(Pubblicato in estratto su “Il Giornale” del 30.06.2021)

Quella che oggi si chiama AUOSTRADA DEI LAGHI, a suo tempo chiamata MILANO-VARESE, fu inaugurata nel 1924. Voluta da Mussolini, fu progettata dall’ingegnere PIERO PURICELLI, senatore fascista.

A lui si deve il concetto moderno di AUTOSTRADA, inteso come sistema viario indipendente da tutte le altre reti stradali. Fu considerata, in tutto il mondo, il fiore all’occhiello della nuova realtà che si  andava delineando in Italia. Unica voce, fuori dall’unanime coro di consensi, fu quella di ANTONIO GRAMSCI che criticò aspramente l’evento definendolo : “mania di dispendiosissime nuove vie di comunicazione”. Probabilmente per tenere alto l’onore del bolscevismo sovietico che disdegnava opere mirate al progresso liberista, preferendo la scelta di dare precedenza ai problemi della fame, della miseria e del lavoro forzato e non retribuito che affliggevano, allora, l’URSS (beninteso non per alleviarli ma per acuirli). Non era certo il caso della fervorosa Italia degli anni 20 che, bene o male, sognava le…”mille lire al mese”. È da capire Gramsci, obnubilato dalle miserabili condizioni in cui era sprofondata l’Unione Sovietica con problemi che non erano certamente quelli del traffico dei veicoli, lì inesistenti, ma di bocche da sfamare e di morti per fame da seppellire, come, di lî a poco, avvenne nell’Ucraina decimata dall’HOLODOMOR. L’Italia, con buona pace delle illusioni del “buon Gramsci”, non era povera come l’URSS. Si poteva permettere certi … lussi.

Questo primo esempio di arterie autostradali collegava il popoloso centro di Milano con le zone dei Laghi, raggiungendo, con opportune derivazioni Como e Varese, e collegando l’hinterland col Lago Maggiore e con il Lago di Como, favorendo il turismo e l’economia di quei luoghi meta di afflusso anche straniero. Esperti di tutto il mondo vennero in Italia a constatare la funzionalità di quel nuovo sistema viario che non solo non intralciava il traffico locale ma nemmeno ne veniva intralciato, con innegabili vantaggi economici in termini di risparmio di tempo e di consumi. Il prestigio delle capacità tecniche e della tecnologia italiana salì alle stelle. PURICELLI fu ricevuto, a Berlino, da Hitler, al quale prospettò un’avveniristica rete stradale europea che contemplava, tra l’altro, una strada diretta ROMA - BERLINO. È pur vero che qualcosa era già stato fatto negli Stati Uniti, ma era concepito come “Pista da competizione automobilistica”, non a fini di traffico. E Hitler, intanto, fatto tesoro dei suggerimenti di PURICELLI, nell’arco di pochi anni realizzò, in Germania, il primo esempio al mondo di una rete autostradale che copriva tutto il territorio nazionale. Fu così che la Germania, già nel 1939, aveva realizzato una rete di 3300 chilometri, dotando la Germania del primato mondiale di soluzione integrale del traffico stradale. E non solo. Quel sistema fu concepito prevalentemente a scopi militari, consentendo rapidi spostamenti di truppe e automezzi militari, da un capo all’altro del paese. Ma il vero vantaggio fu l’utilizzazione di quei nastri stradali come piste di decollo e di atterraggio per aerei militari facendo della Germania un immenso aeroporto. Quando, a guerra finita, la Germania fu sottoposta ad occupazione dei vincitori, portò come patrimonio il dono postumo di Hitler, di cui immediatamente si giovò la Germania Occidentale. Quella Orientale, caduta sotto il dominio sovietico, non sapeva che farsene di quel patrimonio, assodato che gli unici mezzi circolanti erano quelli militari, i pochi camion per trasporto di scarse merci e quelle poche ridicole TRABANT, traballanti trabiccoli con carrozzeria tutta in plastica che, al più banale degli incidenti, prendevano rapidamente fuoco arrostendo conducente e ospiti. Numerose erano invece le sgangherate rumorose motociclette circolanti, i cui conducenti, in caso di pioggia, trovavano provvidenziale riparo sotto i cavalcavia con cui quel pazzo di Hitler aveva inconsapevolmente provveduto per non farli inzuppare. Hitler non provvide soltanto a beneficare la Germania Ovest e la Germania Est ma, addirittura, lasciò in dono alla Russia sovietica le sue autostrade costruite nella Prussia Orientale, quando ancora era territorio tedesco che, poi, come bottino di guerra, fu annessa all’URSS. E KÖNISBERG, universalmente conosciuta come patria del famoso filosofo tedesco IMMANUEL KANT diventò, ed è tuttora, una città russa, col nome di Kaliningrad, in omaggio al generale sovietico che l’aveva conquistata. La Germania Ovest ( DDR ), per economizzare sulla manutenzione, spesso limitava il traffico su una sola delle due carreggiate, su cui, spesso, transitavano carri a trazione animale, carichi di fieno o di letame. Però, considerando che i tedeschi occidentali per raggiungere i settori di Berlino Ovest, facenti ancora parte del mondo libero, dovevan attraversare il territorio della Germania Est, la Germania federale decise di venire incontro, paradossalmente, alle misere condizioni economiche della Germania Est, finanziando con una cospicua cifra, i lavori di manutenzione che avrebbero reso decentemente praticabili quei tratti autostradali gestiti dalla DDR. Ma quei fondi non furono mai utilizzati a quello scopo. Probabilmente servirono a soddisfare qualche debito, nei confronti della famelica Unione Sovietica, per la fornitura di … Kalashnikov.

 Ernesto SCURA

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