I due della foto, è facile riconoscerli, sono Gino Paoli e don Andrea Gallo, prete, comunista e partigiano.

Stanno cantando, dall’altare, abbracciati, non il “Te  Deum”, come qualcuno potrebbe pensare, ma“BELLA CIAO”. Quando due “stinchi di Santo” si ci mettono, sono capaci di tutto,anche di celebrare una messa intonando ”Bandiera Rossa”. E il Papa?Abbozza. Ma quel Gallo, ormai, ha tirato le cuoia e ha smesso di cantare, lasciando nella costernazione tutto il...”pollaio”. Però provvede Gino Paoli che, non potendo duettare, se la “canta addosso”. Gli resta comunque il conforto di quel bottino messo al sicuro in banche svizzere. Dal “cielo in una  stanza” al “malloppo in un caveau” il passo è breve, sempre sulle note  di “Bella Ciao” che fa da degna colonna sonora a tutti i fatti e misfatti. Direte : “e tu che c’entri ? io ? Nulla, per carità. E poi non ho nulla a che spartire con fatti, misfatti e malloppi. Consentite però, anche a me, di elevare un “CANTO DI GLORIA” a certi personaggi che hanno saputo contemperare la Gloria del Signore con il conto in Banca. “CONTO DI GLORIA”, appunto.


R A P S O D I A

25 APRILE

Caro Gino,
Con quell'aria sempre stanca,
con quell'aria sempre ombrata,
con quell'aria da "partigiano",
con un anno meno di me,
che son del trentatré ,
come fai
ad esser tanto,
ma tanto, di sinistra
se,
quella mano,
sì,
appunto quella,
la sinistra,
l'hai usata tanto,
com'io credo,ma...
non in pugna partigiana,
in pianura o in montagna.
L'hai usata solamente
per le piccole battaglie,
insomma, quelle lì...
le “pugnelle”,
sì,
proprio quelle,
che allora eran di moda
tra di noi,adolescenti.
E nemmeno una "compagna"
ben disposta alla bisogna,
perchè tutte,mitra in spalla,
quelle pugne le facevan...
solamente su,in montagna.”
Ma l'ancor tenera etá
in quell'algida epopea
consentiva,a te imberbe,
solamente pugne a secco.    
Ecco,
finalmente ora si spiega
Il rammarico del Gino,
per non aver cantato
tra le balze delle Langhe
"Fischia il vento".
E non dico "bella ciao"
che ancor non era nato
come inno partigiano,
e che assurse a questo ruolo
solo nel quarantasette,
in quel congresso,a Praga,
delle giovani marmotte,             ( della gioventù comunista)
che cantando a squarciagola,
a quelle note da "risaia"            ( era la canzone delle mondine.)
diedero,finalmente,
il carisma e la passione
della...rivoluzione.
E,finalmente...poi,
con ritardo di vent'anni.
dalla fine della guerra,
il battesimo del.... fuoco.
Sì,ma fuoco amico,
della tua malferma destra
che non seppe,
per fortuna...
farti la festa,
con un colpo di pistola.
Di pistola?
Ma che dico?
Un pistolino
giocattolo...
da bambino.

La prima tua passione,
quella pura e tormentata,
fu ,è vero,anche l'amore.
Però,
vuoi mettere il garrire
e l'allegro sventolio
di bandiere,
rigorosamente rosse,
che al tuo stile conferirono
un sapore di riscosse
proletarie e contadine,
con finalitá sublimi
di migliori condizioniì
per le masse
sempre oppresse.
E presumo che quegli euri,
che imboscasti oltre frontiera,”
appunto,mirassero,
un domani non lontano,
a riequilibrare,in patria,
disparità palesi,
tra chi è  furbo
e ...chi ė fesso.
Ammesso....

e non cocesso,
che così sia.
E se così fosse?
Allegria,Allegria !

Ernesto Scura

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