Categoria: Approfondimenti
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di Giuseppe Franzè

Già dal 1857, il Sindaco Luigi Caruso pensava alla realizzazione di un teatro, ma in Consiglio Comunale le sue idee furono considerate molto avveniristiche. Quando ritornò Sindaco nel 1862, riprese il suo progetto, ma fu il Regio Commissario Angelo Carosio ad iniziare i lavori del teatro con alcuni interventi di demolizione e di ristrutturazione nel vecchio Convento dei Riformati

. Anche se non ultimato, il teatro fu inaugurato nel 1894 dal Sindaco, dott. Antonio Cimino con la denominazione di “Teatro Principe di Piemonte”, in omaggio a Vittorio Emanuele, ospite a Corigliano dei Baroni Compagna nel 1891. Chiuso per lavori in corso, fu riaperto nel mese di febbraio del 1898 con la proiezione del primo film visto in città, ad iniziativa del cav. De Maria, ma la macchina si inceppò dopo pochi minuti in un coro costernato di fischi, che cessò quando, fuori programma, il giovane universitario Francesco Cavalieri si esibì cantando spiritosamente alcuni pezzi di operette. Nel successivo mese di aprile il teatro ospitò il primo spettacolo vero e proprio con la Compagnia Fagiano-Di Gennaro-Alterio. I camerini-spogliatoi furono finalmente ultimati nel 1900 e l’anno dopo il teatro registrò il pieno, anche se soltanto 32 avventori pagarono regolarmente il biglietto di ingresso di 10 soldi. L’attore Bragaglia della Compagnia Scacco fu spesso applaudito per le sue eccellenti perfomances sceniche. In dicembre (1901), al fine di bloccare la franchigia, fu firmato un contratto di autogestione con la Compagnia Delos-Rios e le famiglie degli attori si stabilirono in città. Per Natale furono allestite “La Cavalleria Rusticana” e la celebre macchietta di Scarpetta “Le pecore viziose” con una cinquantina di presenze (12 soldi a testa). Le cose andarono meglio con 75 presenze paganti nel mese di gennaio del 1902 ,quando andarono in scena “A Santa Lucia” di Salvatore Di Giacomo, “L’anello incantato”, “Santa Teresa” e “L’Otello”. Poi, i Delos-Rios, resisi conto di non potercela fare finanziariamente, lasciarono il teatro, che vivacchiò sino al 1905, ossia sino a quando non arrivò in città la Compagnia di Rocco Andreani, che interpretò l’esilarante ed eccentrico Pulcinella, accettando il 75% degli incassi. Da allora, le Compagnie napoletane ritennero poco gratificante la loro presenza a Corigliano e solo nel mese di luglio del 1909 i fratelli Carraro, con la “Fedora”, “Lucrezia Borgia”, “La Signora della Camelie”, “Il Padrone delle ferriere” e la “Tosca” riuscirono a segnare un grande record di incassi con una media di 60 presenze a spettacolo. Ma Francesco Dragosei era ormai molto demoralizzato e pensava a nuove alternative.

(1 –continua).