La comparsa di alcuni post sui social e recentemente anche su codesta pregevole testata ci pone nella necessità di rimettere la questione nell’ambito dei dati concreti al fine di restituire il giusto valore al lavoro degli operatori ed alla credibilità istituzionale di questo servizio.

Il Centro di Salute Mentale di Corigliano (che gestisce anche lo sportello ambulatoriale di San Demetrio Cor.) ha effettuato nell’ultimo anno contabile (2017) N° 2.922 visite psichiatriche di cui circa 200 a domicilio e 111 in condizioni di urgenza, 426 nuove prese in carico, 945 colloqui coi familiari e 490 incontri psicoeducazionali con gli stessi, 96 test psicodiagnostici; sono state somministrate dal personale infermieristico oltre 800 terapie ambulatoriali e 600 domiciliari, e contrariamente a quanto ventilato sono stati condotti ben 641 interventi di rete al fine di interfacciarsi con le altre agenzie sanitarie psichiatriche e non (comunità terapeutiche, RSA, strutture per pazienti autori di reato -REMS , reparti per acuti -SPDC, centri di neuropsichiatria infantile -NPI, servizi dipendenze -Ser.D., consultori familiari, medici di medicina generale, reparti ospedalieri, servizi sociali comunali, INPS, tribunali, procure, forze dell’ordine, ecc., come parte integrante delle oltre 2250 prestazioni erogate in ambito socio-assistenziale. (Dati verificabili e consultabili su SIT –Sistema Informatico Territoriale - Piattaforma SIGEMONA-) A fronte di quanto sopra, le risorse dell’organico attuale constano di n° 2 medici specialisti, n°1 psicologo, n°1 assistente sociale, n° 2 infermieri (da un mese 3), n°1 OSS. Mi si consentano ora alcune precisazioni L’insipiente banalizzazione dell’attività ambulatoriale esprime il totale disconoscimento della centralità che questa ricopre nella articolazione gerarchica delle azioni rivolte al paziente come luogo privilegiato di contatto in cui vengono poste e analizzate tutte le problematiche, formulate le diagnosi, approntati i piani terapeutici e programmati gli interventi multidisciplinari. Rispetto alle vagheggiate attività di gruppo credo che gli estensori dello scritto si riferiscano a ciò a cui hanno avuto modo di assistere quando, tra gli anni dal 2012 e 2014, questo Centro avviò una serie di attività gruppali, rese possibili da un organico di 4 specialisti che garantivano una maggiore  selezione ed invio e la disponibilità di risorse quali un certo numero di borse lavoro, questo rese possibile allo psicologo di avviare e gestire gruppi psicoterapeutici di giovani pazienti psicotici ed a me implementare e facilitare un gruppo di auto-mutuo-aiuto di familiari (sempre con la fattiva collaborazione dell’unica assistente sociale); purtroppo, principalmente a causa del decremento delle risorse umane e del piano di rientro, tali iniziative sono state temporaneamente sospese, ma alcune già ora in corso di riattivazione, nonostante tutto. Ovviamente non sempre si riesce ad offrire risultati esaustivi, specie in carenza di risorse, e pertanto non può che essere condiviso l’auspicio che i servizi territoriali psichiatrici vengano posti in grado di offrire risposte sempre più adeguate alle necessità dei pazienti e delle famiglie attraverso l’allocazione di risorse tese all’implementazione in particolare di attività riabilitative e domiciliari atte a fornire progressione lineare alla azione terapeutica attraverso la strutturazione di percorsi di inclusione e reintegrazione sociale, sfuggendo alla inefficace ed inefficiente circolarità costituita dalla pendolarità scompenso-ricovero-scompenso-ricovero effettuata dal modello ospedalocentrico che conduce inesorabilmente al drammatico incremento delle riacutizzazioni, della cronicizzazione e dello stigma, con lievitazione dei costi sia in termini economici che di sofferenza umana.

Il Responsabile Dr. F. De Novellis

 

 

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