Due comunità reali come quelle di Corigliano e Rossano meritano di più, hanno bisogno di ben altro per rilanciare, dare forza e prospettive certe al loro futuro prossimo: Prima di tutto un periodo di silenzio, di riflessione benedettina, una fase di meditazione 

che possibilmente si incammina verso un viale dove il dogma sia la parola riappacificazione e dove le parole che si dicono, dopo averle pesate, soppesate, sciacquate del loro significato, acquistino un senso e camminino nei  binari della logica reale, non siano fuorvianti, non siano parole pretestuose, frutto di qualche devianza mentale con l’unico scopo di sfasciare anche quel poco che funziona tra Corigliano e Rossano per poi indottrinarci,  farci bere dal loro calice dove grondano idee politiche tutte personali, negative, amare per il benessere del futuro comune. Basta alle improvvisazioni di bottega, basta al solito, becero e infantile chiacchiericcio quotidiano dove ognuno, in nome di non so cosa, rema solitario come in un mare in burrasca per denigrare gli altri, auto proclamarsi come il candidato perfetto del comune che dovrà prendere corpo e forma. Il secondo giorno come non bastasse aumenta la dose ergendosi a moralista perfetto senza macchia. Il  terzo giorno magari la spara grossa, volendo far credere che lui è la persona giusta e che la città unica ha bisogno di lui, della sua esperienza perché lui è il politico di rango, della provvidenza, non curante di usare al pari di un  maldestro alchimista vecchi trucchi, frutto di alchimie fantasiose, al limite della degenza e della  provocazione o magari frutto di fantasie erotiche. Fate silenzio! Riflettete se vi riesce! Ci vuole buon senso, esperienza, capacità per unire le due culture senza escludere nessuno, ritornare al popolo, ai problemi reali, ai bisogni quotidiani, alle periferie, rilanciare quel dialogo- confronto con coloro i quali hanno proposte sensate, fattibili anche se non condivisibili.  Non fidarsi, prendere le distanze da  questa classe politica egoista, ingorda che si auto glorifica e si permette anche il lusso, l’ardire di imporci la candidatura di un proprio pargolo, facendolo passare da politico di vecchio stampo dove in lui si incarnano esperienza politica -  amministrativa ed interessamento verso i bisogni altrui. Siamo veramente messi male! Si naviga a vista, non una rotta precisa, non una ricetta giusta che ci possa fare uscire da questa palude malsana dove la politica ci ha relegati e noi gioiosamente ci sguazziamo come anguille ben nutrite non curanti dei tanti che stanno apparecchiando la tavola per farci la festa, per escluderci una volta incassato il consenso dalla loro tavola, dai loro progetti se non incominciano a pretendere chiarezza, proposte, idee chiare, progetti fattibili, ma soprattutto uomini onesti da eleggere alla guida del futuro comune Corigliano- Rossano. Ma li avete visti bene i nomi in lizza dei probabili contendenti alla poltrona di sindaco del comune unico? Chi più chi meno, tutti personaggi di “primo pelo”appartenenti ad una era geologica politica passata che ha lastricato la via di inefficienze, di clientelismo, di disparità sociali, dove il solo ed unico loro merito è stato quello di avere allontanato il popolo dalla politica per non essere controllati nel mentre si arricchivano economicamente disinteressandosi delle aspettative di sviluppo e rilancio del territorio. Cosa ci hanno lasciato  in eredità i “nostri” vecchi politici, quelli che abbiamo eletti al parlamento, alla regione alla provincia ed ai comuni di Corigliano e Rossano! Ed i nuovi? Dalle prime avvisaglie: Improvvisazione, prede ambite di imprenditori che li vorrebbero al loro servizio(vedi S.S. 106- scippo di finanziamenti destinati al Sud) bravi a criticare la sinistra, ma teneri con tutto il centro destra compreso S. Berlusconi. Siamo circondati da macerie, da mediocri, da una dilagante corruzione frutto di una commistione tra pubblico e privato, siamo oppressi da una pressione fiscale(tributi comunali) insostenibili per le famiglie. Mai nessuno che abbia speso una parola nelle stanze che contano a favore del sud, a favore delle potenzialità vere della Piana di Sibari, a favore di chi vive ai margini della società perchè senza un lavoro e senza un futuro, eppure le loro campagne elettorali, le loro promesse( dei vecchi e dei nuovi)  sono improntati su  argomenti a cui il popolino ingenuamente ha creduto premiandoli anche se non c’è stato il bisogno di farsi campagna elettorale. Hanno vinto al sud, promettendo, al pari dei partiti della prima repubblica il reddito di cittadinanza, divenuto oggi l’ossessione del movimento, di Di Maio da approvare comunque anche se i conti dello stato vanno allo sfascio. Chiediamoci serenamente, al di là delle ideologie politiche di ognuno di noi se questi sono i rimedi per uscire dal degrado economico e sociale, chiediamoci se questi, (politici vecchi e nuovi) meritano la nostra fiducia, il nostro consenso in previsione delle prossime amministrative locali. D’altra parte le nuove generazioni che si propongono con sigle fantasiose sullo scenario politico locale (Rossano - Corigliano) sono più voraci dei vecchi, grondano di presunzione, di arroganza, sanno tutto loro, bravi a criticare, in perenne campagna elettorale, il loro primo ed unico argomento è la caccia all’immigrato ed a chi dissente da loro, giornalmente in corsa per adulare Salvini, si immolano a lui, il novello “DUCE”  ed al suo gregario Luigi Di Maio, convinti come sono(le giovani leve locali)che saranno loro i vincitori alle prossime elezioni amministrative Corigliano- Rossano, saranno loro, i populisti, i sovranisti a  governare la città unica.  Una sciagura che bisogna evitare. Mai come adesso c’è bisogno di uomini e donne, giovani di buon senso, onesti intellettualmente che scendano in campo per arginare questo fiume in piena che rischia di travolgerci tutti. Si può evitare tutto questo, e lo dico a malincuore anche se non è la ricetta migliore affidandoci, otturandoci magari il naso al vecchio, a condizione che questo sia tenuto sotto costante controllo dal popolo per indirizzarlo se occorre verso il bene comune della nuova città unica!

 Movimento Centro Storico: Corigliano Calabro. Luzzi Giorgio.     

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