di Mario Gallina

Non è che l’argomento nello specifico mi coinvolga poi tanto, ma mi interessa l’analisi del metodo che qui, da noi ormai ci sta insegnando questa amministrazione ed i suoi vertici, tutto diventa business, anche i simboli religiosi quando interagiscono con gli interessi municipali. Stiamo vivendo una stagione in cui  l’amministrazione comunale, d’accordo con il Vescovo, stanno sperperando un mare di soldi pubblici in convegni sull’aria fritta, siamo ormai al terzo o quarto se non di più, in quanto vogliono entrambi i soggetti, in modo “subdolo” e “vigliacco” giungere a proporre l’Acheropita come patrono della città fusa! Il Vescovo per i suoi interessi di bottega che non sono di facile lettura per i comuni mortali, il sindaco che prima o poi deve affrontare questo nodo che sta rimandando da 6 anni che non ha sciolto la legge della fusione poiché priva di uno straccio di studio di fattibilità, ma non l’ha sciolto nemmeno lo Statuto Comunale venuto alla luce dopo un parto lungo e travagliato che non è andato al di là di un timidissimo accenno al Patire dicendo e non dicendo e coraggiosamente ha poi lasciato perdere, estenuato, per far capire a chi dovesse capire, in sostanza l’ha cantato e suonato solo per gli addetti, mentre il comune mortale cittadino di Corigliano Rossano nulla di chiaro percepisce  di cosa significhino quelle tre righe scritte nell’introduzione dell’atto fondamentale dell’ordinamento comunale!  Ho definito questo comportamento, che pure esteriormente dovrebbe essere lodevole in quanto vorrebbe valorizzare un bene storico-artistico del nostro territorio ma che nell’obiettivo e nella realtà del fine è indubbiamente: “SUBDOLO” perché in questi convegnicoli organizzati a “sciacqua Rosa e biva Agnese” a colpi di migliaia e migliaia di euro a spese dei contribuenti non ne parlano mai, dell’uso che vogliono fare della Madonna, ma APPARECCHIANO tutte le condizioni per propinarcelo al momento opportuno. “VIGLIACCO” perché non hanno il coraggio di affrontare l’argomento con i cittadini coriglianesi e rossanesi che poi sono i veri soggetti, che dovranno subire gli esiti di questa furbesca macchinazione, prendendo il coraggio a due mani e affermando: “San Nilo e San Francesco diventano di competenza di “area urbana ”mentre all’Acheropita o Achiropita che dir si voglia, l’onore ed onere di assurgere a patrona ufficiale del comune fuso!” Ci vuole tanto?  Ma no, l’opera di instillazione del dato deve essere subdola, continua ed indolore, con metodi… bizantini! Tutto regolare quindi sulla strada che questa amministrazione ha scelto di percorrere al fine di trattare i cittadini da incapaci di intendere e di volere che necessitano di essere “preparati” in modo subliminale sulle scelte che il Sindaco & C intendono imporre loro! Chi si aspettava un’Amministrazione come da contratto proposta da Stasi: trasparente e vicino ai cittadini, ancora una volta è servito.

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