di Francesco Caputo

Sono trascorsi 5 anni da quel 21 giugno, quando Papa Francesco visitò la Calabria ed in modo particolare il Comune di Cassano, dove celebrò l’Eucarestia nella spianata di Sibari.

Il Papa in quell’occasione incontrò i familiari del piccolo Cocò Campolongo, il bambino di tre anni bruciato e ucciso durante un agguato di stampo mafioso. Durante l'incontro, il Papa, ha detto: "Mai più succeda che un bambino debba avere queste sofferenze". Dopo aver incontrato i detenuti del penitenziario di Castrovillari e gli ammalati delle Hospice di Cassano, il Pontefice, fa una breve sosta davanti alla Chiesa parrocchiale di San Giuseppe, a Sibari, dove il 3 marzo 2013 fu assassinato il sacerdote diocesano padre Lazzaro Longobardi. "Quando non si adora Dio si diventa adoratori del male. La 'ndrangheta è adorazione del male. E il male va combattuto, bisogna dirgli di no. La Chiesa deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. I mafiosi sono scomunicati, non sono in comunione con Dio". Papa Francesco durante l’omelia ha alzato la voce contro i mafiosi che, come ha ricordato, sono scomunicati e ai giovani ha ricordato: "Non lasciatevi rubare la speranza, cari giovani, l'ho detto tante volte, lo ridico oggi. E non fatevi rubare la speranza, lo dico a tutti". A distanza di 5 anni il comune di Cassano allo Jonio è stato commissariato per infiltrazioni mafiose, l’Hospice di Cassano versa in una condizione di estrema criticità e i giovani continuano ad abbandonare la Calabria alla ricerca di un futuro migliore. La Calabria però, quella “buona”, quella “bella”, ha accolto il messaggio di Papa Francesco, lo hanno accolto i Vescovi e  i sacerdoti calabresi che continuano ad annunziare il vangelo, anche nel ricordo di padre Lazzaro. Lo hanno accolto i medici e il personale paramedico dei nostri ospedali, che in situazioni difficili continuano a salvare vite umane e a “spendersi” per i fratelli ammalati. Lo hanno accolto i giovani, gli anziani, le famiglie, che nonostante le difficoltà di ogni giorno continuano a lottare per un domani migliore. Forza Piana di Sibari, forza Calabria, terra ferita, ma viva!

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