Fonte: pagina facebook "L'insostenibile leggerezza dell'essere"

autore sconosciuto

- Ciao mamma, sono arrivata un po' tardi ma

volevo passare per un saluto.
- Io sono sempre contenta di vederti, sto
aspettando tuo fratello, non è rientrato ancora da
scuola, ma appena arriva vedrai!
- Non ti conviene aspettarlo mamma, si sarà
trattenuto con i suoi amici. Che lavoro a maglia
stai facendo?
- Questo? È un maglione per mia figlia, le piace
l'arancione, la sto aspettando, anche lei non è
ancora arrivata.
In silenzio la osservo mentre fa qualche punto e
poco dopo con un espressione dubbiosa lo disfa,
sono passati dieci minuti e non ha più detto
niente e nemmeno io. Ogni tanto alza la testa,
dirige lo sguardo in fondo al vialetto e con un
movimento del capo contrariato seguito da un
sospiro continua "il maglioncino". Sembra quello
per una bambola, forse mi immagina ancora
piccola nella sua testa. Mi alzo e le do un bacio,
ritrovo i suoi occhi sorridenti dentro ai miei ma
poi mi sento gelare quando mi dice: "arrivederci",
anche se in fondo me lo aspettavo.
Lei non sa chi sono, solo a tratti mi riconosce, per
tutto il tempo rimane lì in attesa di un bambino
che non c'è più. Vorrei spazzare via il grigiore
della sua memoria, ma non posso, così ogni volta
l'abbraccio e respiro un po' del suo profumo
prima di darle un bacio e lasciarla a quelle attese
e al suo mondo fuori tempo.

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