Tanta delusione assieme a non poca amarezza (per la fiducia tradita) sono i sentimenti che in modo palese sono rilevabili nell’ambito del Comitato di Coordinamento del ”Premio Nazionale Aroldo Tieri” riguardo al silenzio assoluto che, questa volta, a differenza degli anni precedenti, ha rappresentato l’attesa del relativo atto deliberativo (di cui – ovviamente – non vi è traccia, perché non adottato) da parte del Comune unico Corigliano Rossano circa l’autorizzazione all’avvio dell’organizzazione che avrebbe dovuto portare alla concreta realizzazione di tale atteso e importante evento (giunto ormai alla quinta edizione).

E dire che il Comune di Corigliano Rossano (Ente di recente nuova istituzione, in forza della fusione delle due più grosse realtà municipali della Provincia di Cosenza), avrebbe dovuto continuare – seguendo le orme del cessato Comune di Corigliano – ad essere soggetto promotore del “Premio” medesimo, attraverso il quale – sin dalla sua istituzione – si è inteso onorare la memoria dell’illustre concittadino Aroldo Tieri, con il preciso scopo, inoltre, di renderne vivo e duraturo il ricordo.  Sta di fatto che, a tutt’oggi, non è dato sapere il perché e con quale giustificato motivo si è inteso procedere all’esclusione (perché, in sostanza, di questo si tratta) dell’evento in questione (che rivestiva, tra l’altro, carattere nazionale) dalla programmazione socio-culturale posta in atto dai competenti organi comunali, offendendone, invece, la memoria (atto talmente deplorevole che non vi sono parole adeguate per definirlo). Non proprio accettabile risulta, dunque, tale decisione, dopo mesi d’attesa dall’atto della formale richiesta, da parte del Comitato di Coordinamento del “Premio”, rivolta al Comune (acquisita agli atti dello stesso Ente municipale con protocollo n. 21182 del 12 marzo 2019), con la quale veniva sollecitato “l’avvio delle necessarie iniziative burocratico-amministrative di propria competenza, allo scopo – veniva in essa sottolineato – di mettere al più presto in “cantiere” e portare quindi a buon fine l’atteso evento, dedicato appunto all’illustre concittadino Aroldo Tieri, notoriamente uno dei maggiori attori italiani tra i grandi protagonisti del palcoscenico ed aperto alle più diverse esperienze (tra cui Radio, Cinema e Televisione)”. Si ritiene utile precisare che il prestigioso riconoscimento (opera del celebre Maestro orafo Gerardo Sacco), viene  assegnato a un attore o ad un’attrice, di cui ben noto, a livello nazionale, è il proprio individuale protagonismo scenico e che si è particolarmente distinto o distinta nel corso della stagione teatrale coincidente con l’anno di premiazione. La mancata inclusione nel calendario delle manifestazioni programmate fino a tutto il mese di settembre di quest’anno dal Comune di Corigliano Rossano, reso noto in questi ultimi giorni, conferma quanto sostenuto sin qui e cioè l’inconcepibile e ingiustificata mancata presa in considerazione dell’iniziativa artistico-culturale (riguardante, appunto, il “Premio Tieri”, andato sempre più consolidandosi nel tempo), facendola, così, passare – dopo ben quattro anni di successi di critica e di pubblico – nella totale dimenticanza, senza peraltro tenere in alcuna considerazione l’entusiasmo e, quindi, il pieno accoglimento con cui la stessa iniziativa era stata salutata – sin dal suo avvio – dall’intera popolazione coriglianese (gioiosa di rendere omaggio all’illustre concittadino Aroldo Tieri). E qui è appena il caso di ricordare che le precedenti quattro edizioni sono andate, nell’ordine, a: Elisabetta Pozzi, che “con il suo talento di attrice sensibile e eclettica, riesce a coinvolgere totalmente il pubblico”; Galatea Ranzi, l’attrice romana (siracusana di adozione), la quale “con la sua notevole sensibilità umana, in perfetta sintonia con quella artistica, riesce ad entrare in una totale simbiosi con i personaggi che interpreta”; Fabrizio Gifuni, le cui “particolari qualità, la sensibilità e lo spessore intellettuale, ne fanno uno tra i pochi attori che sulla scena italiana di oggi sanno dimostrare una capacità interpretativa completa e matura” e a Maddalena Crippa, “attrice dall’immenso amore per lo spettacolo e per il teatro in particolare e che l’ha portata ad attraversare anche le scene internazionali”

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