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di Stefano Cassavia*

Nel marzo del 2011 il governo siriano, guidato dal Presidente Bashar al-Assad, ha assistito ad una serie di proteste senza precedenti. Tutto è partito da un movimento di protesta, per lo più pacifico, ma le forze militari del Paese hanno reagito in maniera violenta, a fine 2019 nel nord-ovest del Paese si è verificato un aumento delle violenze, terminato con un cessate il fuoco voluto a febbraio 2020.

In dieci anni sono morte 350.209 persone, delle quali una persona su 13 era un bambino. Il 60% della popolazione oggi è colpita dall'insicurezza alimentare, inoltre questa nazione affronta la peggiore crisi economica dall'inizio della guerra e questo ha portato all’aumento del numero di bambine e bambini malnutriti, che oggi risultano essere oltre il 150%. Negli ultimi mesi a tutto ciò si sono aggiunti gravissimi terremoti che hanno colpito la Siria. Dalle notizie fornite si considera che in totale siano state colpite 24,4 milioni di persone, tra cui 6,2 milioni di bambini, 3,7 milioni in Siria e 2,5 milioni in Turchia. Il conflitto in Siria ha avuto un impatto drammatico sul benessere fisico, mentale, emotivo e psicosociale dei minori. Attualmente sono 2 milioni i bambini e le bambine che non vanno a scuola, di cui il 40% sono ragazze. Molte sono le persone che scappano dalla guerra e dalla fame rischiando la vita in mare, proprio per cercare di realizzare un futuro migliore per loro e per i propri figli, ed è per questi motivi che accadono le tragedie in mare, come quella di Cutro verificatasi qualche mese fa, dove morirono più di 90 persone. Purtroppo le tragedie in mare si verificano spesso, perché non solo in Siria ma anche in altre parti del mondo la gente è alle prese con la lotta per la sopravvivenza. Per me, come per il conflitto in Ucraina, tutto ciò è ingiusto, sia per i civili ma anche per gli altri paesi che acquistavano materie prime da questi paesi ora in gravi difficoltà umanitarie. Penso che bisogna ragionare prima di agire, perché, sia l’Ucraina che per la Siria, ma anche per tanti altri conflitti, ci si poteva tranquillamente sedersi ad un tavolo e ragionare come persone civili, senza arrivare alle armi per far morire migliaia di innocenti.

*studente

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