di Salvatore Martino
 
Sembra una espressione quasi poetica, un richiamo spirituale, invece è una delle cose più urgenti da fare, se si vuole consentire a questo pianeta e all’umanità, che lo abita, di continuare a vivere.
È il richiamo forte e urgente di Papa Francesco che, con parole chiare e inequivocabili, invita i governanti e coloro che hanno responsabilità, nel governo del mondo, ad assumere decisioni importanti, che frenino il degrado che sta colpendo in maniera indiscriminata il pianeta.
È  terribile quanto sta accadendo: dall’inquinamento allo scioglimento dei ghiacciai, ai cambiamenti climatici, agli incendi, alla distruzione e all’estinzione di numerose specie viventi. Nonostante questi fatti gravi e perentori, che giorno per giorno sembrano moltiplicarsi, l’uomo, in nome del soldo, pare intenzionato a continuare la sua opera di devastazione, seguitando a sfruttare in maniera bestiale tutte le risorse.
 
(In estate i ghiaccia si vestono)
 
Negli anni passati, quando si parlava di fine della vita sul pianeta terra, o di fine del mondo, si immaginavano catastrofi spaziali, sommovimenti galattici, di fronte ai quali l’uomo non avrebbe potuto far nulla, se non subirne le conseguenze. In realtà, ci stiamo accorgendo, che l’opera di distruzione, e non di conservazione del pianeta, che l’uomo sta portando avanti, sta avendo conseguenze terribili, con echi incredibili sulla vita stessa dell’uomo e degli altri esseri viventi.
Il periodo di riflessione che comincia oggi e si concluderà il 4 ottobre prossimo, festa di san Francesco, vuole essere l’occasione per prendere coscienza su quanto sta accadendo, e cercare di porvi un freno, assumendo comportamenti rispettosi della natura, dell’ambiente e dell’intero creato. Se, nell’uomo, non comincia a diventare forte e preoccupata questa consapevolezza, i prossimi tempi potrebbero diventare davvero catastrofici e conclusivi per l’umanità.
C’è da sperare che prevalga il buon senso e, soprattutto, che l’uomo si renda finalmente conto di essere una creatura e non altro su questa terra!

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