Categoria: Approfondimenti
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Il Vangelo di oggi: Lc 13,1-9: In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.

Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

 Contemplo: Non ingannate voi stessi

“Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non ascoltatori soltanto, ingannando voi stessi.” (Gc 1,22) Non ingannate certo colui al quale appartiene la parola, oppure colui che ne è ministro, ma ingannate voi stessi. A motivo dunque di questa affermazione, che sgorga dalla sorgente della verità per la parola veracissima dell’apostolo, anche noi prendiamo coraggio ad esortarvi e ad esaminare noi stessi, mentre indirizziamo a voi un ammonimento. E’ indubbiamente senza frutto chi predica all’esterno la parola di Dio e non ascolta nel suo intimo. Non siamo neppure così estranei alla condizione umana ed alla riflessione basata sulla fede da avvertire, noi che predichiamo ai popoli la parola di Dio, i nostri personali pericoli.

Commento al Vangelo del giorno:

“….Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”». Il Vangelo di questa terza domenica di Quaresima ci presenta la parabola del fico che è stato piantato per raccogliere a suo tempo frutti dolci e nutrienti. E’ questa la sua vocazione… ma la pianta sembra avere la vocazione solo di sfruttare il terreno e di non dare nulla. Quanta pazienza ha questo vignaiolo con questa improduttiva pianta! Egli ha fiducia che possa dare il frutto che ancora non si vede, basta prendersi cura di lei e non condannarla subito. Sono queste la stessa pazienza e la stessa cura che Dio ha con noi. Dovremmo produrre frutti buoni che servono ad addolcire e nutrire la vita di altri. Ci accorgiamo invece che dai rami delle nostre giornate a volte non pende nulla. Eppure siamo stati piantati in questo mondo perché non restiamo improduttivi. L’invito è quindi a corrispondere alla pazienza di Dio, donando i frutti sperati.