Fonte: www.corrieredellacalabria.it

di Luca Latella

Ancora caos assoluto al pronto soccorso di Rossano. Le decine di casi in attesa, quelli già presi in consegna, le ambulanze che giungono da Alto e Basso Jonio stanno rendendo queste ore infuocate per medici e infermieri.

Qualche addetto ai lavori evidenzia come sia proprio la rete di emergenza hub-spoke a non funzionare, con la centrale di Cosenza del 118 a dirottare tutto il “volume di traffico” su Rossano, anche quando vi sono casi che andrebbero accompagni al pronto soccorso di Corigliano, viste le specificità dei reparti. È il caso di un uomo in attesa dalle 7,15 di questa mattina con una grave crisi respiratoria, o di alcuni pazienti giunti dal punto di primo intervento presso l’ex ospedale di Cariati, e inviati a quanto pare in tutta (troppa) fretta a Rossano in codici “alti” senza essere effettivamente in grave pericolo. Tutte “manovre” che intasano il pronto soccorso di Rossano e che dimostrerebbero come sia anche l’organizzazione territoriale uno dei punti deboli del servizio di emergenza-urgenza. Che in queste ore all’ospedale di Rossano conta circa trenta pazienti in coda, una quindicina già in cura e in attesa di un ricovero come i 14 codici gialli che gravitano nell’Obi. C’è chi è stato morso da un maiale e rischia l’amputazione, chi necessita di esami cardiaci come i controlli enzimatici fino al paziente in crisi respiratoria dalle sette del mattino in attesa e con le bombole d’ossigeno disponibili già esaurite, come tutti i lettini delle corsie, anche quelle prese in “prestito” dagli altri reparti. Al danno, poi, vi sarebbe anche la beffa. Perché pur con due medici e tre infermieri di turno, al pronto soccorso di Rossano si registra sempre un superlavoro, considerando che “tampona” le esigenze – praticamente – di tutta la Sibaritide e dei suoi 220 mila abitanti. Dei 17 infermieri in servizio, 5 sono in malattia anche per i carichi lavorativi. Ma ciò costringe gli altri ad effettuare doppio o triplo turno ed il problema ridonda come un cane che si morde la coda. Un pronto soccorso che serve l’intera Sibaritide è un po’ come immaginare una città così grande, servita da un unico reparto di emergenza-urgenza suddiviso in due con quello di Corigliano, nonostante sia, sostanzialmente “snobbato” dagli autisti delle ambulanze che giungono dall’Alto Jonio – ad esempio – perché il mezzo impiega meno tempo a raggiungere lo scalo di Rossano che ad inerpicarsi nel centro storico di Corigliano. Alle croniche carenze di personale, dunque, se si sommano anche lacune organizzative, il servizio sanitario ed il diritto alla salute ne esce penalizzato ed a pagarne le conseguenze è sempre l’utente finale: il cittadino.

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