Care studentesse e cari studenti,
ho resistito poco più di un paio di giorni, giusto il tempo di terminare i preparativi delle sedute di laurea di luglio, le prime da ormai cinque mesi a questa parte che vi rivedranno animare con entusiasmo le aule del nostro Campus; giusto il tempo di far sbollire l’arrabbiatura del momento e analizzare dalle più svariate angolazioni un articolo di una testata nazionale, che – riferendosi alle immatricolazioni per l’anno accademico 2020/2021 – arriva a sentenziare:
“il trend di quest’anno è quello della scelta dell’Ateneo sotto casa: invece di partire verso sedi più blasonate - di solito al centro Nord - molti studenti potrebbero decidere di restare vicino a casa [...] Per esempio l’Università della Calabria ha fatto registrare un trend positivo nelle immatricolazioni anticipate.”
 
Beh, che dire… Si tratta di un articolo che allude a luoghi comuni, in barba a tutte le classifiche tra gli Atenei che vedono l’Università della Calabria distinguersi tra le eccellenze nazionali e internazionali. E tuttavia sono quei luoghi comuni che fanno male; messi lì, nero su bianco, con leggerezza: uno schiaffo a tutti noi che operiamo e ci impegniamo quotidianamente per rendere, giorno dopo giorno, l’Università della Calabria una sede sempre più prestigiosa e “blasonata”. Ma c’è purtroppo qualcosa di ancora più sinistro, che fa ancora più male di quello schiaffo.
 
 
Volo con la mente a richiamare l’espressione “chilometro zero”, un mantra cui ci hanno abituato gli chef dei ristoranti “blasonati”, che richiama all’importanza di saper valorizzare il territorio. E mi chiedo: perché il nostro Ateneo è “sotto casa” e non è invece a “chilometro zero”? Sarebbe stato possibile fornire la medesima informazione (trend positivo nelle immatricolazioni anticipate) rallegrandosi che tante studentesse e tanti studenti calabresi hanno scelto di investire il proprio futuro nella propria terra? E gli altri Atenei (quelli di solito al centro Nord) sono anch’essi “sotto casa”?
Nel dubbio sento che è mio dovere ricordare a voi tutti che questo Ateneo “sotto casa” nasce per concretizzare una utopia, quella di consentire a tutte le giovani e i giovani calabresi di accedere all’istruzione superiore nella propria terra, di non disperdere le energie più positive della nostra regione, di formare cittadini responsabili ed educati alla legalità, la classe dirigente di domani. E questa utopia ha saputo generare un Campus, unico nel suo genere e primo in assoluto per servizi in Italia. E attorno quel Campus sono nate scuole scientifiche di eccellenza, che hanno fatto rientrare “sotto casa” tanti cervelli e che hanno convinto tanti altri a investirvi il proprio futuro. E oggi che quel futuro è diventato presente, la qualità di ciò che si è creato è riconosciuta a livello internazionale. E, sempre “sotto casa”, l’Università della Calabria oggi offre numerosi corsi in inglese, offre doppi titoli con Università straniere, ospita una nutrita comunità internazionale, è aperta e inclusiva. Insomma, ha creato le condizioni affinché spostarsi in altri territori non sia più una scelta obbligata. Anzi, è attrattiva, produce cultura, crea lavoro, anima le speranze della nostra regione.
Anni addietro, da studente prima e da docente poi, ho scelto questo Ateneo “sotto casa”. Tante colleghe e tanti colleghi – non solo calabresi – tra il personale tecnico-amministrativo e tra i docenti hanno operato la mia stessa scelta. Siamo orgogliosi che questa sia oggi la nostra casa. Siamo contenti che qualcuno ce lo abbia ricordato.

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