Franco Pezzo, 69 anni, ci ha lasciati per raggiungere la casa del Padre. Impiegato comunale in pensione è stata una persona perbene. Questo è un nostro ricordo del caro e indimenticato amico.

La vita non sai mai cosa ti riserva, avevi guadagnato con serietà, professionalità e umanità la tua pensione, però un destino maledetto aveva deciso che, purtroppo, non te la dovevi godere. Ti ho conosciuto tanti anni fa proprio nella casa comunale, dove tu con tanta serietà quotidianamente eri assorto nel tuo lavoro e nella disponibilità verso gli altri. Ci accomunava una amicizia vera, sincera e la fede per i colori neroazzurri dell’Inter. Quante volte, caro Ciccio come preferivo chiamarti, abbiamo disquisito sulla nostra beneamata “pazza Inter”, quante volte tu non volevi ammettere la superiorità degli iuventini e usavi sempre la frase “ma quelli sono i gobbi”. Ricordo, come una traccia indelebile dentro di me, il giorno in cui sei andato in pensione. Eri sorridente, ma anche emozionato, perché con la modestia che ti ritrovavi non pensavi al bene e all’affetto che quel giorno tutti i colleghi di lavoro ti hanno dimostrato. Caro Ciccio eri un amico vero, leale, generoso e tanto disponibile. Quante volte mi sono rivolto a te perché c’era qualcuno che voleva sapere da me quel determinato problema, ed io, senza esitazione venivo da te e tu prontamente davi delle risposte. Purtroppo non ci vedevamo da tempo perché il male che ti ha consumato non ti dava possibilità e voglia di poter incontrare gente. E’ passato davvero molto tempo, su di te avevo notizie dal tuo caro fratello Tonino, che con molta sincerità mi diceva come stavano effettivamente le cose. La notizia che è giunta come una frustata che ti lascia senza parole, l’ho riportata a tanti amici e colleghi e tutti, dico tutti hanno usato questa espressione: “Davvero una gran brava persona, un collega esemplare”. Tutto ciò è vero caro Ciccio, soprattutto oggi che non ci sei più e che il film della nostra amicizia scorre inesorabile nella mia mente. Tu resti uno dei pochi dei quali conserverò un ricordo vero, autentico perché tu eri una persona perbene, una persona che oggi si incontra difficilmente. E sai, caro Ciccio, qual è oggi il mio grande rammarico ? Non averti potuto salutare, non aver avuto la possibilità di baciare la tua bara e dedicarti “l’eterno riposo”. Non aver potuto condividere con tutti i tuoi cari il dolore immenso ed il vuoto che tu hai lasciato non solo in loro. Questo maledetto coronavirus ci sta privando di tutto, ed il rammarico rimane perché hai dovuto subire la non celebrazione della Santa Messa e del rito funebre, ma solo una semplice benedizione. In questi giorni di drammatica pandemia è andato via anche un altro grande amico, Peppe Langella, anche a lui non l’ho potuto salutare, ma come per te ho potuto solo pregare. Ciccio sono convinto che il Signore appena sei giunto in cielo avrà celebrato Messa, ti avrà benedetto ed avrà aperto le Sue braccia per accoglierti come un Padre fa nei confronti di tutti quei figli che ama. Tu sei volato via troppo presto, non meritavi questo destino. Di te, caro Ciccio, conserverò il ricordo dell’amico, dell’uomo, del padre di famiglia, del collega di lavoro serio, preparato, disponibile e perbene. Addio Ciccio guardaci da lassù e non dimenticarti di noi, perché noi non ci dimenticheremo di te.

 

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