Categoria: Politica
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Niente da fare. Non passa la legge del consigliere regionale Flora Sculco sulla doppia preferenza di genere.

A nulla sono serviti il rinvio dell'approvazione e la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc. ì L'Aula di Palazzo Campanella ha respinto i quattro articoli della proposta 31/10 sulla promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali, non raggiungendo la maggioranza assoluta dei voti: su 29 consiglieri presenti, 15 hanno votato favorevolmente, 13 si sono astenuti, mentre uno è stato il voto contrario.  Decisiva l'astensione della minoranza e il voto contrario del consigliere Orlandino Greco (gruppo Oliverio Presidente). "Una proposta di sinistra che si voleva imporre a colpi di maggioranza", ha detto il consigliere regionale di Forza Italia Mimmo Tallini. "Non siamo contro le donne, abbiamo una visione diversa su come valorizzare il genere femminile. Vorrei capire chi è il capogruppo dell'insufficiente maggioranza: Guccione, Giudiceandrea o Sebi Romeo? Abbiamo l'impressione che questa maggioranza sia ostaggio di chi vuole incassare a tutti i costi un risultato politico. Oliverio avrebbe potuto approvare questa legge all'inizio di legislatura, quando aveva la possibilità di approvare la legge senza l'ausilio della minoranza. Volevamo togliere tutti quegli aspetti politici, ma la voglia della sinistra di strumentalizzare è più forte del vero interesse, ovvero favorire l'ingresso delle donne nella politica. Subito dopo è intervenuto il presidente della Regione Mario Oliverio: "Oggi si sta scrivendo una pagina negativa per il Consiglio regionale. Si sta scrivendo una pagina negativa perché si rappresenta la Calabria per quello che non è, ovvero una regione arretrata, non al passo con i cambiamenti che a livello nazionale ed europeo sono già in atto. Io non vi nego che tutto ciò mi crea tristezza e questo lo dico al di là delle appartenenze perché la volta scorsa è stata rinviata la seduta ed è stata accolta una proposta di rinvio venuta dai banchi dell'opposizione, sulla base di un impegno. Oltre un mese fa è avvenuto tutto ciò".  Secondo il governatore, "c'è un problema politico", ovvero "non c'è la volontà di affrontare questo tema fondamentale nel processo di riforma delle legge elettorale regionale. C'è il tentativo evidente di affossare questa proposta di riforma. Non si può fare riferimento a maggioranze e minoranze: si è costituito un gruppo di lavoro misto, perché le regole del gioco vanno scritte oltre gli schemi precostituiti. Oggi si sta compiendo un errore grave. La mia posizione è chiara dal primo giorno in questa Aula, quando ho proposto la modifica dello Statuto. Non capisco la posizione di chi è contrario. L'approvazione della legge Sculco non esclude altri approfondimenti sul voto disgiunto o altri aspetti. Non ci si può trincerare sulla 'riforma generale' per evitare la doppia preferenza di genere. Mi appello a tutto il Consiglio per assumere una valutazione ponderata. E' una legge che mette la Calabria al passo delle trasformazioni in atto nelle altre realtà del Paese. La doppia preferenza non è un obbligo o un vincolo, è una facoltà. L'elettore può votare un uomo, una donna o, se si avvale della doppia preferenza, può votare un uomo e una donna. Duro il consigliere regionale ed esponente di Articolo 1, Arturo Bova: "Credo sia il Consiglio regionale più importante della legislatura. Avete gettato la maschera. Non ci si può meravigliare. Oggi ci copriamo di vergogna, dovremmo andare tutti a casa. Sui principi di civiltà non si fanno tatticismi. Abbiamo toccato il fondo. Qualcuno della maggioranza è assente e non si può mancare in un momento del genere". E ad Oliverio ha detto: "Da questo momento ognuno per la propria strada. Ci sono ex assessori ed ex presidente di Consiglio che le hanno giocato un 'tiretto'", sottolinea Bova. "Anche lei si deve prendere questa responsabilità", dice ancora rivolgendosi ad Oliverio. "E' una pagina buia per la Calabria e il regionalismo regionale, vi siete nascosti dietro un'astensione, quando potevate votare a favore", ha detto Flora Sculco, proponente della legge regionale sulla doppia preferenza di genere.  La seduta si è conclusa per mancanza del numero legale, con la maggioranza che ha abbandonato i banchi dell'Aula, come preannunciato nell'intervento del capogruppo Pd Sebi Romeo: "Il Consiglio scrive una pagina buia, dichiara, un aspetto colpisce più di altri ed è il tentativo di mistificare la realtà. Il testo Sculco approvato il 16 luglio 2015 non può essere definito un testo approvato in fretta o non condiviso. Il centro destra ha cambiato idea radicalmente, pur riconoscendo l'opportunità di pervenire ad un'approvazione condivisa delle regole democratiche. La verità - ha evidenziato Sebi Romeo - è che l'opposizione non vuole la preferenza di genere, sarebbe il caso di essere chiari. L'ipocrisia ha raggiunto il culmine con la presentazione in commissione di una proposta che preveda la parità di genere nella rappresentanza nelle amministrazioni degli enti sub regionali. Ritengo, dichiara, che non ci siano le condizioni per proseguire con i lavori del Consiglio".