Categoria: Società
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di Cristian Fiorentino

Si sono conclusi all’alba del 27 maggio i quattro sabati dedicati alla Madonna. Anche in questa ultima tappa Mariana, la carovana dei pellegrini è confluita in massa presso la parrocchia “Santa Maria ad Nives” di Schiavonea.

Nel mese dedicato dalla tradizione Cristiana alla Vergine Maria, è stata confermata l’affabile adorazione anche sulla sponda jonica coriglianese. Tra i fedeli, di ogni generazione e genere, la fetta più consistente è arrivata ancora una volta camminando e recitando il Rosario, dai veri centri e frazioni, per partecipare alla prima Messa delle 6:30. Preghiere votate alla Madonna per domandare il “Suo” sostegno e con tanti giunti con grande anticipo presso la parrocchia. Raccolti nell’accogliente parrocchia schiavoneota, tanti anche all’esterno, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta, per l’occasione, dall’Arcivescovo Maurizio Aloise che ha raccolto con grande entusiasmo l’invito. Liturgia concelebrata da Padre Francesco Ansalaone, reggente della comunità in loco, e curata dai ministranti e dal coro parrocchiale. Padre F. Ansalone, prima della Messa, ha ringraziato per la presenza il Vescovo della diocesi sottolineando questo speciale incontro capitato, per quelle che Don Tonino Bello definirebbe “Dioncidenze”, proprio alla vigilia di Pentecoste. Dolce e indicativa l’omelia di Monsignor M. Aloise che ha puntellato alcuni cardini intorno alla figura di Maria: «Attenzione a non pensare di aver completato il mese di maggio come una raccolta punti. Lo spirito con cui abbiamo vissuto questo mese e questi sabati di maggio vanno intesi come un ritorno alla scuola di Santa Maria. Santa Maria che in maniera particolare ci rassomiglia perché Lei è stata ed è una di noi perché appartiene al nostro popolo. Ecco perché dovremmo chiederci se è stato possibile nella sua vita perché non lo deve essere nella nostra. Questo mese alla scuola di Santa Maria è servito per ascoltare e imparare in un periodo storico in cui la Chiesa ci ha chiesto di ascoltarci. Ascoltare non è un aspetto facile perché diamo spesso per scontato che ci ascoltiamo ma tante volte le parole ci entrano e escono rapidamente dalle orecchie. Ci manca esattamente la sosta della parola nell’intelligenza e nel cuore. La parola deve lasciare traccia per poter attecchire e per farci essere simili ai comportamenti di Santa Maria. Abbiamo una responsabilità perché come diceva Ghandi il problema del cristianesimo sono i cristiani. Questo percorso intrapreso lo abbiamo fatto per imparare da Una di noi che per grazia di Dio e per decisione propria ha accolto la parola che è rimasta in Lei e ha portato molto frutto. Maria è colei che accompagna la Chiesa, in particolare in questo periodo sinodale, in cui nella persona di Papa Francesco ci chiede di fermarci un attimo e ascoltarci tra di noi e chiedere Grazia allo Spirito Santo: affinché la Parola eterna di Dio possa dire qualcosa al mondo di oggi. Siamo nel tempo in cui lo Spirito vuole parlare alla nostra Chiesa e alla nostra vita e chiedere di essere ascoltato. In questo cammino Maria accompagna la Chiesa come all’inizio quando nel cenacolo, oltre agli apostoli, Lei era presente. Lei fin dall’inizio ha accompagnato la Chiesa svolgendo la sua missione. Non è una dea a cui chiedere ciò che si desidera o un oroscopo da interpellare.

L’icona che veneriamo della Madonna dirige sempre la nostra attenzione al figlio che porta in braccio. Non è nella sua volontà accentrare l’attenzione su di sé ma bensì sul figlio Gesù, monte della nostra salvezza e termine della nostra speranza. Un gesto semplice che ogni genitore ha compiuto nei confronti dei figli dirottando le attenzioni su di loro. Con questo naturale movimento d’amore, Maria apre il cammino della Chiesa pellegrina all’intera umanità verso la meta di guarigione e pienezza di vita. Maria Madre di Dio sempre con noi, nel cammino sinodale, perché è Madre di tutti coloro che sono compagni e discepoli di suo Figlio. Ogni volta che ci sentiamo smarriti, confusi e distanti dobbiamo solo guardare a Lei che ci indica la strada. La vita di Maria è stato un intero viaggio interiore di consegna di sé al disegno di Dio. C’è anche un cammino esteriore come quello che molti di voi hanno fatto per venire qui stamattina che vi ha fatto partire da un punto per arrivare alla meta. Ma questo tragitto esterno deve essere sempre più immagine di quel viaggio interiore che ha fatto anche la Vergine Maria fatto di consegna alla volontà di Dio. Anche quando Maria non capisce pienamente dove questo viaggio la porterà, percorre viaggi fisici che tracceranno la mappa della sua vita come da Nazareth a Betlemme o quella della Visitazione a Santa Elisabetta, quella da rifugiati in Egitto e il ritorno o quella al tempio di Gerusalemme per onorare le tradizioni festive del suo popolo che mostra Maria nella sua semplicità esattamente come noi. Certo la incontriamo nella strada più dura e difficile che porta al calvario che rispecchia la strada della sofferenza percorsa anche nelle nostre famiglie e da tante mamme. Ecco perché ci assomiglia perché la sua testimonianza ha qualche cosa da dire alla nostra vita. Ma il suo cammino non si è fermato al Venerdì Santo ma è andato oltre contemplando il mattino di Pasqua. Le strade che Maria ha percorso sono state tante, vedendo la gioia e il dolore, ma il viaggio più importante e significativo, fisico o interiore, è il viaggio della Fede verso suo Figlio Gesù. Vi auguro- ha concluso Monsignor M. Aloise- che questo mese di maggio sia stato con gioia il mese del vostro viaggio per incontrare il Signore». Prima della benedizione, recitata la preghiera alla “Madonna della Schiavonea” e a margine Padre F. Ansalone, ha ringraziato ancora una volta l’Arcivescovo e tutti i fedeli che in questi quattro sabati hanno omaggiato la Madonna. A ben vedere, però, oltre al mese di maggio, la Vergine Maria è l’unica Santa figura Cristiana venerata costantemente in tutti i dodici mesi dell’anno, ad iniziare dal primo gennaio, sempre attraverso una ricorrenza specifica.