di Isabella Romanelli

Insegnare ai bambini ad alimentarsi in modo sano, è la più grande dimostrazione d’amore nei loro confronti.
Una sana alimentazione, un’adeguata attività fisica, coltivare l’amicizia, l’interesse per l’arte (musica, pittura, teatro, ecc., ), una serena vita familiare (nonostante i problemi familiari), sdrammatizzare gli eventi avversi, sono le basi per diventare adulti sani e appagati.

Ritornando all’alimentazione, il compito principale che hanno i genitori per investire sulla salute presente e futura dei figli, è “educarli al gusto”. Naturalmente se i genitori preferiscono il cibo spazzatura, non possiamo pretendere miracoli, il bambino imparerà a mangiare quello che vedono mangiare a mamma e papà, sono il loro modello di vita.
Ecco che per rompere il circolo vizioso, l’educazione al gusto, dovrebbe iniziare prima della gravidanza (se non fa parte della cultura familiare), preferendo a scatolame, prodotti da forno, salse rosse e gialle, formaggi pubblicizzati, bibite, succhi di frutta, biscotti e yogurt troppo elaborati, merendine, cioccolato al latte, ecc..., l’alimentazione dei nostri avi e cioè, cibi freschi, verdure di stagione, carne, pesce , uova, burro crudo, latte, frutta fresca, frutta secca, pane con farine poco raffinate, pochi zuccheri, acqua.

Insomma, andrebbero evitati più possibile, cibi di produzione industriale, soprattutto elaborati e conservati. Leggere le etichette è un buon deterrente! Una raccomandazione particolare per gli zuccheri semplici e tutti i prodotti che li contengono: merendine, succhi di frutta, biscotti, fette biscottate, ecc.

Gli zuccheri danno energia, ma se in eccesso hanno il difetto di trasformarsi in grasso e hanno anche quella cattiva abitudine di favorire, soprattutto in persone predisposte, il diabete (negli ultimi mesi, 4 nuovi casi di bambini diabetici!)
C’è assuefazione sia al dolce che al salato. Voglio dire... più dolci mangiamo, più ci piacciono gli alimenti dolci (anche troppo dolci). La stessa cosa avviene col sale.

Un bambino comincia a sentire i gusti già quando è nel pancione della mamma. Il latte materno e, quando manca, il latte adattato, nutrirà i lattanti per i primi 6 mesi di vita e soddisfa le esigenze nutrizionali del bambino.

Non voglio ora addentrarmi nell’argomento dello svezzamento e dell’auto svezzamento che richiedono un discorso a parte, dico solo che proporre al bambino, dalle prime fasi della vita, alimenti “finti”, dolcificati, (come sono ad esempio gli omogeneizzati di frutta, che non conservano neanche lontanamente il gusto del frutto rappresentato nell’etichetta), vuol dire abituarlo: a preferire la frutta zuccherata (quindi il gusto dolce); a preferire i cibi omogeneizzati, con ritardo dell’acquisizione della masticazione; a non apprezzare i cibi freschi, motivo di maggiore selettività per gli alimenti e di un’alimentazione monotona.

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