di Liliana Misurelli

Il salesiano Don Mario Delpiano, nel suo libro: “Il sogno di un’Opera attorno all’Oratorio”, ricorda che prima della storica data del 15 ottobre 1994, a Corigliano, prese vita un primo nucleo di salesiani cooperatori grazie al MOG (Movimento-Orizzonti –Giovani), un gruppo di adolescenti che erano stati conquistati dal carisma di Don Bosco attraverso padre Albino Campilongo, un salesiano che insegnava religione nella scuola media “Garopoli-Toscano”. 

Il Rettore Maggiore, don Egidio Viganò, nel contempo, affidò all’Ispettoria del Piemonte e all’Ispettoria salesiana meridionale l’incarico di avviare una nuova opera in Calabria e, grazie alla ferrea volontà dei giovani del Mog e di alcuni Cooperatori, formatisi con don Antonio Gisonno, fu scelto Corigliano come sede, in collaborazione ed amicizia con Mons. Sprovieri, già Vescovo di Rossano, e poi con il nuovo Vescovo, Mons. Andrea Cassone. La prima Estate Ragazzi, tutta speciale, organizzata nel centro storico ed impostata sulla vita e l’esperienza di Giovannino Bosco, annunciò l’imminente venuta dei salesiani al servizio educativo e pastorale dei giovani di Corigliano. I due salesiani volontari pronti a partire erano don Mario Delpiano, che giunse in incognita il 10 ottobre, e il suo compagno di studi, don Francesco Gobin. Furono accolti e ospitati in canonica da don Angelo Pisani, parroco della Chiesa di S. Antonio. “ Per il giorno dell’ingresso, il 15 ottobre 1994, - scrive don Mario – la Diocesi, le autorità civili e la città tutta erano state mobilitate, per le ore 16.00, nella Chiesa di S. Antonio”. La cerimonia fu officiata dal Vescovo alla presenza di due ispettori salesiani e di una trentina di sacerdoti e tutti colsero la commozione dei cooperatori gioiosi per la realizzazione del loro sogno. “Il nostro Oratorio è nato per strada - continua don Mario - era all’inizio incontro, iniziativa, gioco, conoscenza, il passeggiare insieme per le viuzze strette del centro storico e poi l’appuntamento per le partite e i giochi insieme…Tutti gli spazi e ambienti comunali che si potevano utilizzare venivano richiesti e abitati. La realtà sociale e familiare, giovanile e minorile si presentava con vissuti di povertà e di ricchezza, di insicurezze e di sicurezze eccessive, di abbandoni scolastici precoci e di appartenenza selettiva alle classi scolastiche…l’oratorio era la strada, il quartiere, con le sue risorse palesi e quelle segrete. Occorreva mettere le premesse per costruire l’Oratorio come struttura e progetto: la formazione degli animatori”. Nel giro di due - tre anni un centinaio di giovani e adulti divennero animatori sul territorio, negli oratori parrocchiali, nei gruppi associativi. Intanto il 4 febbraio 1996, allo Scalo, in contrada Chiubbica, con solenne celebrazione, fu posata la prima pietra del cantiere della “Casa dei Giovani”, l’Oratorio Padre Albino Campilongo, inaugurato nella storica data del 25 maggio 1997. La strada continuò ad essere scelta dai salesiani come luogo educativo con particolare attenzione ai soggetti a rischio, esclusi dalla scuola e non preparati ad un inserimento lavorativo e quindi preda della criminalità organizzata. L’Oratorio nel Centro storico, dedicato a San Domenico Savio, continuò ad accogliere i ragazzi grazie all’opera instancabile e preziosa di don Francesco coadiuvato da giovani animatori, cooperatori e adulti. Don Mario, Direttore e coordinatore dell’Opera Salesiana, dotato di notevole preparazione culturale e profonda conoscenza delle problematiche giovanili, guidò l’avvio del nuovo oratorio costruendo un lavoro in rete con le istituzioni, le scuole, le associazioni con progetti significativi sul territorio. Don Antonio Gentile si dedicò, invece, alla formazione degli adulti e della famiglia salesiana. Nacquero alcune associazioni salesiane come, ad esempio, il Cinecircolo “Adolfo Tarasi”, con iniziative culturali di cineforum e di cinema estivo all’aperto; la PGS, polisportiva giovanile salesiana, come proposta educativa a partire dall’interesse per lo sport che anima tantissimi ragazzi; l’AGSS, “Associazione Giovanile Salesiana di Solidarietà", un’associazione civilistica per il volontariato e il lavoro sociale sul territorio. Dal 1997 al 2005 l’Opera Salesiana, dedicata a Maria Ausiliatrice, è stata ampliata per accogliere la “Casa Famiglia” destinata a minori “senza casa”, senza focolare domestico, minori abbandonati o rimasti senza famiglia, con connotazione di disagio e anche con comportamenti di devianza. La Casa Famiglia il “Timone” rappresenta per tutti noi il “cuore dell’Oratorio”, dove i ragazzi più sfortunati, compresi gli immigrati, possono sperimentare l’amore di chi si occupa di loro, l’amicizia fraterna dei loro coetanei presenti in oratorio, l’attenzione di tante figure educative. Molte sono state le presenze salesiane significative che si sono succedute in questi 25 anni; cito solo i direttori dell’Opera, pertanto, dopo don Mario Delpiano, ricordiamo Don Angelo Draisci, dalle eccezionali doti, a cui è stata affidata anche la Parrocchia dei Ss Nicola e Leone e la cura di seguire i lavori della “Palestra Don Bosco” costruita per offrire ai giovani spazi più idonei alla pratica dello sport. La venuta dell’urna di Don Bosco nella nostra città, il 7 ottobre 2013, ha diffuso notevolmente il carisma salesiano e, attualmente, don Natalino Carandente, anche lui Direttore e Parroco, con tanto zelo, guida la comunità parrocchiale e le diverse associazioni che si ispirano al Santo dei giovani. La presenza salesiana è indispensabile e preziosa nel nostro territorio caratterizzato da giovani che ogni giorno rischiano di perdersi in una società che, come ai tempi di Don Bosco, presenta pericoli di devianza di ogni genere. I percorsi formativi, spesso alternativi, ispirati al sistema preventivo di Don Bosco, passano dal cuore degli animatori e degli educatori e mirano ad offrire ai giovani gli strumenti per costruire la loro vita sui valori più importanti ispirati al vangelo e all’amore di Cristo.

Crediti