sincero quello che vedevi. Non sei mai stato sopra le righe, non hai mai affidato a parole di circostanza la cronaca dell’avvenimento sportivo che avevi seguito.

Anzi la tua sincerità nel dire e nel descrivere le cose in alcuni momenti ti ha portato a subire quasi un’aggressione fisica. Fui testimone un freddo pomeriggio di inizio anni 2000 allo stadio “Brillia” di un fattaccio che solo il mio provvidenziale intervento impedì un brutto epilogo.

Per quasi trent’anni sei stato un compagno di viaggio serio, fedele, puntuale, amante di quella passione che ci accomunava.

È stato innanzitutto un onore averti conosciuto ma soprattutto un privilegio aver condiviso con te gioie, dolori, idee e progetti.

Ancora ricordo nel 1986 allorquando insieme al compianto Enzo Viteritti riuscimmo ad organizzare e portare a termine il premio “Tribuna Sport”. Che entusiasmo mostravi in quei frangenti, perché “eravamo riusciti nell’intento” nonostante i tanti problemi.

Ma tu non eri soltanto un attento, scrupoloso e preparato cronista sportivi, eri soprattutto un uomo amante della cultura, del leggere e dello scrivere. Sei stato un bibliotecario capace di dare un’impronta importante dal punto di vista organizzativo alla biblioteca comunale “Francesco Pometti”. Come non ricordare gli incontri al Garopoli con te ed il caro Stefano Scigliano, uomo d’altri tempi e dalla cultura raffinata.

Per me era sempre un piacere parlare con te, molte volte eri tu che frenavi il mio impeto di giornalista che non voleva farsi condizionare da nessuno.

Quante volte abbiamo commentato insieme gli avvenimenti sportivi presso l’emittente locale Tele A1, tu con il garbo di sempre, ma raccontavi la verità.

Ancora oggi, nonostante tu avessi abbandonato la scena da anni, in tanti mi chiedevano di te, e lo facevano sempre con un’aria di rispetto e di gratitudine nei confronti di chi gli aveva raccontato fedelmente gli avvenimenti sportivi.

Quante cose caro Rocco potrei scrivere su di te, perché trent’anni sono davvero tanti, ma rischierei di cadere nella retorica e tu non lo meriti.

Caro amico mio in questi anni ci hai donato il vero senso dell’amicizia e del rispetto verso gli altri. Oggi hai voluto riservarci un dolore immenso, tanto difficile da raccontare che, forse, avresti fatica anche tu, caro Rocco. Tu che con le parole hai sempre disegnato arcobaleni e descritto sogni, riuscendo a decodificare con la scrittura e le parole anche quello che le sensazioni più intime raccontano solo al cuore. Te ne sei andato in punta di piedi, in un attimo interminabile che ci lascia sgomenti. Non c’è un aneddoto, un momento per ricordarti. C’è una vita intera da celebrare, dedicata a quella passione travolgente chiamata sport, vissuta e raccontata con inimitabile maestria, grazie alla tua sapienza stilistica e alla tua visione illuminata. Ci hai ‘accompagnato’ attraversando i decenni, ci hai regalato momenti indimenticabili, narrando le vittorie e le sconfitte del calcio coriglianese con lucida e mirabile capacità, senza risparmiare critiche, senza lesinare consigli, senza mai dimenticare di essere te stesso. Hai fatto la storia del giornalismo coriglianese, raccontando di sport nella sua accezione multidisciplinare, nella sua dimensione, regionale come i messaggi che hai scolpito nel cuore di tutti noi. Hai meritato stima e credibilità, avvicinato i giovani e coinvolto gli appassionati, incantato i protagonisti. Hai scritto e descritto tanti futuri talenti ma il vero talento eri tu e oggi tocca a noi ricordarlo. Con emozione e gratitudine, certi che il tuo esempio non verrà disperso. Ciao, Rocco. E grazie. A nome di quello sport che hai portato nel cuore. Lì, dove noi conserveremo il tuo ricordo intramontabile. “A te la linea Rocco…”

 

 

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