A distanza di qualche settimana da un suo primo intervento sul tema fusione tra le città di Corigliano Calabro e di Rossano, torna nuovamente sull’argomento l’ex consigliere comunale Angelo Caravetta, tra i più strenui sostenitori della compagine schierata contro tale iniziativa ed esponente politico attento e sensibile ai problemi del territorio.

“I rischi e la paure che temevamo, tanto da farne apertamente menzione nel corso della campagna referendaria, si stanno purtroppo traducendo in realtà. È in atto in uno sconcertante silenzio e nell’indifferenza generale – dichiara Caravetta – si sta compiendo una graduale quanto silenziosa spoliazione delle ancora poche presenze istituzionali nella nostra città. Corigliano, dopo aver perso negli anni addietro numerosi presidi afferenti i servizi alla cittadinanza, ha registrato nelle ultime settimane notevoli passi indietro per quanto riguarda la macchina comunale. A distanza di solo qualche mese dall’esito referendario e dall’arrivo della terna commissariale, la vicina Rossano ha fatto man bassa dei Capi Settore ed ora, a quanto sembra, si appresterebbe a prendere anche basilari Uffici, quali ad esempio quelli tecnici, che verrebbero appunto trasferiti nella vicina località bizantina. Voci si susseguono in questa direzione da più parti, finanche con echi su organi d’informazione locali, senza alcuna smentita da parte dell’Ente Comune. Se così fosse, si tratterebbe dell’ennesimo colpo fatale al futuro di Corigliano e ai destini di un’intera comunità, oggi più che mai smarrita. Altro che fusione!”. “La problematica mi fornisce l’occasione – prosegue l’ex consigliere Caravetta – per esprimere, al contempo, massima stima e solidarietà nei confronti di quegli uffici, in primis l’Avvocatura Comunale, che ancora resistono nella nostra città, con proprie sedi e responsabili. Di qui la mia vicinanza all’avv. Longo, il quale, tra non pochi sacrifici, garantisce funzionalità e prestigioso a tale importante servizio pubblico. Dinanzi a siffatti trasferimenti, scelte dirigenziali, e per non parlare poi dello stato di totale degrado ed incuria nel quale versa tutto il territorio, nel bel mezzo della stagione estiva e tra le legittime rimostranze di cittadini e turisti, mi chiedo: ma che fine hanno fatto i cosiddetti padri della fusione? Sono in tanti, in realtà, a chiederselo, poiché questi signori, che avevano promesso mari e monti a seguito di tale stravolgimento, sono spariti, non si occupano più dei problemi e dei disagi quotidiani che vive la popolazione, anzi al massimo parlano di argomenti di carattere generico e buoni per ogni tempo, dall’ambiente alle infrastrutture. Nel frattempo, i coriglianesi vivono una stagione buia e senza alcuna prospettiva, in nome di un cambiamento che sì, c’è effettivamente stato, ma decisamente in peggio!”.

 

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