In un pomeriggio di primavera del 2008, Luigi Fusaro venne nel mio studio a lamentare un fatto riguardante la sua quotidianità: non era possibile che persone di talento fossero categorizzate come portatori di disabilità. Luigi denunciava fortemente l’effetto discriminante che si determinava per siffatta terminologia.

La questione mi pareva di tutto rispetto e consegnava una testimonianza viva di un giovane che aveva incontrato la morte per mano di un compagno di giochi. Uno scherzo del destino. Luigi non era nato con disabilità; aveva subito da fanciullo le conseguenze di quell’ incidente, che lo portarono ad accettare di fatto un’esistenza potenzialmente limitante. Con Luigi, ed in seguito con Aldo Stefani, si cercò un varco di luce in questo mondo di sensibilità acute e, come un fulmine a ciel sereno, ci trovammo insieme a risolvere la questione tra persone abili, ossia interabili. Il termine INTERABILE, sin dal 2008, è stato così assunto da Luigi Fusaro, Aldo Stefani e da me medesimo come lemma: un momento di rivalsa per la dignità umana di moltissime persone. Dall’anno 2008, si è cercato il modo di far riconoscere il lemma interabile con risultati soddisfacenti, ma non definitivi per l’inserimento del termine ed il suo riconoscimento da parte della comunità dei parlanti. Nel 2013, il termine viene riconosciuto quale sinonimo di diversabile dal testo LI d’O – Lingua Italiana d’Oggi- X2013 , Bulzoni editore. Nel capitolo “Di sana pianta, una raccolta di parole inventate” di Anna Petrazzuolo, ci viene riconosciuto il titolo di attivisti del lessico, e, nel capitolo del vocabolario, viene pubblicato il termine Interabile e la sua estesa definizione. Di seguito, Luigi Fusaro promuoverà ancora il lemma presso il sito Treccani on line nella rubrica “caccia alle parole nuove” a cura di Silverio Novelli che così ne tratta il 14 settembre 2017: “ […] il neologismo è l'unione del prefisso latino ''inter''= ''fra, tra'' e dell’aggettivo italiano ''abile''= ''abile, capace, fatto con capacità''. Tale composizione linguistica soppianta quei termini, come handicappato, invalido civile, diversabile, disabile, diversamente abile, mongoloide, autistico, down, cieco, sordomuto, zoppo che non rendono giustizia alle qualità presenti in tutti gli Esseri Umani, nella loro dignità di Persone: le qualità delle Persone Interabili devono essere riconosciute da tutti; siamo tutti Persone Interabili; l’Interabile è la Persona capace tra quelle capaci». Abile tra altre e altri abili, dunque. Esiste anche un Istituto Internazionale Interabili. Sostenere una parola come vessillo di battaglia civile e ideale non è una cosa semplice. Va comunque ricordato che l'insulto (mongoloide), la denominazione cruda, nota da secoli, e spesso connotata di negatività (zoppo), i recenti eufemismi nobilitanti (diversamente abile, diversabile) non stanno tutti sullo stesso piano sociolinguistico. Anche interabile sembra collocarsi nell'area delle riformulazioni nobilitanti. Da monitorare. “ Un impegno lungo 11 anni che, da oggi, assume i connotati di una sfida per rompere definitivamente schemi e pregiudizi contenuti nelle parole. La terminologia handicappato, disabile o diversamente abile ha comportato nel tempo una discriminazione dell’essere umano che soggiace non solo alle leggi che regolano categorie particolari e protette come ritenute quelle dei portatori di handicap ma che determina un limite che etichetta negativamente il soggetto portatore. Per questo, deve essere superato il termine disabile in virtù di condivisioni culturali, tra cui la stessa terminologia. Riteniamo, pertanto, che, sin dai primi momenti di democrazia, applicata nel nuovo Statuto comunale della nuova città di Corigliano Rossano, venga riportato sostituendo i termini, disabile, diversamente abile, diversabile, handicappato e invalido civile in documenti e applicazioni normative, con le dovute precauzioni, con il termine INTERABILE. Il termine definisce certamente e positivamente ciò che termini impropri hanno ristretto in un ambito limitante e depauperante di dignità e consapevolezza umane. L’interabilità è così intesa come forma dialettica integrante e propositiva di abilità condivise e riconosciute. Singolarmente, siamo tutti portatori di limiti ed effettivamente ci caratterizziamo come interabili. Difatti il riconoscimento del solo limite umano è pregiudizievole nella formazione della persona e quindi paradossale per quel che è, nello sviluppo dell’individuo, la sua emancipazione. Oggi, con le nuove tecnologie e sue applicazioni, molti limiti culturali e sociali, dovuti a pregiudizi e da spazi costrittivi o inadeguati, sono stati superati, e hanno caratterizzato una consapevolezza maggiore dell’essere umano come partecipe alle attività affettive, sportive, culturali , di ricerca, ludiche, e, attraverso convenzioni internazionali e sentenze giuridiche, si riconosce, all’interabile, il diritto umano di vivere anche e soprattutto una sana e consapevole sessualità. Per tali motivi sin da oggi richiederemo a sportivi, artisti , personaggi dello spettacolo e politici ed a tutti gli uomini e donne di buona volontà di sostenere la causa legata alla parola INTERABILE ed alla sua diffusione.
 
di Alfonso Caravetta con il contributo di Luigi Fusaro e di Aldo Stefani

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