di Ernesto Scura

 Il mio compianto caro amico, nonchè collega, Leonardo Luzzi,che nella sua apparente calma  trasandatezza,studiava minuziosamente l’indole  e i caratteri delle persone,mi raccontava di quando prestò il servizio militare.

Ebbe modo,allora,di valutare indole e  caratteristiche delle centinaia di commilitoni con i quali,bene  o male,dovette convivere. Ne venne fuori una summa di considerazioni che condivisi. Prese una per una,quelle giovani reclute,tutti bravi ragazzi, erano chi timido,chi introverso,chi ingenuo e chi garbato oltre misura,certo per via  della giovane età . In libera uscita erano pochi quelli in grado di avvicinare una ragazza per proporre,con scioltezza,un qualche approccio. Insomma,sembravano degli imbranati. Ma quando dal camion che li trasferiva al campo o alle grandi manovre,avvistavano una qualche ragazza che percorreva . la strada,allora era tutto un coro di "avance" e complimenti che tutti insieme rivolgevano alla malcapitata,se non anche, addirittura,proposte....oscene (quando si dice il coraggio). Dicevo:un coro. E Leonardo precisava:nella massa ognuno ha una testa che  mette a disposizione del gruppo,senza però pretenderne un uso organico. La massa non ha testa. La massa aspetta che uno si metta “in testa”.Di solito il più spregiudicato,di solito il più furbo. Mai il più bravo. Spesso il più fesso. Risultato: La massa può combinarne di tutti i colori,e non è escluso il più tragico dei colori,quello di morte e strage. Fatta questa essenziale premessa,andiamo ai primi anni ‘70. I tristemente famosi "anni di piombo". Allora svolgevo la mia libera professione di ingegnere in Cosenza,e tornavo a Corigliano il Sabato,per i week end. Abitavo in un modestissimo appartamentino bicamere,per solo dormitorio,visto che la mia giornata trascorreva tutta nello studio professionale o nei cantieri sparsi in provincia. Al piano superiore abitava un giovane,barbuto e capellone, appena laureato,ovviamente con voto politico (di gruppo) . Non gli ho mai contato i peli della barba ma,ne sono certo, erano di gran lunga molto superiori alle sue idee. Non c’era manifestazione di protesta,a Cosenza,di cui non fosse a capofila,tra banali slogan e garrire di bandiere rosse. Un giorno trovai sulla parete dell'ascensore,scritto a penna: LA PROPRIETÀ È UN FURTO.(e non chiedetemi l'autore). Non mi seppi trattenere e,perdonatemi,fui colto da "raptus". Estrassi la penna ed aggiunsi : E L'INTELLIGENZA È UN PRIVILEGIO. E,che Dio mi perdoni,fu  una liberazione,un lavacro. Quell'anno volli andare a Milano,a frequentare,al Politecnico, un corso di specializzazione sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Il Politecnico,il tempio della tecnica di Milano,era diventato un “collettivo” nelle mani di maoisti e brigatisti e fannulloni, e nell'ampio androne,dalla monumentale scala,pendevano giganteschi Ta Ze Bao con scritte su modello cinese. Non che la città stesse meglio,con il "Corriere" in mano alla contessa CRESPI che,di giorno,ospitava,a casa sua,il fiore delle B.R. La notte,incece,garantiva protezione “in talamo” al  ricercato di turno,soddisfacendo i suoi pruriti vaginali.   Per una settimana fummo tollerati consentendoci di tenere  il corso nell'aula magna,poi,ci vietarono l'accesso,perchè, dissero,eravamo luridi borghesi "organici e solidali col più gretto capitalismo sfruttatore". Come finì? L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano,mise a disposizione,generosamente, una sala della sua sontuosa sede,nello storico palazzo Serbelloni, ed il corso poté avere  termine,con fruttuosi e proficui risultati sulla nostra cultura,  in uno dei più delicati settori dell’ingegneria sanitaria. Ma torniamo in Calabria. Era in atto un'aspra contesa sulla localizzazione della Centrale Elettrica dell'Enel,se a Corigliano o a Rossano. Tutta la sinistra,quella che,partendo dagli extraparlamentari, passava per i comunisti,per i socialisti e per i democristiani di  sinistra (cattocomunisti) si batteva per la scelta "a Corigliano", se non altro per fare un dispetto ai malcapitati proprietari di agrumeti (che la proprietà era un furto ormai lo sapevamo), organizzò una grande manifestazione "pro Centrale",da tenere a Sibari.E,Sibari,è in comune di Cassano.E Cassano vantava almeno due autorevoli  parlamentari ...di sinistra. Si rivolse alla IAS AUTOLINEE un gruppo di esagitati che intimò,d'imperio,di mettere a disposizione,gratuitamente, un autobus per il trasporto dei manifestanti. Al secco rifiuto di mio fratello decisero di impartire una  “lezione” passando  alle maniere forti e si misero a spingere  sulla fiancata laterale.di un autobus,parcheggiato sull'orlo  del burrone,in modo da ribaltarlo nel vallone sottostante ed  arrecare,cosi,il maggior danno possibile all’azienda"nemica”. E ad ogni "ooooh issa",una spinta. Non ce la fecero per...”deficienza muscolare”,ma più che altro per “deficienza mentale”(bastava togliere il freno e, orientato lo sterzo,dirigerlo,con le proprie ruote,sul burrone). A sentire mio fratello,il più facinoroso era un certo Salatino, che smaniava per arrecare il più cospicuo danno all'azienda. Mio fratello mi raccontò il fatto,il successivo sabato,e capii che rimase allibito e terrorizzato nel sentirgli dire: "Ahhh,se eravamo a Viareggio,a quest'ora gli avremmo già messo fuoco".FUOCO.
A qualcosa da____cento_____milioni____di lire. ( dell’epoca) (Ma,tanto,è risaputo,la proprietà è un furto). QUESTO VUOL DIRE MASSA. QUESTO VUOL DIRE CORO. Ma, per fortuna, non eravamo a ...Viareggio Ecco,furono questi gli anni di piombo,e di fuoco,e...di m... E c’è ancora qualcuno che li considera anni “eroici” nella sua inconsapevole identificazione di “eroismo” con escremento. E se merda dev’essere,beh,che vadano a “cagher” come si  usa dire,correntemente, nell’Oltrepò Pavese. Ma a pensarci,a “cagher” non solo non ci sono mai andati ma,   addirittura,è facile trovarli,oggi,in prestigiosi  posti di molto riguardo,nella pubblica amministrazione,o nel parastato,o  “paraculo” che sia,o in quel generoso carrozzone che passa come Assistenza Sanitaria,o a servizio,ben retribuito, di quella un tempo odiata borghesia che,con lauti stipendi assicura loro  quell’agiata ”tranquillità economica” che,prima,rinfacciavano  agli stessi sporchi borghesi che ora li foraggiano. L’attacco all’autobus è un vago ricordo da catalogate come... ”goliardata”. Una goliardata che,a pensarci bene,sarebbe costava, appena  appena,pochi bruscolini : cento milioni di lire.

 P.S.

Quella centrale,poi,fu costruita.A Rossano.E funzionò per oltre trent’anni.con i benefici e i danni che può arrecare una centrale. Oggi  è una imponente “Catterdrale nel Deserto”,abbandonata  e alla mercè di civette,gufi e barbagianni.Le ardite ciminiere non fumano.Il tutto,nella sua imponenza,richiama,sconsolatamente, l’idea di un un bastimento arenato sulla battigia. Ma tutti quei gaglioffi che si erano battuti per l’impellenza e la  necessità di doverla costruire,oggi,unanimemente,sono allineati  e coperti sulla linea ecologista ostile a questo tipo di impianti che  producono soltanto ...”danno alla salute”. Ci sarebbe tanto da ridere ma,purtroppo,c’è tanto da piangere. Ma tutto è bene quel che finisce bene.Oooooh,issa.

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