di Francesco Sommario

In riferimento ai 40 anni dall’assassinio dello statista Aldo Moro voglio condividere con i lettori di “Mondiversi” un mio ricordo di quell’anno. Si tratta del mio elaborato di Italiano, che il Prof. Francesco Graziano ci somministrò dopo aver sensibilizzato sull’argomento la Classe (III A - Liceo Classico “San Nilo”, Rossano, 27 maggio 1978).

Tema

<<In verità, la Democrazia, quando rispetti veramente le sue leggi, ha svolgimenti e risultati ineccepibili. Contrapporvi, soggettivamente, la violenza, significa sostituire con la forza l’unico principio razionale secondo il quale si compie l’esperienza sociale. Non si può mettere in discussione la Democrazia, che è autentica espressione della volontà di tutti e strumento vivente per il rispetto dell’uomo>>. (Aldo Moro)

Svolgimento

Aldo Moro, insigne statista italiano, dimostra in questa frase una grande coscienza democratica e, soprattutto, un forte spirito umano. Egli ha saputo delineare con poche e succinte parole quale sia la reale Democrazia e quale sia il suo maggiore nemico, cioè la sua antitesi. Infine, nella parte finale della sua dichiarazione Moro ha voluto esprimere la sua ferma convinzione che l’unica forma di governo, l’unica struttura sociale realmente valida e, soprattutto, l’unico regime in cui gli uomini possono convivere in modo sereno e civile è la Democrazia.

Democrazia, etimologicamente parlando, significa “governo del popolo”, cioè partecipazione anche delle masse alla direzione dello Stato. Premesso ciò, viene facile intuire che la Democrazia è l’unica forma di governo, “quando rispetti veramente le sue leggi”, in cui tutti ci sentiamo realizzati, poiché l’elemento fondamentale per la “realizzazione” dell’uomo è la Libertà. Libertà non nel senso ristretto del termine, cioè istinto e irrazionalità, bensì Libertà intesa come rispetto e difesa della propria personalità, del proprio “io” e delle proprie istituzioni.

Aldo Moro ha definito la Democrazia come “l’unico principio razionale secondo il quale si compie l’esperienza sociale”; ma io mi domando: fino a che punto è possibile realizzare tutto ciò? Fino a che punto uno Stato formato da uomini con caratteri, con ideologie politiche, con convinzioni morali e religiose contrapposte può realizzare la vera Democrazia senza che le forme irrazionali, istintive e violente appaiano sulla ribalta della Storia? Ed è proprio la Storia a darci ragione di ciò; infatti, basta volgere un po’ gli occhi al passato per constatare come la mia supposizione sia fondata.

Con ciò non voglio giustificare la violenza, specialmente quella che in questi giorni dilaga in Italia, che ha provocato la morte tragica e disumana dell’onorevole Aldo Moro; bensì voglio solo affermare che è impossibile eliminarla del tutto in quanto l’aggressività e l’irrazionalità sono, molto spesso, il frutto, come ho detto prima, dei contrasti fra le divergenti caratteristiche umane e, principalmente, della tendenza della prevaricazione dell’uomo sull’altro uomo.

Forse la vera Democrazia si raggiungerà solo se ogni individuo prenderà piena coscienza di se e degli altri e cercherà di mettersi in stretto rapporto di partecipazione e di convivenza, liberandosi, definitivamente, da ogni forma di qualunquismo, di individualismo e di egoismo. La Repubblica Italiana sta affrontando un grave periodo di crisi e di sconvolgimenti interni e tutto fa temere un peggioramento della situazione; ma se noi, popolo italiano, fermamente fiduciosi nelle istituzioni democratiche, dimostriamo con polso fermo, di essere non solo uniti fra di noi ma anche pronti a combattere con tutte le nostre forze, in forma democratica e “razionale”, l’attacco da parte dei terroristi di qualsiasi colore alle Istituzione, avremmo salvato la nostra Repubblica e, inoltre, avremmo promosso quel processo che tende alla “vera Democrazia”.

(Fonte: www.mondiversi.it - periodico Maggio-Giugno 2018)

Crediti