Il Vangelo di oggi: Mc 6,7-13

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri.

E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Contemplo:

Si spalanca la certezza
Man mano che cresce il senso della nostra miseria, si spalanca la certezza dell’amore di Dio, ove vorremmo perdutamente buttarci. Il resto non conta. Non ci si stanchi mai di meditare la bontà e la misericordia del Signore! Deve essere il nostro canto perenne! Ogni anima ha una propria contemplazione dell’Infinito. Andiamo bene, proprio perché va male. Il gioco di parole vuol dire semplicemente questo: quando niente di nostro sta in piedi , il Signore è più che pronto per sorreggerci. Se lo meritassimo, non sarebbe più l’amore di Dio. L’Amore afferra: e recalcitrare contro un cuore trafitto e due mani forate, è duro, come recalcitrare contro lo stimolo. Se credere è il possesso anticipato di Dio, ne deriverà un possesso pacifico o un quieto abbandono.

Commento al Vangelo del giorno:

Nel brano evangelico di quest’oggi Gesù chiama i suoi discepoli e li manda in missione dandogli potere “sugli spiriti immondi”. Non dobbiamo leggere con superficialità questa pericope evangelica perché in essa troviamo alcuni tratti fondamentali dell’esperienza cristiana e umana che deve caratterizzare la vita del credente. I padri della Chiesa sottolineano che questo brano evangelico è una parafrasi del cammino del credente e dell’uomo in generale nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Soffermiamoci su due passaggi del Brano evangelico. “Allora chiamo’ i dodici”. I Padri interpretano queste parole come l’archetipo di ogni chiamata, del tempo di Dio e di quello degli uomini: “è il tempo di ognuno di noi, tempo dell’atto creativo e tempo in cui prendiamo coscienza di noi stessi, è la chiamata a vivere la grande vocazione della nostra umanità, che per il credente è la propria fede. I dodici che sono chiamati rappresentano ogni uomo che si sforza di realizzare la propria vocazione, la chiamata a realizzare nell’amore la propria esistenza”. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. Gesù è molto preciso nell’indicare ciò che il discepolo deve portare o ciò che invece deve lasciare. Beda il venerabile commenta in senso spirituale queste indicazioni del Signore. Il pane, la bisaccia e il denaro rappresentano le grandi tentazioni della vita: gli onori (la bisaccia), i piaceri e le delizie temporali (il pane), le ricchezze e l’attaccamento ai beni (il denaro). Il discepolo deve quindi coltivare un salutare distacco dalle cose, vivere con equilibrio il proprio rapporto con gli affetti e con tutto quello che possiede. In altre parole deve sapersi accontentare di quello che ha, coltivare l’essenzialità senza farsi cogliere dalle bramosie dell’avere. Bellissima è l’interpretazione di Beda riguardi invece a quello che il discepolo deve portare con se. Il bastone indica la retta coscienza e la lealtà nei confronti di Dio e degli uomini. La coscienza, la voce di Dio che abita in noi, deve essere infatti il bastone che sostiene l’uomo in questo pellegrinaggio terreno. I sandali hanno un significato mistico: il piede non è ne coperto sopra né nudo sotto, a indicare un cammino fatto con piedi aperti alla salvezza, alla trasparenza, alla trascendenza eall’apertura verso Dio e alla sua santa volontà. Più che la povertà i sandali rappresentano quindi il desiderio dell’uomo di camminare con Dio e i fratelli verso un regno che non ci appartiene e che non è di questo mondo.

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