di Salvatore Martino
San Nilo non è stato solo un grande personaggio storico e un grande uomo di cultura, amato dal popolo, stimato e rispettato da principi e imperatori. Egli è stato, soprattutto, colui che ha avuto il coraggio di scegliere la difficile strada della sequela a Cristo, un uomo capace di grandi decisioni e dalla fede granitica, nonostante la durezza e l’asprezza dei tempi in cui è vissuto.
Se riuscissimo ad avere una più alta cognizione della sua santità e delle opere da lui compiute in nome di Dio e del bene comune, avremmo sicuramente una maggiore consapevolezza delle nostre radici e della responsabilità di appartenere a un territorio, che è stato teatro di vicende nobili e di alto valore umano e spirituale, e verso il quale, soprattutto oggi, dobbiamo tutti sentirci debitori.
San Nilo è stato un uomo che ha saputo percorrere il difficile e complicato cammino della vita permeandolo di speranza e della fragranza di Dio: un vero modello per questa società intristita, decadente e intrisa di insignificanza.
 
(n.d.r)
San Nilo da Rossano, al secolo Nicola Malena, Patrono di Rossano e Grottaferrata, nacque a Rossano (CS) da una famiglia aristocratica del luogo nel 910 - morì nel Monastero di Sant’Agata, Grottaferrata (RM) il 26 settembre 1004

L'Italia meridionale conosce i monaci d'Oriente con la loro liturgia al tempo del dominio bizantino. Con l'espansione araba la Calabria si popola di comunità guidate dalla regola di san Basilio, che attirano anche discepoli del posto. Come un calabrese di Rossano, Nicola, che diventerà monaco col nome di Nilo (910-1004). Vive prima in comunità, poi si fa eremita, con dedizione totale a preghiera e studio. Legge i Padri della Chiesa, compone inni, trascrive testi con grafia rapida ed elegante. È maestro di nuovi monaci a Rossano, con un metodo selettivo. Devono essere studiosi, eccellenti anche in calligrafia e canto.

Quando si accorge di essere ormai un'autorità locale, fugge in territorio longobardo, verso il principato di Capua. Qui, per quindici anni, Nilo educa monaci di rito orientale, mantenendo amabili rapporti con i monaci benedettini di Montecassino. Trascorre dieci anni a Gaeta dove vede finire il primo millennio. E da qui parte, novantenne, per fondare l'abbazia di Grottaferrata vicino Roma. Si spegne nel vicino monastero greco di Sant'Agata. (Avvenire)

 

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