“Una ‘ndrangheta tentacolare, infiltrata in tutte le categorie sociali, predominante nell’economia, con diverse e gravi violazioni della legalità e con gravi distorsioni del mercato del lavoro, determinando effetti degenerativi nella gestione di tanti enti pubblici, con il conseguente stravolgimento di ogni criterio meritocratico di selezione”.

Gerardis, presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria ha rilevato che “si é registrata una diminuzione dei reati più efferati contro la persona, omicidi e tentati omicidi in particolare, così come di tutti i reati contro il patrimonio come rapine, ricettazione, usura e danneggiamenti, mentre resta sostanzialmente invariato il totale delle estorsioni. In aumento, invece, le violenze sessuali, conseguenza anche di un’accresciuta disponibilità alla denuncia da parte delle vittime”. Home  Calabria  Anno Giudiziario 2019: meno omicidi, aumentati casi violenza sessuale, conseguenza anche di un’accresciuta disponibilità alla denuncia da parte delle vittime”. Nel territorio della provincia di Reggio Calabria si é registrata nel corso dell’ultimo anno “una diminuzione di sbarchi di migranti, che comunque non hanno mai rappresentato un problema di ordine pubblico” – ha rivelato  Gerardis – ha offerto per la prima accoglienza un esempio mirabile di solidarietà attraverso armoniche sinergie tra istituzioni ed associazioni laiche e religiose di volontariato”. “Invito i cittadini del distretto a continuare a inondarci di denunce, di esposti, di richieste per essere sentiti”. Così il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto del capoluogo calabrese. “Ormai da due anni e mezzo – ha ricordato Gratteri – ho istituito un ufficio dove tutte le parti offese, i vessati, usurati, estorti, possono venire a incontrarmi: ricevo tutti, almeno una volta a settimana, ci sono almeno trecento persone che arrivano, ma io ricevo tutti. Questa apertura è fondamentale, perché dà grande fiducia alla gente, che ha bisogno di parlare. I calabresi – ha aggiunto il procuratore della repubblica di Catanzaro – non sono omertosi: non sanno con chi parlare ma non sono omertosi”. “Continuate a denunciare e a venire a trovarci, perché se nessuno bussa alla porta di un procuratore o di un sostituto vuole dire che non siamo credibili. Se la gente ci cerca, vuol dire che quanto meno spera di poter risolvere il suo dramma, che – ha concluso Gratteri – per noi può essere magari piccolo ma per loro è la vita”. “La ‘ndrangheta, come confermato da numerose sentenze e pronunciamenti della Suprema Corte di Cassazione, è un’organizzazione criminale di tipo unitario, dotata di gerarchie note a tutti i suoi appartenenti e di articolati organismi decisionali di tipo verticistico per la gestione delle principali attività delittuose. Inoltre, può contare sulla presenza di associati ‘occulti’, di una testa pensante riservata, occulta e invisibile, dotata di regole segrete e speciali”. Così il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel suo intervento nel corso della cerimonia d’inaugurazione dell’Anno giudiziario. “Regole speciali – ha aggiunto Bombardieri – che sono dettate con lo scopo di aumentare il potere di influenza della struttura apicale riservata per consentire l’ingresso nella medesima dei soli appartenenti alla massoneria coperta, sconosciuti anche ai confratelli di loggia. Peraltro, dalle più recenti indagini è emerso che al vertice della ‘ndrangheta si colloca una struttura composita, con più anime e diverse funzioni: accanto alla ‘Provincia’, operano ulteriori organismi destinati a garantire la gestione operativa unitaria delle principali attività delittuose, riferibili ad un comitato ristretto di teste pensanti. Ed è tale configurazione che spiega la programmazione dell’infiltrazione negli appalti pubblici; l’organizzazione di imprese in cartello per l’acquisizione degli appalti in favore delle imprese contigue, colluse o intranee; l’abbandono del metodo dell’intimidazione, sostituito da quello della persuasione e della condivisione e la proiezione internazionale per il reinvestimento dei proventi del traffico di droga, che rimane la prima fonte di arricchimento della ‘ndrangheta. Le cosche della provincia di Reggio Calabria mantengono, infatti, rapporti privilegiati con i principali gruppi di fornitori di cocaina in sud America e con gli emissari di questi in Spagna, Olanda e Germania. La ‘ndrangheta è ormai un modello criminale riconosciuto di riferimento a livello internazionale, senza privarsi delle proprie tradizioni originarie, risultando adattabile e flessibile nell’infiltrare diversi contesti sociali e territoriali, ma al tempo stesso particolarmente resistente alle strategie di prevenzione e di contrasto”. “Non vi è alcun dubbio – ha concluso il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria – che il primo ostacolo allo sviluppo sociale, economico, politico e culturale nella provincia reggina è rappresentato proprio dalla pervasività della ‘ndrangheta”. «Anche quest’anno l’anno giudiziario si apre in una sede che non è quella che tutti speravano. Ancora una volta una cerimonia solenne non viene svolta nel Palazzo di Giustizia e oltre al rammarico c’è la consapevolezza che questa situazione è più volte stata posta all’attenzione del Governo anche dal sottoscritto. Le pessime notizie che giungono circa i lavori di completamento del palazzo di giustizia di Reggio Calabria impongono una immediata presa di posizione del Governo che deve intervenire per risolvere l’impasse che coinvolge anche il Comune di Reggio Calabria». Lo afferma il senatore Marco Siclari, con riferimento alla notizia secondo cui il costruendo palazzo che dovrebbe ospitare gli uffici giudiziari potrebbe vedere un nuovo stop a causa di un contenzioso fra l’impresa aggiudicataria dell’appalto e il Comune guidato da Giuseppe Falcomatà. «Le notizie stampa parlano di ritardi notevoli da parte dell’impresa – aggiunge Siclari – che chiede una perizia di variante per aver trovato una situazione diversa rispetto a quella prospettata nelle carte». Il senatore di Forza Italia chiede che si faccia chiarezza «sulle effettive cause che hanno portato l’impresa a rallentare totalmente l’esecuzione dei lavori ed accertare le responsabilità». Per questo chiede «un immediato intervento, da parte del Governo, volto a chiarire con l’amministrazione guidata da Falcomatà, quali siano le misure più idonee per consentire una pronta ripartenza dei lavori per poter consegnare nel più breve tempo possibile il palazzo di Giustizia alla città ed a tutti quei magistrati che ogni giorno lavorano in condizioni precarie e strutture vetuste». «Occorre essere all’avanguardia anche nei luoghi in cui si celebra la Giustizia – conclude Siclari – perché, come sostengono i magistrati, siamo la terra che deve combattere la mafia oggi più potente e non possiamo scontare ancora ritardi come quelli cui stiamo assistendo». Siclari sollecita una risposta del Governo alla sua interrogazione perché, com’è noto, infatti, nonostante negli ultimi anni vi sia stato un intervento in tal senso, la scopertura degli organici della magistratura è ancora oggi piuttosto rilevante in tutto il distretto giudiziario reggino, con particolare riferimento a quello del capoluogo, dove la mole di processi, tanto del settore ordinario, quanto di quello “antimafia” è fra i primi in Italia. Insieme al completamento del palazzo di giustizia, proprio il tema della carenza di magistrati e personale di cancelleria è stato al centro delle relazioni d’inizio anno giudiziario, tanto nello scorso gennaio, quanto negli anni precedenti. È per tale ragione che Siclari ha sollecitato il Governo. «Non possiamo più vivere di emergenze, non possiamo farlo assolutamente se parliamo di Giustizia per questo sono necessarie maggiori risorse e più uomini. Il Meridione e la Calabria in particolare sono territori che hanno sete continua di Giustizia e legalità. Senza queste due linee guida, ogni sforzo, anche da parte nostra, potrebbe risultare vano. Ringrazio tutti gli attori principali della giustizia, in particolare i magistrati che nonostante un sovraccarico di lavoro al quale sono sottoposti, riescono a garantire giustizia al territorio e a continuare la lotta a testa alta contro la Ndrangheta».

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