Fonte: Corigliano Medievale-  Luigi De Luca  M.I.T. Edizioni Cosenza - 1985 pp. 13-15

CAPITOLO II - Dal Praedium al Borgo Medioevale

Sul PRAEDIUM CORELLIANUM non  abbiamo alcuna notizia. L'unico segno che ci rende certi della sua esistenza e della sua continuità fino alla trasformazione in borgo in un momento che preciseremo, è il nome di indubitabile origine latina (1).

Non è lecito far supposizioni sul lungo arco di secoli che precedono la nascita del borgo. Possiamo, bensì, conformarci strettamente - anche per Corigliano - a quanto risulta dalla ricerca archeologica sul territorio della piana di Sibari e, in particolare, della zona a sud del Crati (2) , che ha uno dei suoi limiti meridionali nelle immediate vicinanze del nostro luogo. Con riferimento all'epoca romana (all'epoca, cioè, della colonizzazione romana della Calabria), "la dislocazione degli insediamenti, che dovrebbero per lo più individuarsi in fattorie o piccoli centri agricoli, risente della difficile adattabilità del terreno: sì hanno infatti vari raggruppamenti che tendono ad avvicinarsi a direttrici viarie che si dipartono dalla via parallela alla litoranea e, servendosi dei crinali collinosi, si inerpicano sulle alture'' (3).

Quei raggruppamenti dovevano gravitare sulle "arterie che, dalla grande Sila a N di Cosenza, conducevano al mare" (4) e, per quel che riguarda il nostro caso, sull'arteria che passava per la località che ancora oggi si chiama S. Mauro. Gli insediamenti relativi alla zona che ci riguarda, furono caratterizzati da una "fitta intensità di abitato, ma sparpagliato in piccole unità costituite con tutta probabilità  da singoli casali” (5) rispetto ''agli aggregati di pianura e delle colline di Cassano, Lauropoli e Francavilla'' (6) ove l'insediamento prevalente è quello concentrato in "grossi villaggi". Legittimamente il Quilici si chiede se questa differenza nel tipo di distribuzione insediativa non sia dovuta a una cultura, a una ''etnicità diversa''. E conclude osservando che "nel tipo di insediamento «frazionato» a singoli casali" si potrebbe riconoscere "l'opera derivata dalla colonizzazione romana di queste contrade, con le deduzioni di Interamnium ... e di Thurii con le colline a sud dell'asse Crati-Coscile. Tutto l'ampio arco dei grandi villaggi rurali invece denuncerebbe il sopravvivere, in età romana, del tipo di insediamento e della condizione etnica e sociale di queste contrade in età ellenistica pre-romana” (7). In parole povere, il praedium corellianum, ricadendo nell'area di colonizzazione romana, sarebbe stato sede di insediamento «frazionato», sparpagliato a singoli casali. È possibile  che  questo  status  insediativo  abbia  subìto qualche modifica nel tipo di distribuzione (nel senso di una maggiore concentrazione) allorché, tra la fine del V secolo e gli inizi del VI, gli abitanti di Thurii prendono ad abbandonare in modo ''lento e sistematico”(8) la città, divenuta molto probabilmente malarica e  malsana, ''per le zone di collina, dove ancora oggi sorgono i paesi di Cassano, Corigliano e Rossano" (9) . È possibile, quindi, che in quell'epoca, si sia costituito sul nostro praedium un piccolo nucleo rurale, che più tardi l'apporto più numeroso di nuovi gruppi avrebbe  ampliato fino alla dimensione del borgo. Certo,  di  Corigliano,   come  BURGUS  prima  e  come TERRA  o  CASTRUM  poi,  non  v'è  traccia  né  indizio  - neppure indiretti - fino al sec. X. Possiamo solo immaginare una lenta evoluzione del praedium e del suo esiguo abitato.

1)Senza fondamento sono le ipotesi che fanno derivare il nome di Cori­gliano dalle parole greche korion elaion ' 'giardino di olio'' o dal nome, pure greco, della dea Core (Kop71).

Balzana è, poi, l'idea del  Padula,  che  sentenzia:  "Curgliano. Tols il nome dal suo fiume - Churlahhan, onde la nostra pronunzia ha fatto Curgliano, significa in ebreo Vallone avido e libidinoso" (Pro­ togéa  ossia  L'Europa  protostorica,  Napoli,   1871, p.  419).

2)      Carta archeologica della piana di Sibari, da Atti e memorie della So­cietà Magna Grecia, Fondatore: Umberto Zanotti Bianco, Nuova se­ rie IX-X (1968-1969),  Roma, 1969.

3)      G.M. De Rossi, La zona a sud del Crati, in : Carta archeologica cit., p. (135) 47.

4)      Id.

5)      L. Quilici, Cenni conclusivi, m: Carta archeologica cit., pag. (149) 61.

6)      Id.

7)      Id.

8)      P.G . Guzzo, L'attuale provincia di Cosenza tra tardo antico e alto medioevo, in: Testimonianze cristiane antiche ed altomedievali nella Sibaritide, Atti del Convegno nazionale tenuto a Corigliano-Rossano 1'11-12 marzo 1978, Bari, 1980.

9) Id., Le scoperte archeologiche nell'attuale  provincia di Cosenza, II ediz., Trebisacce,  1978

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