Categoria: Approfondimenti
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di Giuseppe Franzè 

Fu per anni “ Piazzetta S. Maria” e si estendeva dal fossato della Fortezza alla chiesa di Santa Maria della Piazza. Poi, divenne la” Piazza dei Fondachieri” per diventare” Il Fondaco” e “Piazza Cavour” solo nel 1869-70 (Fu conosciuta anche come” Il Largo di Sotto Castello”).

.(L’angusta stradina di collegamento della piazzetta con la Giudecca ed il rione S. Nicola e S. Martino, ebbe denominazioni diverse: fu prima la “Strada del Serratore”, poi di Santa Maria, della Badia sino all’ultima intitolazione di “via Antonio Toscano”). La piazzetta, mentre il largo dell’Acquanova assumeva un ruolo commerciale e popolare, si caratterizzò come centro vitale e centro direzione. Nel 1510, la piazza, già contornata da bei palazzi dei notabili del luogo, fu impreziosita con l’installazione di due fontane in bronzo, poi, in seguito, alimentate da una cisterna ubicata in un fabbricato adiacente. Fu nello stesso periodo che furono potenziati gli uffici del Fondaco gestiti dal Sergreto, dal Credenziere, dal Fondachiere e dal Cassiere. Nell’ambito del nuovo assetto istituzionale, a Corigliano furono assegnati gli uffici dell’Erario, del Cambrerlengo ( Riscossione delle “Composte.. tanto in denaro come in vittuvaglie..” e del Conservatore per “conservare in suo potere tutti li grani , vittuvaglie e qualsivoglia robba”. Dopo reiterate sollecitazioni del Viceré Manuel de Guzman, la Civica Università dovette procedere alla localizzazione di una adeguata sede per i Funzionari del Governo. Fu nel 1634 che il sindaco Lorenzo De Rosis stipulò il contratto di fitto con Niccolò Macrino per alcuni locali adiacenti alla Piazzetta. L’8 ottobre del 1740, la Camera Ducale si aggiudicò l’appalto della fornitura della farina per la panificazione ed il giorno dopo diverse centinaia di popolane inscenarono una tumultuosa protesta contro tale provvedimento voluto dal Duca Agostino III Saluzzo. Fu la prima, grande manifestazione pubblica del Fondaco. Nel primo decennio dell’800, al Fondaco aprì i battenti il lussuoso salone da barba e capelli di mastro Andrea molto frequentato dai galantuomini coriglianesi, che vi sostavano a lungo, specie di domenica mattina, per godersi il passaggio delle ragazze del rione che si recavano a Messa. Nei locali di terra di Palazzo Morgia, accanto al salone, una Tabaccheria specializzata nella vendita di sigari cubani e di tabacchi in polvere delle migliori marche. Dal 1880, si allineò una modesta tipografia, che, due anni dopo, fu acquisita ed ampliata da Francesco Dragosei per la stampa de “Il Popolano”.