di Tina Russo

Parole che fanno male, feriscono, uccidono, soprattutto se hai 17 anni e provengono da qualcuno che avrebbe dovuto essere tuo amico.

Michele Ruffino viveva a Rivoli. Nel corso della sua vita aveva dovuto affrontare tante difficoltà perchè sin dai primi mesi di vita gli venne diagnosticata un ipotonia muscolare che gli impediva di camminare correttamente. Michele ogni giorno a scuola doveva sopportare umiliazioni da parte dei suoi compagni. Michele nonostane ciò sorrideva sempre, cercava di farsi forza, di non ascoltare le voci che correvano in giro su di lui. Michele era bravo con le torte, amava la pasticceria, era quello che desiderava fare. Michele veniva deriso.Michele però teneva tutto dentro di se, si sfogava scrivendo delle lettere sul suo pc. Michele voleva solo essere accettato. Sì, '' voleva''...Perchè Michele non c'è più, non ce l'ha fatta, è stato ucciso dai bulli. Lo scorso 23 febbraio si è lanciato dal ponte di Alpignano. Michele aveva sopportato tanto e troppo,e ha deciso di trovare la sua pace così. Non era un debole Michele. Michele è stato fin troppo forte. Michele era solo. Nessun amico con cui sfogarsi. Nessuno della sua età che lo ascoltasse e gli desse la forza di tirare fuori gli artigli.  Che modo assurdo di morire nel 2018! Il bullismo è il cancro della società, e purtroppo molto spesso gli adulti oggi ignorano quel che succede tra i giovani. Bisognerebbe educare i propri figli ai valori della vita e al senso della civiltà e dell' umanità, bisognerebbe empatizzare. 

Michele aveva 17 anni.

Michele avrà per sempre 17 anni.

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