«La questioni dei terreni civici di Corigliano Rossano in uso ai privati apre uno spaccato importante sulla questione morale e della legalità alla guida della Città.

A prescindere dal dato tecnico e formale, per il quale ieri il Consiglio comunale su l’ennesimo input dell’Opposizione ha approvato un deliberato chiaro che impegna il Sindaco a fornire entro i prossimi sei mesi una mappa completa e ufficiale dei terreni comunali occupati dai privati, emerge una questione chiara: a Corigliano-Rossano ci sono latifondisti che traggono personale profitto da terre che sono di tutti i cittadini. E tra questi latifondisti, per loro stessa ammissione, ci sono anche il vicesindaco Claudio Malavolta ed il consigliere comunale Biagio Frasca. È un dato di fatto che ravvisa un eclatante conflitto di interessi e di illegittimità che deve essere rimossa». È quanto ribadiscono i Consiglieri comunali della coalizione “Un progetto che Unisce” (Il Coraggio di Cambiare, Lega, Graziano Sindaco) all’esito del Consiglio comunale celebratosi ieri (lunedì 12 agosto) e convocato per trattare – tra gli altri punti all’ordine del giorno – la discussione, proposta dai gruppi consiliari di Opposizione, sulla questione relativa alla valorizzazione dei beni patrimoniali comunali e al ripristino del legale possesso dei terreni livellari. La stessa che ha portato, sempre su proposta delle minoranze, all’approvazione di un deliberato che impegna il sindaco a fornire, nei prossimi sei mesi, una mappatura completa dei terreni livellari e alle conseguente procedura di alienazione. «Non mettiamo in dubbio che sul tema ci sia tanta confusione, che si siano stati e ci siano ancora dei vuoti amministrativi e legislativi. E non mettiamo nemmeno in dubbio la buona fede di quanti, come il vicesindaco Malavolta e consigliere Frasca, vogliano in qualche modo “mettersi in regola” con i cittadini per aver occupato dei terreni pubblici. C’è però il dato inconfutabile che questi terreni non sono lì in disuso o abbandonati al loro destino. Su quei terreni negli anni si sono realizzati agrumeti, uliveti, orti; sono stati venduti a terzi ed in alcuni casi ne è stata cambiata anche la destinazione d’uso diventando aree edificabili. E questo a solo profitto di chi ne ha usufruito alle spalle di tutti». «Da qui la questione morale ed etica che non può non richiamare ad un ripristino immediato della legalità. A maggior ragione se ad essere coinvolti sono oggi amministratori pubblici. Vorremmo sapere se è stato mai pagato un canone per quei terreni se è mai stato versato un contributo al comune. Oggi si chiede l’affrancazione per legittimare il tutto; ma crediamo che prima di tutto, considerate le contingenze economiche e sociali della nostra città, carente di ogni servizio primario, quei terreni debbano ritornare in gestione al Comune di Corigliano-Rossano per poi, a loro volta, essere inseriti in un piano di alienazione che consenta alle casse del municipio di avere nuovi e maggiori introiti. Tutto qui.Prima di allora, però, è opportuno eliminare tutte le cause di illegittimità che sono presenti in Giunta e in Consiglio proprio per evitare ingerenze e forzature nella doverosa mappatura e regolamentazione dei terreni. Lo abbiamo detto chiaramente nel deliberato che, al netto delle polemiche strumentali sollevate dalla maggioranza, è stato approvato all’unanimità»

 

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