Categoria: cultura
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Per una delle tantissime mie visite nella Romania di Ceausescu, una delle prime, che effettuai nel 1969, tra Natale e Capodanno, preferii il viaggio in aereo, onde scongiurare i rischi che avrei affrontato, in macchina, per avverse condizioni climatiche.

Partii da Roma, con un volo diretto a Belgrado, in Jugoslavia, da cui proseguii in treno fino a TIMISOARA, prima importante città rumena ubicata nella fertile pianura del BANAT. Giunti all’aeroporto, mi precipitai, in taxi, alla stazione e presi posto nello scompartimento di un treno diretto in Romania. Cominciai a studiare i compagni di viaggio, nessuno dei quali era rumeno, per via del divieto assoluto imposto dal regime, di recarsi all’estero. Attirò subito la mia attenzione una sessantenne signora che, poi, si rivelò essere israeliana. Oltre a parlare francese, masticava anche un po’ di italiano, per cui non mi fu difficile conversare con una così amabile conversatrice. Adocchiò il mio quotidiano, “il Tempo” che avevo acquistato a Roma, che riportava la sensazionale notizia, corredata di foto, della beffa che Israele aveva giocato alla Francia di De Gaulle. Le si illuminò il volto e dopo una cortese e rapida richiesta quasi mi strappò il giornale dalle mani, e non smise di baciare la foto della prima pagina. Qual era la causa della sua gioia? Era successo che De Gaulle, a seguito della guerra dei sei giorni vinta sulla coalizione tra egiziani e mondo arabo, per non guastarsela con tutti i partner arabi, decise di non dar corso alla fornitura di armi ad Israele e, addirittura, bloccò anche la consegna di alcune motovedette, che erano già pronte nei cantieri navali di Cherbourg e che, peraltro, erano state già pagate. Ovviamente questa fornitura serviva ad Israele a controbilanciare le abbondanti forniture di armi e carri armati e corvette, all’Egitto, da parte dell’Unione Sovietica, in chiave anti occidentale . Ma la “Ragion di Stato” indusse, quella volta, il generale De Gaulle ad infrangere, in modo irresponsabile, i patti con un partner che in fondo, era un ottimo cliente. Quella volta Israele fece ricorso alla sua sempre vincente strategia affidandosi ai suoi servizi segreti che organizzarono una visita ai cantieri di Cherbourg, di ufficiali e marinai israeliani, tutti rigorosamente in abiti civili e con false identità, con la scusa di voler verificare, in attesa della risoluzione del contenzioso, la rispondenza tecnica delle corvette a quanto previsto nei capitolati. E la notte del 26 Dicembre, sfruttando l’allentata vigilanza francese in occasione delle festività natalizie, le cinque corvette (due erano già state consegnate prima dell’embargo) presero il largo beffando l’ignominioso atteggiamento francese.  Quel clamoroso blitz passò alla storia come “LA BEFFA DI NOAH”. La notizia fu clamorosamente riportata da tutta la stampa mondiale, quella    francese in testa.

E quella signora, allegra, spiritosa e brillante, suscitò le simpatie di tutti i viaggiatori. Giunti a Timisoara, tirò fuori dal suo bagaglio sette ombrelli e ce ne consegnò uno a testa per evitare che all’arrivo  la milizia doganale di Ceausescu non la sottoponesse al pagamento di una sanzione per importazione di merce che superava le necessità dei singoli. È evidente che lei portava quegli ombrelli (genere che in Romania scarseggiava e quei pochi reperibili sul mercato erano di qualità scadente) ai suoi parenti della numerosa comunità ebraica di Timisoara. All’uscita dalla Stazione, tutti noi, lei compresa, impugnavamo, a mó di bastone, un ombrello che ci premurammo a restituire a quella simpatica persona che, nel suo piccolo, aveva fatto fesso anche Ceausescu, coinvolgendo anche noi nella beffa e, a dire la verità, anche noi ci sentimmo un po’… israeliani. 

  Ernesto Scura

 (*) “NOAH” è la versione ebraica del nome NOÈ, il patriarca biblico che condusse in salvo la famosa ARCA e, letteralmente, significa “riposo”, “calma” (dopo la tempesta). E non occorre sforzarsi per individuare nelle motovedette l’ARCA e nella “calma” la ben riuscita beffa dopo la rischiosa operazione (il diluvio).