Fonte: Comunicato stampa

Il rapporto di Transcrime, centro di ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e Università degli Studi di Perugia, ha tracciato una mappa delle “Gang giovanili” prevalenti in Italia.

Il rapporto, realizzato in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell’Interno e il Dipartimento per la giustizia minorile del ministero della Giustizia, vede in particolare le gang, composte da ragazzini tra i 15 e 17 anni e sono di quattro tipi con diverse caratteristiche e una diversa distribuzione sul territorio. In Italia da gennaio ad aprile 2022 sono stati pubblicati 1.909 articoli su “gang giovanili” o “baby gang” su giornali o agenzie stampa nazionali e locali, molto più di tutto il 2021 (1.249).

 Ma perchè il fenomeno delle baby gang è in un aumento?

Il report ‘Le Gang Giovanili in Italia’ evidenzia che le bande, sono attive nella maggior parte delle regioni italiane, con una leggera prevalenza del Centro-Nord rispetto al Sud. Inoltre, secondo la metà degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni e il 46% delle Questure e dei Comandi Provinciali dei Carabinieri negli ultimi cinque anni sono aumentate nel loro territorio di competenza. Lo studio classifica quattro tipologie principali. I gruppi più diffusi, e presenti in tutta Italia, sono quelli senza una gerarchia chiara, tenuti insieme dallo scopo comune di compiere azioni violente. Poi ci sono i gruppi con legami con le organizzazioni criminali: sono composti quasi totalmente da italiani e presenti soprattutto al Sud. Il terzo tipo comprende i gruppi composti in prevalenza da ragazzi di prima o seconda generazione che si ispirano alle gang straniere. Infine, ci sono bande con una struttura definita, senza riferimento con altre organizzazioni, e dedite soprattutto a furti e rapine.

 Gang senza struttura

Le gang prive di una struttura definita sono le più numerose e caratterizzate da legami deboli, senza una gerarchia chiara. La quasi totalità è coinvolta in risse, percosse e lesioni, un terzo in rapine, furti e atti di bullismo, spesso a danno di coetanei: non mancano episodi di minacce con armi da taglio e violenze sessuali, mentre l’attività di spaccio è marginale. In quasi la metà dei casi sono composte da italiani, in meno di uno su tre da stranieri. Abbastanza omogenea la distribuzione sul territorio nazionale: si segnalano, tra le altre, la Gang di Sant’Ottavio a Torino, Z4 e Ripamonti M5 a Milano, La Gang del Kalashnikov a Trieste, QBR (Quartiere Borgo Roma) e USK a Verona, Massa Negra a Ravenna, Via delle baby gang ad Ancona, STM (Siamo Tutti Mafiosi) a Cosenza. Alla Banda di Casanova a Bolzano, composta da  precoci under 14, sono stati addebitati un bel po’ di piccoli furti, maltrattamenti di animali e atti vandalici, mentre gli Orfanelli, attivi nel Salento, aggredirono ripetutamente, sino alla tortura, un pensionato disabile psichico. A Roma agiscono Anundo gang’s, La17 e La18: queste ultime due finite sui giornali nei giorni scorsi quando alcuni membri della prima (di Roma nord) avrebbero pestato un 17enne affetto da sindrome di Down, guadagnandosi la pronta condanna via social dei rivali (della Garbatella): un lapidario “fateve schifo”.

 Radicati nelle aree in cui c’è presenza mafiosa

I gruppi che si ispirano o hanno dirette connessioni con le tradizionali organizzazioni criminali nostrane sono stati censiti soprattutto al Sud, in contesti urbani in cui c’è storicamente una presenza mafiosa: in particolare, nelle province di Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Crotone, Vibo Valentia e Caltanissetta. Casi sporadici sono segnalati a Milano (in contatto con la ‘ndrina Di Giovine-Serraino), Modena, Fermo, Firenze e Vercelli. L’esempio più eclatante è quello costituito dalla cosiddetta “Paranza dei bambini” legata al clan Sibillo a Napoli, diventata nota dopo l’omicidio del baby boss Emanuele da parte del clan rivale Buonerba: formata per lo più da giovani provenienti da famiglie camorristiche, è stata capace di imporsi nelle estorsioni e nello spaccio e di attirarsi le attenzioni dei media con le famose “stese”. La gang giovanile di Crotone è in contatto con il Locale di Cirò mentre a Vibo Valentia ha conquistato spazio la nuova “Banda della Magliana”, un gruppo di ragazzi che si rifaceva alla famosa organizzazione criminale romana e alla narrazione di “Romanzo criminale”. In questo genere di gang è difficile distinguere tra giovani affiliati e giovani che aspirano ad entrare nei clan.

Gruppi stranieri

Maras, pandillas, gang statunitensi, confraternite nigeriane, gruppi delle banlieu francesi: sono i modelli delle gang giovanili presenti prevalentemente nelle aree urbane del Nord e del Centro e composte in prevalenza da stranieri di prima o seconda generazione, spesso in situazioni di marginalità. Da segnalare gli HB Hellbanianz (“Albanesi infernali”) a Genova, la banda di piazza Verdi a La Spezia, Black Axe, Maphite e Vikings a Sassari ma la ‘capitale’ e’ Milano: Z2, San Siro, Ko Gang, MS13, Barrio Banlieu.

 MS13 – presente anche a Genova – è composta prevalentemente da salvadoregni ed è parte di un più ampio sistema di gang presenti in altri Paesi: ne fanno parte più di 40 tra maschi e femmine, in genere minorenni, ed è attiva in città e nell’hinterland. I Barrio Banlieu guardano soprattutto ai ‘colleghi’ parigini, con cui sono in contatto, e si rendono responsabili di spaccio di droga, aggressioni e risse. Le loro gesta vengono riprese e rilanciate via social.

 Gruppi criminali

20061 e 20147 a Milano, Baby gang Vintola a Bolzano, Canova a Trento, Squadra di Cicciare e Terni: sono le più note delle gang giovanili che vantano un certo livello di organizzazione e un certo grado di violenza ma senza legami con altre gang o organizzazioni criminali. Si tratta di gruppi dediti a reati specifici come rapine, furti, estorsioni e spaccio: di solito non sono dotate di simbologie particolari e non hanno interesse a pubblicizzare le loro azioni. L’anno passato nel mirino degli investigatori è finita tra le altre una gang di Paternò (Catania) ‘specializzata’ in reati a danno di esercizi commerciali della zona, per lo più furti e rapine nei confronti di tabaccherie, supermercati e negozi oltre che della piscina e della chiesa locale.

 

 

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