Il partito Democratico ha sottovalutato le istanze dei lavoratori, degli operai, dei contadini e del ceto medio, ha sottovalutato le paure sociali, i problemi delle fasce sociali deboli e delle persone che hanno meno risorse economiche, meno mezzi a loro disposizione, ha sottovalutato i problemi delle periferie, dove il disagio, l’insicurezza sono di casa.

Il non avere recepito le istanze che venivano dai ceti più deboli ed emarginati di questa società sciupona, ha reso possibile il crollo significativo del P.D. anche in quelle realtà, come L’Ilva di Taranto dove gli operai hanno indirizzato il loro malcontento, dando fiducia al M5S. Sarebbe da pazzi non comprendere, non analizzare i motivi di questo risultato che a mio avviso costituisce un allarme per il futuro di tutto il centro sinistra e delle politiche liberiste fatte proprie e che appartengono al centro destra. A dimostrazione di ciò è la competitività nei quartieri ricchi come i Parioli, il centro di Milano, dei salotti vip, degli intellettuali di area e tra i giornali di riferimento. Il P.D. partito radical scic di sinistra poco interessato ai problemi sociali, più interessato ai diritti sociali, non viene recepito più come difensore delle istanze dei lavoratori, ha sottovalutato le paure sociali, non è più capace di attrarre il voto degli operai, basti pensare che di questi, soli il 13% ha votato P.D, a differenza del 32%, voto proveniente dalle classi agiate e dalla borghesia, questa è la evoluzione del P.D. di Renzi, di Bersani, di D’Alema, di Veltroni ecc. ecc.  Se il P.D. vuole contare nel prossimo scenario politico deve sapere ascoltare il popolo, deve farsi carico dei suoi problemi, deve andare verso altra direzione, non al disprezzo dell’altro, specialmente se dissente, frequentare meno i salotto vip, gli intellettuali radical scic, ridurre il potere di coloro i quali sono da decenni al potere e che appaiono come narrazione del passato e che si servono del partito per raggiungere i propri scopi, mortificando  il buon nome del P.D. Se è vero che al peggio, non vi è mai fine, serve una nuova dirigenza sia a livello nazionale, regionale che locale che cambi mentalità culturale, serve una dirigenza che metta fine alla narrazione ottimistica di Renzi, a sua volta incapace di ascoltare, la si smetta di sbandierare quella presunta concezione immacolata che rende il P.D. ma in verità tutta la classe politica italiana,  arrogante, proterva verso i deboli. E’ il momento di placare le piazze, il malcontento, è da qui che si deve partire senza ma e senza se, si deve ricominciare, prima per digerire la batosta elettorale, poi per ridare fiducia al proprio elettorato, si incominci da adesso, la si smetta di ritenersi eredi di quella presunta vostra concezione immacolata che non vi appartiene, servono per quanto sia possibile, politiche che arginino l’impoverimento del Sud Italia, quel Sud sempre più discriminato e che vede allargare la forbice ricchezza- povertà a favore del Nord, quel Sud dove il 70% della popolazione, prevalentemente giovani è disoccupata o nelle mani di consorterie politiche conniventi con la criminalità organizzata. Un Sud che non esporta quanto dovrebbe, dove le scuole sono inferiore del 15% rispetto a quelle del Nord, un Sud dove i parti cesarei sono al 29%, mentre nel resto dell’Italia al 19%, un Sud, dove un processo dura quattro anni e mezzo, nel Nord dell’Italia 2 anni e mezzo. Non bastasse questo, a mortificare il Sud,contribuiscono quelle forze politiche cosiddette nuove, populiste che invece di incoraggiare le popolazione del sud Italia a rimboccarsi le maniche, a fare i compiti a casa, al pari del Nord Italia o della stessa Germania, a rivendicare i propri diritti, a non passare per quelli che non vogliono lavorare e che vivono di assistenzialismo di stato come ha fatto per 40 anni la D.C, Silvio Berlusconi per altri venti anni, e quella pletora di sinistra che vuole come capo M. Oliverio.  Promettere una indennità di disoccupazione, una rendita garantita, una indennità di malattia o di disoccupazione,( questo è il cosiddetto reddito di cittadinanza) in questo scenario desolato, drammatico, è chiaro che prendi voti, è chiaro come il sole che vinci, ma è anche certo che non crei lavoro, bensì illusioni, speranze che difficilmente diverranno realtà per mancanza di copertura, scenari che le nuove generazioni politiche e buona fetta di elettorato non hanno previsto poiché impegnati in una crescente voglia di dire no a tutto, a denigrare le istituzioni, gli avversari politici.   

 

Movimento centro storico- Giorgio Luzzi

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