Anche Corigliano ha voluto commemorare questa mattina la data del 4 novembre "festa delle forze armate". Una celebrazione che quest'anno è coincisa con il centenario della fine dell prima guerra mondiale.

Le cerimonie coriglianesi hanno vissuto il loro momento più alto con la Santa Messa celebrata presso il Santuario di San Francesco e con la deposizione della corona di alloro al monumento di Piazza Vittorio Veneto che ricorda tutti i caduti in guerra. Presene, tra gli altri, alla commemorazione in rappresentanza del comune, la dottoressa Emanuela Greco, sub commissario prefettizio. Qui di seguito vi proponiamo l'Omelia tenuta questa mattina nel corso della cerimonia religiosa da parte di Padre Giovanni Cozzolino dell'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola. " Una giornata questa per rendere “grazie” al lavoro continuo dei “portatori di pace”. Un caro saluto al S. Eccn.za il  Signor Commissario Prefettizio, e a tutti i membri delle Forze Armate, ai fedeli tutti presenti. Il 4 Novembre si celebra il “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate”, in ricordo della fine della Prima Guerra Mondiale. Il 4 Novembre 1918, infatti, con l’entrata delle truppe italiane vittoriose a Trento e Trieste, dopo quasi tre anni e mezzo di combattimenti, si concludeva quella che allora venne definita la “Grande Guerra”. Dichiarata festa nazionale con il Regio decreto n. 1354 del 23 ottobre 1922, la ricorrenza è arrivata fino ai tempi nostri sopravvivendo a cambiamenti politici, sociali ed economici. Una giornata questa per rendere “grazie” al lavoro continuo dei “portatori di pace”, quali sono le Forze Armate e onorare i nostri caduti in guerra e tutte le vittime della violenza nel mondo . In questa giornata invochiamo non solo la pace, ma ricordiamo anche il coraggio di eroi, di veri cristiani, che hanno operato  e giornalmente operano per la patria, per la pace, per la fede. Pace, libertà e democrazia questi i valori da sostenere. Un 4 novembre 2018, in cui si festeggiano gli italiani  che hanno saputo combattere, vivere e morire per formare un’Italia Unita e creare così un’identità culturale. Le Forze Armate italiane sono la sicurezza e la stabilità nella nostra Nazione e nelle aree più critiche del mondo, compito che richiede il sostegno del mondo civile affinché siano poste in condizione di affrontare efficacemente le nuove minacce che affiorano all’orizzonte. Dobbiamo essere grati alle Forze Armate per quello che fanno per noi. Ma perché ricordiamo la fine di una guerra? Lo facciamo per parlare della pace, per riflettere sugli ideali di pace e libertà, per rifiutare totalmente la guerra e la violenza mai pensabili come strumenti per affermare un diritto. La pace è opera della giustizia e si costruisce con la fratellanza, ci ha detto il Concilio. Gesù aveva affermato: “Beati gli operatori di pace, saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5, 9). Nel mondo purtroppo vi sono sempre focolai di violenza che sono il frutto dell’ingiustizia. In queste situazioni di tragedia i missionari, i volontari, i membri di organizzazioni umanitarie ma anche – e in particolari contesti soprattutto – i nostri giovani in divisa, sono impegnati nella difesa dei più deboli e più poveri. A loro vogliamo vada, soprattutto oggi, il nostro ringraziamento: operando per la pace meritano di poter essere chiamati “figli di Dio”. Sia questa la nostra preghiera nella valle oscura del peccato del mondo. Non temiamo il male che sembra prevalere perché il Signore ci guida e ci sostiene, vinciamo il male col bene sperimentando in noi la vittoria di Cristo. Sforziamoci ogni giorno di essere operatori di pace nei luoghi dove il Signore ci ha posto a realizzare la nostra vocazione, per essere e manifestarci veramente figli di Dio. La Vergine Maria, che noi veneriamo con il titolo della Madonna del Miracolo, accolga le nostre aspirazioni di bene, protegga coloro che si impegnano – a volte a rischio della vita – per la costruzione di un mondo più giusto, ci conceda la grazia di trasmettere ai giovani non solo gli ideali di giustizia e di pace ma la pace stessa, frutto della giustizia realizzata col nostro impegno e il nostro sacrificio."

 

Crediti