Fonte: www.corrieredellacalabria.it

Ritardi nella maggior parte delle azioni previste dal Programma operativo 2016-2018, «persistenza di carenze nei vari settori» e «nell’implementazione della contabilità analitica in tutte le aziende del Servizio sanitario regionale, e poi il disavanzo attestato a 61,6 milioni, tempi di pagamento dei fornitori «non rispettosi della direttiva europea», e ancora, al 31 dicembre 2018, debiti commerciali delle aziende per 1 miliardo accumulato soprattutto dal 2019 a oggi.

Sono queste alcune delle criticità nella gestione della sanità calabrese contenute nel verbale dell’ultimo Tavolo tecnico interministeriale per la verifica dell’attuazione del Piano di rientro con il Coordinamento Lea, il cosiddetto “Tavolo Adduce” dal nome del dirigente ministeriale che lo presiede: il Tavolo si è riunito lo scorso 4 aprile. Il verbale, come anticipato ieri, è stato trasmesso alla Regione e all’Ufficio del commissario ad acta, facendo scattare automaticamente in Calabria l’aumento delle aliquote fiscali e il blocco del turn over fino al 31 dicembre, anche se quest’ultimo aspetto dovrebbe essere aggirato grazie a un emendamento al “Decreto Calabria” varato dal governo, emendamento già approvato in Commissione Affari sociali della Camera in vista della definitiva conversione del provvedimento in legge.  In generale, il verbale della riunione del 4 aprile, il cui esito diventerà il “grimaldello” finale per la ministro Giulia Grillo e il governo nazionale per “supercommissariare” la sanità calabrese, è un lungo elenco di censure e bacchettate. In premessa, nel verbale si prende «atto del clima collaborativo che si è instaurato tra la struttura commissariale e la struttura regionale», quindi si entra nel dettaglio delle criticità riscontrate in sede di istruttoria. «Il 94% delle assegnazioni giudiziarie delle aziende sanitarie provinciali della Regione (al netto dell’Asp di Reggio Calabria che non ha fornito informazioni), per un importo totale di 159 milioni di euro, è riferito – è riportato nel documento – all’Asp di Cosenza, evidenziando così una grave situazione amministrativa dell’azienda stessa», per questo Tavolo e Comitato Lea «invitano la struttura commissariale ad attivare tutte le azioni necessarie per ricondurre l’Asp di Cosenza all’ordinata e puntuale amministrazione dei pagamenti». Nel mirino al solito l’Asp di Reggio Calabria, per la quale – scrive il Tavolo Adduce – «non risultano adottati i bilanci dal 2013 al 2017», con conseguente richiesta di informazioni alla struttura commissariale «sulle iniziative adottate in merito», considerando che il punto 21 del mandato commissariale riguarda l’Asp di Reggio Calabria. Nel verbale si rileva che «la Regione Calabria al quarto trimestre 2018 presenta un disavanzo di 168,898 milioni di euro che è pari al 5,1% del finanziamento ordinario incrementato delle maggiori entrate proprie rispetto a quelle cristallizzate e inglobate nel livello di finanziamento. Dopo il conferimento delle coperture, per 107,304 milioni di euro, derivanti dal gettito delle aliquote fiscali massimizzate, pari a 98,746 milioni di euro, dal conferimento di 8,558 milioni di euro quale “quota sociale” delle prestazioni socio-sanitarie presente sul Bilancio regionale 2019, il risultato di gestione del quarto trimestre 2018 evidenzia un disavanzo di 61,594 milioni di euro». Questo significa – specifica il Tavolo Adduce – che «si sono realizzate, con riferimento al risultato di gestione dell’anno 2018, le condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali previsti dalla legislazione vigente, vale a dire l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all’Irpef per l’anno d’imposta in corso, rispettivamente nelle misure di 0,15 e 0,30 punti, per l’applicazione del blocco automatico del turn over del personale del servizio sanitario regionale fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello in corso e per l’applicazione del divieto di effettuare spese non obbligatorie per il medesimo periodo».  Il “cahier de doleance” del Tavolo Adduce prosegue laddove si riscontra che «tutte le aziende del Servizio sanitario regionale evidenziano tempi di pagamento non rispettosi della direttiva europea sui tempi di pagamento»: una carenza per la quale si chiede al Commissario di riferire in merito alle iniziative intraprese per l’attuazione di questo punto, che è il 22 del mandato commissariale, e si chiedono «informazioni circa i provvedimenti attuativi commissariali della normativa sui tempi di pagamento contenuta nella legge di bilancio per l’anno 2019», con conseguente richiamo «ad adottare ogni iniziativa ai fini della completa implementazione della piattaforma dei crediti commerciali». Non va bene nemmeno l’esito del monitoraggio dell’erogazione dei Lea, i livelli essenziali di assistenza: secondo il Tavolo Adduce «anche i dati 2017 segnalano la persistenza di carenze nei vari settori, con particolare riferimento all’adesione agli screening oncologici, all’assistenza domiciliare e alla qualità dell’assistenza ospedaliera». In ordine al Programma operativo 2016-2018, Tavolo e Comitato Lea «preliminarmente ribadiscono che la maggior parte delle azioni previste dal Po 2016-2018 risultino essere in ritardo rispetto a quanto programmato; sulle reti tempo-dipendenti, rilevano il ritardo nell’implementazione rispetto a quanto previsto dal Dca 64/2016 di riorganizzazione della rete ospedaliera; sollecitano il provvedimento di definizione dei nodi della rete riabilitativa e della lungodegenza, nonché la prevista revisione della rete oncologica; con riferimento alla rete perinatale, rimangono in attesa delle determinazioni della struttura commissariale sui punti nascita sub-standard di Cetraro e Soverato; in relazione all’accreditamento, restano in attesa delle previste proposte di leggi regionali; con riferimento all’assistenza territoriale, restano in attesa di ricevere il cronoprogramma dettagliato sulle attività di verifica del fabbisogno regionale e il nuovo atto di programmazione della rete, unitamente alla ridefinizione delle tariffe; sui rapporti con gli erogatori privati, rinviano alle osservazioni sui Dca di definizione dei tetti di spesa, e restano in attesa di aggiornamenti sulla sottoscrizione dei contratti; ribadiscono – si legge ancora nel verbale – la tempestiva trasmissione dei richiesti report in materia di controlli delle cartelle cliniche e restano in attesa della prevista revisione della disciplina relativa ai controlli». Altre voci al centro della verifica interministeriale: con riferimento al personale, Tavolo e Comitato Lea «restano in attesa di ricevere la richiesta relazione sullo stato dell’arte delle assunzioni, in coerenza con le autorizzazioni ricevute dal Tavoli congiunti; sollecitano il potenziamento dei flussi informativi, attese le varie criticità e carenze rilevate; continuano a rilevare criticità e carenze nell’implementazione della contabilità analitica in tutte le aziende del Servizio sanitario regionale; con riferimento all’acquisto di beni e servizi, restano in attesa di una relazione di aggiornamento sulle attività in essere del soggetto aggregatore regionale, in termini di gare centralizzate bandite e concluse; in materia di edilizia sanitaria, nel segnalare criticità della governance regionale degli investimenti in sanità, restano in attesa di aggiornamenti sullo stato di avanzamento delle procedure per la realizzazione dei nuovi ospedali».  Il verbale si conclude con il richiamo alla struttura commissariale «al rispetto della tempistica relativa alle verifiche degli adempimenti regionali, al fine di non ritardare l’accesso alle quote premiali del finanziamento condizionate alla positiva verifica degli stessi». Infine, Tavolo e Comitato Lea «chiedono alla struttura commissariale di trasmettere, con celerità, il Programma operativo 2019-2021 di cui al punto b) della delibera del Consiglio dei ministri del 7 dicembre 2018, essendo ormai trascorso il triennio di vigenza del Programma operativo 2016-2018». Insomma, nel complesso non c’è di che stare allegri e tranquilli: certo, il Tavolo prende «atto del clima collaborativo che si è instaurato tra la struttura commissariale e la struttura regionale», ma ne prende atto ad aprile. Oggi sembra già un’altra storia. E dalle parti della Cittadella si parla con una certa insistenza dell’intenzione della Regione di impugnare davanti al Tar questo verbale del Tavolo Adduce, perché non terrebbe conto di dati aggiornati – e meno allarmanti per la sanità calabrese – sia sui Lea che sul disavanzo.

 

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