di Giulio Iudicissa

Ultimato il trasloco nella nuova abitazione, siamo tornati, di sera, nella vecchia casa ormai vuota. Bisogna prendere l'àugure della casa, spirito buono, già protettore della struttura e di noi componenti.

Con una lucerna ad olio, posta in un paniere, abbiamo visitato per l'ultima volta tutte le stanze, come a salutarle. Poi, lentamente siamo usciti e l'agurielli, seguendo la lucina, si è trasferito anch'esso nella nuova dimora, insieme a tutti noi. É l'inverno del 1956. Lasciando la casa della mia infanzia, sul far della sera, per trasferirmi in un altro quartiere, la nonna, cogliendo un senso di smarrimento, disse: ''jami cuntienti, figgh i, ca l'ag urielli 'i ra casa n'accumpagna ".

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