Il Vangelo di oggi: Gv 2,1-11  In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela ».Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora ».Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Contemplo:

Dio trasforma la nostra vita

“…Il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo…. “(Is 62,1-5)

Gerusalemme è la città simbolo di Israele. Simbolo della storia di un popolo spesso infedele a Dio, ma anche dell’amore fedele del Signore che continua a fare promesse di restaurazione e di nuova vita. Per far capire quanto egli tenga al suo popolo, il profeta utilizza un’immagine diretta: quella dell’amore tra lo sposo e la sposa. Un amore, cioè, profondo e tenero, che niente e nessuno può distruggere. Lo stesso amore Dio ha per ciascuno di noi: quando ci sentiamo abbandonati e non amati, proprio allora Dio viene ancora nella nostra vita a dirci che per lui siamo importanti e degni di amore. Aprirsi a questa realtà significa permettere a Dio di trasformare la nostra vita, togliendo da essa ogni forma di chiusura e abbattimento per vivere una gioia che solo lui può darci.

 

Commento al Vangelo del giorno:

L’evangelista Giovanni ci porta ai primi passi della vita pubblica di Gesù e alla sua manifestazione miracolosa nel paesino di Cana, in Galilea. Lì ha un ruolo particolare Maria, sua madre e madre nostra. La presenza di Gesù Cristo è il compimento di quello sposalizio, tra Dio e il suo popolo, a cui faceva riferimento il profeta Isaia, e vera benedizione dell’unione tra l’uomo e la donna. Tale unione si realizza per mezzo dello Spirito Santo, che San Paolo annuncia con gioia ai Corinzi. Ecco qua, semplice e chiaro. Come aiutare? Come servire? Ascoltando Gesù, facendo ciò che dice. Questo presuppone un rapporto quotidiano, vigile e attento con lui, con la sua parola, perché la festa non finisca. La festa dei due sposi di Cana, infatti, non era ancora a un punto morto. Di Maria ci colpisce la vigilanza, l’attenzione che fa muovere un momento prima, che non aspetta una richiesta, ma si accorge e discretamente interviene: un’attenzione squisitamente materna. I due sposi non si saranno resi conto di nulla e così gli invitati alle nozze; soltanto di un miglioramento, un incremento di bontà, bellezza, gioia. Tutto qui. Insegnami il tuo stile, Maria, l’attenzione, la discrezione nell’aiuto e che io non dimentichi di ascoltare ogni giorno la parola, come servo in attesa degli ordini del suo re.

Crediti