Fonte: Comunicato stampa

Nella solita estate di questa Calabria nella quale, salvo rare eccezioni, prevalgono proposte turistiche che nella migliore delle ipotesi si traducono in un banale copia e incolla di ciò che è stato visto, rivisto e superato in altri contesti e regioni, nel perimetro antico e affascinante di Castello dell’Arso, a Mandatoriccio mare, è rimasta issata per una settimana la bandiera della creatività, dell’identità, della libertà di espressione e, non da ultimo, della rifunzionalizzazione in chiave turistico-ricettiva, di quelli che continuano a rappresentare da secoli marcatori identitari di questa terra.

In un contesto assordante senza alcuna capacità attrattiva, di cliché e brutte copie ad uso e consumo dei residenti (come se fossimo in una perenne e mediocre campagna elettorale), quella della residenza collettiva Radici è stata una vera è propria isola felice capace non soltanto di ospitare ed accogliere, nel basso jonio cosentino, artisti da tutta Europa, ma anche di offrire – resta questo il significato forse più autentico di questa esperienza di grande bellezza – alla Politica ed alle istituzioni suggerimenti alternativi per prospettive turistiche differenziate, durature, responsabili ed ecosostenibili. È quanto dichiara Lenin Montesanto, direttore della storica associazione europea Otto Torri sullo Jonio, complimentandosi con Giulia Mascaro, ideatrice ed organizzatrice di un raro evento di qualità – scandisce – che deve essere proseguito, migliorato e sostenuto. Ricordando l’analogo successo dell’Euromed Meeting promosso da Otto Torri dal 1998 al 2012, con la stessa determinazione e visione, Radici si è dimostrato un riuscito esperimento culturale e turistico che ha portato in questo angolo della nostra regione, naturale punto di osservazione del cielo stellato di agosto, paradossalmente tra i pochi con scarso inquinamento luminoso in una Calabria occupata da concerti di musica pop, oltre 70 tra artisti e performer provenienti da tutto il mondo. Dal laboratorio di tarantella pastorale del Pollino al progetto di installazione site specific incentrato sullo studio delle ombre e delle luci declinato sull’analisi dei media; dalla dimostrazione e costruzione della lira calabrese allo spettacolo di burattini, con le avventure di Spazzolino; passando dal workshop sulla tecnica della cianotipia, antico metodo di stampa fotografica caratterizzata dal tipico colore Blu di Prussia, ai corsi di illustrazione e di scrittura creativa e fotografia, tra teoria e pratica. E poi letture animate con disegni live e apicultura. Esperienze come quelle fatte vivere ai numerosi partecipanti del Festival Radici, che hanno animato spazi senza tempo e luoghi intrisi di storia e suggestioni portano con sé la magia e la bellezza dell’identità che va difesa e valorizzata. 

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