di Salvatore Martino

In tutto il mondo cristiano la solennità di Ognissanti, la festa che si celebra il primo novembre di ogni anno per ricordare e celebrare coloro che con la loro vita hanno saputo interpretare il Vangelo per la gloria di Dio,

costituisce un monito ed una occasione importante per riconsiderare il valore della vita e promuoverla, da minuscola vicenda personale, che si perde nei complicati reticoli della storia dell’umanità, ad efficace strumento di salvezza per se stessi e per il mondo intero.

In una società come quella attuale in cui l’uomo, disorientato e confuso dal fascino dei beni materiali che egli stesso ha finito per esaltare, sta correndo il rischio di perdere se stesso e di rovinare irreparabilmente questo mondo per il quale Dio lo ha creato.Per tale motivo è necessario che ripensi al suo ruolo su questa terra e, ritrovando fiducia in se stesso, riconquisti la via della santità come obiettivo ultimo dell’esistenza umana.

L’uomo è stato creato per il bene di se e dei suoi simili, e di questo occorre che continui a ricordarsene durante la sua vita e non alla fine, quando verrà colto dagli scrupoli.

Quello della santità è un tema abbastanza complesso ma se si riflette sulla Parola del Vangelo e su quanto Papa Francesco sta cercando di comunicare all’uomo di questo nostro tempo, capiamo l’urgenza e la necessità di cambiare direzione perché la via dell’egoismo e della supponenza oggi sta frantumando il mondo e lo sta consegnando ad un padrone che certamente lavora, in maniera subdola e sotterranea, non per la salvezza ma per la distruzione dell’umanità.

Se l’uomo d’oggi non prende coscienza di tutto ciò, e non inizia seriamente a rimboccarsi le maniche per costruire nuovi percorsi governati dal bene, finirà col tradire se stesso e lo scopo per cui Dio lo ha posto su questo stupendo scenario che attende ancora di essere riconosciuto come via per ritornare a Lui.

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