di Francesco Caputo

40 giorni dopo Natale, è tempo di “smontare” il presepe, per qualche nostalgico delle tradizioni, “la Candelora”, la “festa delle luci”, la Presentazione di Gesù al Tempio.

Ancora, per fortuna, il sorriso di quel Bambino viene a riscaldare i nostri cuori. Mentre c’è allerta per il Corona Virus, l’Ospedale unico è rimasto ancora ad una delle “tante” prime pietre,  gli Spoke di Corigliano Rossano rischiano il collasso e c’è un problema rifiuti che sembra non trovare soluzione. Da pochi giorni abbiamo un Governo Regionale, con la speranza che possa attuare quelle riforme per risollevare questa “martoriata” terra. Ed allora, in questo clima così difficile c’è Lui, ancora una volta, a portare un bagliore di luce, un soffio di speranza. Il bambino Gesù è portato al tempio, davanti a Dio, perché non è semplicemente il figlio di Giuseppe e Maria: «i figli non sono nostri» (Kalil Gibran), appartengono a Dio, al mondo, al futuro, alla loro vocazione e ai loro sogni, sono la freschezza di una profezia “biologica”. A noi spetta salvare, come Simeone ed Anna, almeno lo stupore. (Ermes Ronchi) I nostri figli, salveranno questa terra. Buona festa della “Candelora” Corigliano Rossano. Ed il verbo si fece… “Canto”!

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