Foto: Salvatore Drago (Iscritto al Pd)

Comunicato stampa

Ciò si prefigge di essere solo una riflessione personale, nel rispetto di tutti coloro che vogliono votare SI al referendum sulla fusione di Corigliano e Rossano.

E con questo doveroso rispetto voglio far notare ad essi, al di là delle buone intenzioni che li animano, che realizzare un fusione senza alcun minimo programma di lungo periodo e come percorrere una via senza sapere in che direzione si sta andando. E’ come se due importanti aziende decidono di unirsi ma poi non prevedono le innovazioni di prodotto e di processo necessari alla conquista di nuovi mercati, non facciano una previsione dei costi e dei ricavi, non si preoccupano minimamente delle strategie commerciali, ecc. Questo è un po’ quello che sta accadendo per questa fusione: non si sa cosa si vuole fare tranne che proclamare dei bei principi ma senza dire come verranno poi attuati. Chi vota NO non è un vile ma è una persona che vuole vederci chiaro. Chi ha usato quell’infelice espressione oltre a dover chiedere scusa sappia che ha fatto la figura del Cadorna e non quella del Diaz! Mi scuso fin d’ora se sarò un po’ lungo e noioso ma mi si creda non lo si è fatto apposta! I sostenitori del SI affermano: Avremo maggiore peso politico e minori condizionamenti da Cosenza e che si avrà maggiore autorevolezza politica. E in più avremo una nuova e più adeguata classe dirigente. FALSO. Peso politico ed autorevolezza politica non si ottengono unendo semplicemente due grandi comuni. Essa è il frutto della reale volontà di chi amministra, di chi viene eletto, di lottare per il reale cambiamento delle condizioni culturali, sociali ed economiche dei territori di appartenenza. Coinvolgendo i cittadini nelle scelte e mantenendo fede ai programmi elettorali, spesso disattesi. Finora tutto ciò non è avvenuto e non accadrà nemmeno con la fusione, poiché saranno sempre alcune élites a guidare il cambiamento e a dirigerlo in alcune direzioni. Anche se ci si unisse non è vero che si sarebbe liberi dai “condizionamenti” di Cosenza in quanto connivenze politiche, anche trasversali, hanno sempre legato questo territorio con i politici di Cosenza. I risultati elettorali delle ultime elezioni regionali hanno visto trionfare persone di altre zone della provincia a discapito di alcuni candidati del posto. Nei due comuni ancorché separati, l’establishment presente sul territorio, se volesse potrebbe far emergere personalità nuove e più adeguate alle esigenze attuali ma la selezione deve avvenire nei partiti che devono spingere verso un’innovazione di idee e ideali che dovranno poi essere materialmente declinati in atti concreti. E i partiti, attraverso la dirigenza locale, devono impegnarsi a sostenere il nuovo, che sia anche competente, e non solo un esperto della politica. Se tutto ciò non è accaduto in realtà con pochi abitanti, che sono più controllabili, figuriamoci in un ambiente più vasto numericamente, ove conta anche avere una cerchia di amici che “contano”. Forse bisogna partire dall’educazione dei cittadini a fare scelte migliori quando scelgono chi li rappresenterà nei diversi consessi. Ma per questo ci vuole tempo, ci vuole l’impegno della politica locale e non sarà certamente con la fusione che si otterrà d’incanto una migliore classe dirigente, maggior autorevolezza e maggior peso politico. Avremo una maggiore sicurezza del territorio con l’istituzione del Distretto di Polizia. FALSO. Anche se con la fusione fosse istituito questo distretto di polizia non significa che, dopo, tutti potremo vivere allegri e spensierati. La sicurezza del territorio si fa sia con la maggiore presenza di uomini e mezzi, ma soprattutto con la ferrea applicazione delle leggi. Certamente ci sarà qualche pattuglia in più, ma a Cosenza mi sembra non è che ci sia tutta sta grande percezione di sicurezza! E hanno la Questura, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Comando provinciale della GdF. Hanno persino la Polizia Provinciale! Tutta questa auspicata sicurezza sul territorio non ci sarà. Avremo una migliore sanità con un più grande ospedale. FALSO. L’Ospedale della Sibaritide, derivante dalla nuova geografia del sistema sanitario regionale, dovrebbe realizzarsi da qui a pochi anni, si spera! Non è certo un frutto della fusione se si farà l’Ospedale Unico, ma è un progetto che si realizzerà anche senza che vi sia il comune unico di Corigliano-Rossano Avremo diritti a più finanziamenti. FALSO. Ci sarà sicuramente un maggior afflusso di risorse finanziarie da parte del governo centrale, e anche la possibilità di derogare al Patto di Stabilità. Bene, avremo più risorse: ma come si spenderanno? Si ha un’idea di quel che si vuole fare con questi soldi? Quantificati nei primi dieci anni saranno circa 30 milioni, 3 milioni all’anno. Beh con tre milioni di euro l’anno non si riesce nemmeno a manutenere la rete stradale. Inoltre maggiore capacità di spesa non significa necessariamente spendere bene il denaro! Avere più finanziamenti significa anche creare una struttura comunale che si interessi di tutte le opportunità derivanti da finanziamenti nazionali, europei e regionali. Si può ottenere ciò anche creando di comune accordo un ufficio che sia a disposizione delle due Amministrazioni. Non esiste ad oggi una bozza di programma che dica chiaramente come esercitare questo diritto tranne che parlare di semplici quote di trasferimenti per 10 anni come previsto dalla normativa vigente. Avremo più lavoro, maggiore forza commerciale ed economica. FALSO. Le condizioni economiche della Calabria, e della Sibaritide, sono derivanti anche da fattori esogeni non facilmente controllabili. Le condizioni positive di aumento della occupazione non si creeranno automaticamente all’indomani della fusione, ma saranno necessarie misure ad hoc nazionali e regionali che favoriscano la crescita occupazionale, come ad esempio favorendo investimenti nazionali ed esteri. Questo lo potrebbero fare benissimo i due comuni senza necessariamente fondersi nell’immediato ma semplicemente elaborando una strategia comune, in accordo con la Regione e il Governo nazionale. Cosa si intende per maggior forza commerciale ed economica? Che dopo la fusione tutti saremo più ricchi, tutti i nostri prodotti tipici locali saranno automaticamente venduti in gran quantità solo perché due comuni si sono fusi? Non credo che in Francia e in Svezia preferiranno gli ottimi prodotti di Corigliano e Rossano solo perché le due città hanno contratto matrimonio! Anche in questo ambito i due comuni, in collaborazione, possono muoversi ed elaborare strategie per la promozione del territorio e dei prodotti caratteristici. Si pagheranno meno tasse. FALSO. I comuni per quanto possono cercano di abbassare le tasse per i cittadini. Ma non sarà questo il caso del nuovo comune, se ci sarà la fusione. I servizi erogati devono essere pagati dai contribuenti; il debito dei due comuni non si sa a quanto ammonti precisamente; e le risorse finanziarie trasferite nei primi dieci anni sanno molto esigue rispetto alle reali necessità del territorio. Pertanto le tasse si pagheranno ma né in misura né in numero minori rispetto ad ora a me no che lo Stato non emani un decreto di esenzione per i cittadini residenti nel nuovo comune. Ci sarà una riduzione dei costi della politica. FALSO. E’ vero che sarà ridotto il numero dei consiglieri comunali e ci sarà un solo sindaco e una sola giunta, ma poiché si prevedono l’istituzione di municipalità, per garantire secondo loro una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa, che hanno comunque dei costi in quanto gli organi dei municipi che sono il Consiglio, la Giunta e il Presidente devono essere retribuiti. Dovendosi istituire almeno due municipi il costo della politica locale sarà pressoché invariato. Sul fatto della maggiore partecipazione ai cittadini alla vita amministrativa è vero in teoria, ma nella pratica chi avrà sempre l’ultima parola sarà sempre il Consiglio comunale e la Giunta che potranno tenere conto delle istanze dei municipi in base a quanto previsto dallo Statuto comunale, del quale al momento non esiste nemmeno una bozza. A queste mie perplessità nessun rappresentante del SI ha saputo darmi delle risposte esaurienti, tranne che elencarmi una serie di vantaggi teorici. Ma dopo la teoria ci vuole la pratica e questa manca! Qualcuno potrebbe obiettare che sono troppo pessimista, che non credo nel futuro di questo progetto, che potrebbe essere l’ultimo treno per la rinascita e il rilancio di questo territorio. Personalmente se non vedo nulla di scritto, che mi dica cosa nella sostanza si farà sono costretto, mio malgrado a dire NO e far votare NO a questo progetto di fusione solo molto bello nella teoria. Mi sarebbe piaciuto, ma oramai è tardi preparare un ottimo documento di programma decennale post fusione, che qualcuno avesse elaborato un testo programmatico. Però non tutto è perduto. Se dovesse vincere il NO, come mi auguro, il processo di fusione non si interromperà per sempre. Ci si prenderà una pausa di riflessione per capire cosa non andava bene nel progetto e si ripartirà con nuovo spirito costruttivo e con un PROGRAMMA di lungo periodo. Su cosa si sarebbe dovuto riflettere nei due – tre anni precedenti e non lo si è fatto e si è arrivati impreparati al referendum, e la mancanza di approfondimenti su alcuni aspetti di seguito elencati hanno creato nei cittadini una sorta di astio per la fusione in quanto giustamente non vedono niente di reale da fare e nessun beneficio per se stessi. Sarebbe stato doveroso riflettere e discutere, anche su quanto di seguito, e poi sviluppare un programma sebbene non definito nei minimi dettagli. Invece si offre ai cittadini un involucro vuoto sostenendo che poi si riempirà di ogni leccornia in seguito alla fusione. Non si è discusso di: Come scegliere il nome della nuova città? Far scegliere il nome della nuova città ai ragazzi delle scuole medie inferiori per esempio. Definire lo Statuto del nuovo comune come previsto dall’articolo 15 c.2 del D.lgs. 267/2000 con il quale prevedere l’organizzazione e le funzioni dei municipi, prevedere la figura dell’Ombdsman (difensore civico), ecc. Le norma afferma che si può definire anticipatamente lo statuto comunale. Ma di questo, come detto, non circola nemmeno una bozza preliminare.I due comuni una volta fusi, ospiteranno una delle aree industriali più grandi del Sud Italia. Come si vuole far venire aziende italiane ed estere ad investire nella zona: creando un ufficio ad hoc che collabori con Invitalia per esempio, o muoversi autonomamente sfruttando altri canali? Se si intende parlare di crescita occupazionale ed economica, si sarebbe dovuto affrontare ed approfondire anche questo aspetto. Come si intende sviluppare e destagionalizzare il turismo e promuovere il territorio sia in Italia che all’estero? Partecipando solo alle fiere o anche intraprendere una proficua collaborazione con ENIT, l’Agenzia nazionale per il turismo? Come si intende sopperire alla mancanza di collegamenti con il resto d’Italia e d’Europa? Si prevedono accordi con Trenitalia o invitare altre aziende di trasposto su ferro per migliorare i collegamenti almeno in alcuni periodi dell’anno? Certamente non da soli ma collaborando molto con la Regione, Ministero dei Trasporti e con i sindaci dei comuni limitrofi. Un progetto di rilancio del porto bisogna averlo. Sempre logicamente interfacciandosi e confrontandosi con Regione e Governo centrale. E anche di questo non esiste alcun documento che metta nero su bianco le idee e le azioni da fare. Una città che si intende definire moderna e civile ha bisogno anche di una buon servizio di trasporto pubblico locale. Non esiste alcuno studio su come impostare il TPL, né idee su abbonamenti agevolati per anziani, studenti e lavoratori, biglietti e abbonamenti integrati. Affidarsi a privati o creare una piccola azienda di servizi? Anche su questo il nulla! Come si intende gestire alcuni servizi e prevederne l’internalizzazione (riscossione tributi, manutenzione stradale, elettrica, gestione cimiteri) che a regime possono fruttare risparmi anche di 3 - 4 milioni di euro l’anno. E se si valutasse anche la raccolta dei rifiuti con una partnership pubblico-privata il risparmio potrebbe raggiungere anche i 7 milioni l’anno. Sommati ai trasferimenti statali dei primi 10 anni, al netto degli investimenti effettuati, le risorse disponibili potrebbero raggiungere la cifra di 9 milioni di euro l’anno nel primo decennio di vita della nuova città. Come si intende contrastare l’abuso edilizio e quali aree escludere dalla cementificazione? Quali servizi offrire a giovani ed anziani, magari realizzando anche aree attrezzate all’aperto ove essi possano socializzare e dedicarsi allo sport, senza necessariamente pagare per una semplice partita a calcetto? Manca l’elaborazione di progetto mirante al contrasto dell’abbandono scolastico. In che modo si prevede di rivitalizzare i due centri storici e come migliorarne la qualità della vita e attrarre nei borghi antichi nuovi residenti? Dopo la costruzione dell’ospedale unico ci saranno a disposizione due mega strutture non pienamente utilizzate. Si prevede di fare degli accordi con dei centri di ricerca specializzati su alcune malattie rare, o per particolari patologie e darne eventualmente in comodato d’uso le parti non utilizzate degli ex nosocomi, così da avere due centri di eccellenza scientifici sul territorio? Ciò favorirebbe anche l’arrivo in zona di scienziati e lo sviluppo della convegnistica. Dove creare la sede del Palazzo di Città e come sarebbero distribuiti gli uffici comunali? Per far digerire ai “nostalgici” in modo più indolore la scelta degli amministratori, si è prevista una forma di alternanza almeno per le prime elezioni che preveda il sindaco originario di una città e il vice sindaco dell’altra e alle successive fare il contrario? Queste sono alcune tematiche, che mi sarebbe piaciuto vedere sviluppate in un programma scritto post fusione ma non trovo traccia di ciò da nessuna parte. Pertanto, visto che al momento non esiste alcun vero programma per la crescita e lo sviluppo della nuova città, consiglio a chi è ancora indeciso di votare NO perché è meglio fermarsi a riflettere che andare veloci come un treno con il rischio di deragliare. A chi è favorevole al SI, nel rispetto delle sue idee, dico di approfondire meglio tutto il discorso e che non si può basare un progetto epocale per queste due città ricche di storia e di tante potenzialità solo su mere espressioni di principi ma che hanno poco di concreto. Votiamo NO per pensare meglio la fusione tra queste due città.{jcomments on}

 

Salvatore Drago Iscritto Partito Democratico.  

 

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