Partiamo dalla realta' ci sono disuguaglianze sociali enormi, la ricchezza e' sempre piu' concentrata nelle mani di pochi. Anche nel nostro territorio c'e' chi ha veramente fame e c'e' chi, invece, vive nel lusso. Che fare?

Vi affido i quattro principi fondamentali per la vita sociale in vista di giungere a scelte oculate e valide di cui parla Papa Francesco nel quarto capitolo dell' Evangelii Gaudium: 'il tempo e' superiore allo spazio', 'l'unita' prevale sul conflitto', 'la realta' e' piu' importante dell'idea' e 'il tutto e' superiore alla parte'". E' quanto ha detto mons. Francesco Savino, vescovo della diocesi di Cassano allo Jonio, incontrando uomini e donne impegnati nelle istituzioni per lo scambio di auguri pasquali. "Quattro principi - ha aggiunto mons. Savino - per fare discernimento e capire quali sono i beni comuni, lavorare per i beni comuni, ricostruire le comunita'". Il presule, nel corso dell'incontro, parlando di sanita', del diritto di cura e del welfare ha sostenuto che "su queste cose i sindaci devono mettersi insieme andando oltre l'autoreferenzialita', l'individualismo. Perche' io noto che molto spesso non si riesce a convergere su una piattaforma di priorita' perche' ogni sindaco pensa a se'. Io sono profondamente convinto - ha proseguito mons. Savino - che se rimaniamo prigionieri dell'immobilismo, della rassegnazione non andiamo da nessuna parte. Cerchiamo di formare una massa critica, cerchiamo di attivare processi di cambiamento, partendo dalla realta' ma sapendo che il tempo e' piu' importante dello spazio, perche' lo spazio si occupa mentre il tempo e' l'occasione per attivare una progettualita' di lungo tempo. E' arrivata l'ora di un cambiamento per questo vi dico stiamo attenti al Gattopardo, perche' non vorrei che tutto cambi perche' tutto resti tale e quale. Il cambiamento siamo noi se ci attiviamo in modo diverso, in modo comunitario. Sono convinto che mettendo al centro il bene di tutti e non il bene di qualcuno, possiamo farcela. Possiamo osare l'aurora nonostante la notte che stiamo vivendo". "Sono convinto che i calabresi meritano di piu'. Devono pero' cambiare mentalita' e capire che l'omerta', le complicita', le contiguita' con i poteri mafiosi non ci portano da nessuna parte. La mafia ci schiavizza. Noi dobbiamo recuperare la liberta', l'esercizio della liberta'". "Come Pastori e come Vescovi della Calabria nel corso della recente riunione della Cec - ha aggiunto mons. Savino - abbiamo lanciato un sos che e' un urlo d'amore. Siamo molto preoccupati, ma parliamo perche' vogliamo bene ai calabresi, alla nostra regione. Siamo preoccupati per le tante emergenze come mancanza di lavoro e l'emigrazione dei giovani. C'e' un continuo spopolamento. Oramai siamo arrivati a un milione e novecento mila persone. Siamo scesi sotto i due milioni. Noi vogliamo bene ai calabresi e come Chiesa abbiamo detto: noi ci siamo, vogliamo camminare insieme per il cambiamento della Calabria. La Calabria non puo' sempre risultare in tutte le indagini all'ultimo posto". "I calabresi - ha concluso il presule - potranno farcela perche' sono intelligenti e generosi".

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